Un antico proverbio recita più o meno così: “Se terrai pulito davanti casa tua, tutta la città sarà pulita”. Sembra quello cui si sono ispirati alcuni eugubini, convinti che l’amore per la propria città si possa esprimere in mille modi, compreso quello di sporcarsi le mani, come si dice oggi, in questo caso non solo in senso figurato. Hanno infatti dato vita all’associazione “Cento ramazze”, un nome che da solo ne illustra motivazioni e scopi.
Basta guardarsi intorno, attraversare i vicoli e percorrere le strade del centro storico e della immediata periferia per accorgersi che c’è stato un calo nelle cura e nella manutenzione di quanto appartiene alla sfera pubblica. Lo scatto di Gavirati da piazza Quaranta Martiri propone immagini sufficientemente esplicative, che non hanno bisogno di particolari commenti. Di sicuro la crisi economica influisce sui servizi pubblici, ma la sensazione è anche quella di una minor attenzione rispetto al passato, quasi di un lasciar perdere sperando che siano gli “altri” a risolvere preoccupazioni e problemi.
È questo il quadro nel quale è maturato lo scatto di orgoglio di alcuni eugubini che hanno varato l’associazione, fiduciosi di mobilitare con l’esempio e la “provocazione” altri concittadini pronti a condividere un ideale nobile: una città pulita grazie al volontariato.
La proposta-provocazione arriva, manco a dirla, dal quartiere di San Martino. “Insieme a Carlo Rogari, Laura Ciarapica, Elisa Neri – racconta Massimo Bei – preoccupati dallo stato di manutenzione del centro, dopo una serie di incontri nel salone della parrocchia, abbiamo deciso di lanciare un appello alle persone più sensibili: ripulire tombini e griglie della parte alta della città, ossia via XX Settembre, corso Garibaldi, via Savelli della Porta, via Baldassini”.
Il primo appuntamento è in Piazza grande per le ore 8.30 di domenica 13 luglio. “Le sensazioni sono positive – prosegue Bei – e stanno arrivando sostegni anche da parte di industrie e imprese”.
Iniziativa meritoria, da non mandare però delusa proprio da parte delle istituzioni. Il gruppo è lo stesso che a maggio aveva ripulito l’ingresso di parco Ranghiasci – alle prese con un degrado sempre più preoccupante – rinnovando anche i “sacchi” dei cestini portarifiuti. Era il 12 maggio. Purtroppo, da allora nessuno ha pensato di sostituire quelli ormai strapieni; in questo caso non è questione di soldi, ma di pura e semplice attenzione da parte del servizio pubblico.