Pellegrinaggio della fede. E si è sperimentata la fiducia tra persone di culture diverse

Alcune testimonianze di giovani che sono andati a Toronto per la Giornata mondiale della gioventù

Si è appena conclusa la XVII Giornata mondiale della Gioventù, i giovani umbri che vi hanno partecipato sono ritornati alla vita di tutti i giorni, ma abbiamo voluto sapere da loro qualcosa sull’esperienza vissuta. A questi ragazzi abbiamo domandato cosa hanno ricevuto da Toronto, se è stato difficile adattarsi in un Paese molto diverso dall’Italia e cosa non hanno apprezzato. Molti hanno dato risposte simili e allora questo non è un segno che erano tutti uniti dagli stessi ideali e dallo stesso spirito?Sara Fratepietro”Siamo tornati con l’impegno di essere costruttori d’amore”Questa esperienza è stata bella e importante, è una cosa che ti segna molto, ti fa vivere in un’altra atmosfera, è una festa grande e una gioia tutti uniti dalla stessa voglia di seguire Gesù dietro al Papa. Il Canada mi ha colpito molto, è un bel Paese, con i suoi grandi laghi, le persone molto ospitali. È stato bello partire tutti insieme dall’Umbria, ci ha resi molto uniti. A Toronto abbiamo incontrato gente di molti paesi e tutto sembrava una grande festa. Le giornate con il Papa poi sono state una grande testimonianza di fede, lui ci ha dimostrato tutta la sua voglia di stare con noi. Siamo ritornati con l’impegno di essere costruttori d’amore, sarà difficile riportare qui il suo messaggio, ma tutti ci impegneremo nelle nostre parrocchie, molti gruppi grazie alla forza del suo messaggio partiranno per il Kosovo, per il Perù. Le famiglie che ci hanno ospitato ora ci telefonano spesso, ci mandano e-mail. Credo che andando in Canada abbiamo contribuito a dare forza e speranza ai cristiani di Toronto.Marta Mattei, GubbioViaggio di nozze in Gmg. Con il Papa che invita al coraggioAnnalisa ed io ci siamo sposati il 14 luglio e il 16 siamo partiti per Toronto. Alla GMG saremmo andati comunque, ma quando abbiamo deciso di sposarci abbiamo cercato di far coincidere le due date. La scelta è stata ben ripagata, è stata una bella esperienza. Le famiglie ci hanno accolto molto bene ed erano stupite che fossimo in viaggio di nozze. La prima notte di nozze l’abbiamo passata a New York, dormendo nei sacchi a pelo, naturalmente divisi maschi e femmine! E’ stato importante per noi condividere il matrimonio nel contesto della Gmg per rafforzare i nostri presupposti del sacramento. E’ stato un percorso che si è concluso col Papa che ci invitava a farci coraggio. Noi l’abbiamo interpretato anche come messaggio per la nostra coppia. Toronto è un esempio positivo della convivenza fra varie culture, da quella indiana alla pakistana sono rappresentate tutte e convivono bene. Si può girare tranquillamente anche di notte. Ci ha stupito l’ospitalità spontanea, quel gusto di ospitare da parte di queste famiglie, sono stati gentilissimi, la loro accoglienza era quasi imbarazzante. Camillo Temperoni, Arrone “Ho visto il Papa da vicino. Trasmette qualcosa di unico” Rispetto a Tor Vergata? Tutta un’altra storia! L’organizzazione era diversa, l’evento era organizzato, ma non molto bene. Anche l’atmosfera era differente, era più fredda, ma era normale visto che ci trovavamo in una “zona di conquista”, cioè una zona multietnica con molte realtà, non solo cattolici. Nonostante tutto c’è stata partecipazione da parte della popolazione locale, anche se le varie manifestazioni, concerti, preghiere, tranne la messa e la via crucis, si sono svolti nell’Exhibition place. L’accoglienza che abbiamo avuto è stata splendida, siamo stati accolti da famiglie d’origine italiana, ma anche da gente pakistana, africana, indiana, di tutte le razze e il bello è che qui tutti convivono meglio che in ogni altro posto. Come tutte le Gmg mi ha arricchito il fatto di vedere tanti ragazzi diversi che erano lì per lo stesso motivo. Durante la messa sono salita sul palco e ho potuto vedere il Papa da vicino. Ha un potere enorme, dà carica, riesce a trasmettere qualcosa di unico, con i suoi sguardi, i suoi sorrisi, le sue parole… ti rimane dentro! Federica Massi, Spoleto “In giro c’era gente di tutte le culture, sempre sorridente” È stata un’esperienza fantastica, primo perché ho conosciuto tanta gente e poi perché ho imparato a conoscere meglio le persone che conoscevo già. L’accoglienza è stata bellissima, qui da noi non accadrebbe mai una cosa del genere. Le famiglie ci hanno portato in giro a visitare la città, ci hanno cucinato i loro piatti tipici, ci hanno fatto sentire a casa. In giro c’era gente di tutte le culture ed erano sempre tutti sorridenti. Sono stata contenta delle parole del Papa, del fatto che eravamo tutti lì per una stessa persona e per lo stesso motivo. La cosa che mi ha colpito di più è stata la pioggia la mattina della messa: ad un certo punto ha smesso, il vento soffiava forte e al momento dell’alleluia è uscito il sole. La rifarei subito un’esperienza del genere. Daniela Rocchi, Umbertide “E’ stato bello partire dall’Umbria insieme, da diocesi diverse” È stata una grande esperienza. Si è istaurata da subito una bella amicizia tra tutti quanti, nelle case poi siamo stati accolti come figli. Siamo stati in un paese lontano, pensavamo che la gente non ci avrebbe accolto con entusiasmo e invece cantavano con noi e ci guardavano dalle finestre. La gente ci guardava stupida davanti al nostro modo di vivere la liturgia, davanti ai canti e ai gesti, perché loro sono abituati a vivere la loro fede in maniera più chiusa, privata. È stato molto bello partire tutti insieme dall’Umbria con diocesi diverse. Siamo passati attraverso fatiche e peripezie, ma eravamo capitanati dal nostro arcivescovo, che ci ha risolto molti problemi, soprattutto con le lingue. Un’esperienza forte che abbiamo fatto è stato il volontariato in centri sociali per anziani della zona. Ci ha arricchito molto anche la catechesi che abbiamo fatto con monsignor Fontana e il fatto di cercare di entrare nella frase del Papa: è stato gettato un piccolo seme ed ora sta a noi dargli frutto. Ci siamo “insaporiti” ed ora dobbiamo portare questo sapore a Spoleto. Letizia Angelini Paroli, Spoleto