Proprio in questi giorni, nei palazzi regionali della zona di Fontivegge, i Piani di sviluppo locale sono al vaglio degli addetti al settore della programmazione comunitaria. La Giunta regionale umbra ha dovuto prorogare di trenta giorni – dal 20 maggio al 19 giugno – il termine per la presentazione dei Psl, perché non tutti i Gruppi di azione locale (Gal) erano pronti con il piano. La fretta per rientrare nei termini, in qualche caso, non ha dato spazio a una fase di coinvolgimento pieno e partecipato dei soggetti economici che operano sui territori. Eppure tra i presupposti dei programmi di iniziativa comunitaria c’è proprio quello della partecipazione di tutti i soggetti potenzialmente interessati, sia nella fase di definizione dei Piani di sviluppo, sia al momento della loro attuazione. A questo punto, dovrà essere la Regione – dopo un’attenta analisi istruttoria dei Psl – a decidere se sollecitare correttivi ai cinque Gal umbri. In particolare decidere se la programmazione proposta dai singoli territori sia concentrata intorno ai temi unificanti richiesti per il Leader Plus o se si tratti di un semplice elenco di progetti, molto simile a una “lista della spesa”. I Gruppi di azione locale, che per il Leader II erano sei, ora si sono ridotti a cinque, vista la diversa articolazione territoriale che la Regione ha voluto delineare. Nessun cambiamento per i Gal del Trasimeno-Orvietano e della Media Valle del Tevere. Sono stati aggregati insieme, invece, i Gal della Valle Umbra e dei Sibillini, che dovranno occuparsi della dorsale appenninica meridionale, e il Gal dell’Alto Tevere – Valle delle Genti insieme a quello dell’Eugubino-Gualdese, per la dorsale appenninica settentrionale. Di nuova istituzione, infine, il soggetto attuatore del Leader Plus nel territorio Ternano-Narnese-Amerino, che non aveva partecipato alla programmazione del Leader II. Sono proprio i Gal i soggetti da tenere d’occhio e da seguire con attenzione per tutti coloro che vogliono partecipare in qualche modo alla distribuzione dei finanziamenti, secondo i Piani di sviluppo che la Regione sta analizzando. Queste associazioni con finalità di concertazione tra ‘attori’ del tessuto politico ed economico locale possono prevedere un massimo del 50 per cento di rappresentanti della componente pubblica nel nucleo dirigente. L’auspicio è che in fase di attuazione dei progetti ci sia una diffusione e una promozione più ampia possibile delle opportunità di finanziamento e di collaborazione tra enti pubblici e soggetti privati. Quasi quindici milioni di euro, ai quali aggiungere contributi privati per 5,8 milioni. In totale, oltre 40 miliardi delle nostre vecchie lire. Sono i finanziamenti che saranno distribuiti sul territorio regionale grazie al Leader Plus, il programma di iniziativa comunitaria che ha raccolto l’eredità del Leader II e che porterà aiuti per sviluppo e innovazione nelle aree rurali dell’Unione Europea. In sei anni, fino al 2001, il Leader II ha messo a disposizione dell’economia umbra 75 miliardi di lire nel complesso, 45 dei quali di provenienza pubblica. L’obiettivo del Leader Plus resta lo stesso: promuovere azioni integrate a livello locale mettendo intorno ad uno stesso progetto Unione Europea, Stato, Regione, amministrazioni locali (Comuni e Comunità montane) e soggetti privati (associazioni di categoria e aziende). Dunque, consolidare e diffondere la cultura delle buone pratiche nella gestione dei progetti cofinanziati, diffondere il metodo di programmazione “dal basso” (bottom-up, come la chiamano gli addetti ai lavori), sostenere ogni forma di cooperazione tra territori rurali. In concreto, attraverso il programma comunitario si dovrebbe promuovere uno sviluppo dei territori fondato su uno o più elementi che caratterizzano l’identità della realtà locale. Le risorse e le competenze sviluppate in ciascuno dei territori dovrebbero funzionare da catalizzatore per i singoli progetti, mentre le azioni di cooperazione tra aree diverse dovrebbero apportare un valore aggiunto frutto proprio del confronto e dello scambio. Per organizzare tutta la programmazione del Leader Plus, la Regione dell’Umbria ha definito il quadro generale di intervento, approvato dalla Commissione europea nel novembre dello scorso anno, e poi ha completato le procedure per la selezione dei Piani di sviluppo locale. Purtroppo, il nuovo Leader è come una torta più piccola del Leader II ed è a disposizione di un’area più vasta e per un periodo di tempo più lungo. Le risorse finanziarie sono quasi la metà, i territori interessati stavolta comprendono anche il Ternano-Narnese-Amerino (esclusi dal Leader II umbro) e la programmazione diluirà le risorse fino al 2006. Così la Regione ha deciso di concentrare i fondi su una fetta di popolazione pari al 35 per cento del totale umbro, a copertura dell’80 per cento del territorio. Le risorse ricadranno, quindi, sulle zone meno densamente popolate, escludendo le pianure che presentano un maggior livello di sviluppo economico. I finanziamenti attivati dalla programmazione comunitaria, come per il Leader II, passeranno attraverso la concertazione dei Gruppi di azione locale (Gal), una specie di tavolo intorno al quale siedono enti pubblici e soggetti privati. Comuni, comunità montane e associazioni di categoria chiamati a delineare una scaletta di progetti da finanziare con i fondi europei e con i contributi aggiuntivi derivanti dalla cooperazione. Il tutto articolando la programmazione intorno a uno o più temi catalizzatori, che rappresentano il filo conduttore per lo sviluppo del territorio locale.
Nuova iniezione finanziaria per l’Umbria grazie ai fondi Ue
Con il Leader Plus saranno attivati fondi per oltre 20 milioni di euro in 5 anni
AUTORE:
Daniele Morini