Dopo l’omelia che il vescovo mons. Paglia ha fatto a Narni nella festa del patrono san Giovenale, il 3 maggio, durante la quale lamentò la scarsa frequenza dei narnesi alla messa domenicale e, in genere, il non alto livello di partecipazione alla vita religiosa; omelia, che, giustamente, fece impressione tanto da ottenere ampio rilievo nella stampa locale e suscitare interventi di personaggi politici e non, la parrocchia di Narni ha voluto vedere più a fondo in se stessa. Erano dunque vere le statistiche del Vescovo che, a seguito di una ricerca fatta fare dallo stesso e curata dal settimanale diocesano La Voce nel 2001, attribuivano al centro di Narni una frequenza alla messa domenicale del 12,8% dell’intera popolazione? (La stessa indagine attribuisce al centro urbano di Terni il 13,5% , al centro urbano di Amelia il 16,1% e al rinanente territorio extraurbano della diocesi il 20,2%). Era dunque vero che il centro urbano di Narni si presenta come il più depresso dal punto di vista religioso nell’ambito dell’intera diocesi? Il territorio urbano di Narni interessa una popolazione che si aggira sulle 3000 unità e dal 1986, a seguito del progressivo svuotarsi del centro storico, forma una sola parrocchia con la fusione delle preesistenti Sant’Agostino, Santa Restituta e Sant’Agnese con quella della concattedrale dei Santi Giovenale e Cassio. Da allora sono stati parroci mons. Giovanni Zanellato, mons. Piergiorgio Brodoloni, don Roberto Tarquini. Oggi la parrocchia è affidata a don Roberto Bizzarri. Ebbene, quest’ultimo ha curato una propria indagine e da questa si evince che sì, effettivamente, le percentuali del Vescovo sulla frequenza alla messa domenicale e su altri aspetti della vita religiosa parrocchiale erano puntuali. Per niente scoraggiato don Roberto e il Consiglio pastorale, che è stato rinnovato nel giugno del 2001, hanno rilanciato: hanno provveduto a darsi un nuovo progetto pastorale imperniato su una rinnovata evangelizzazione capace di un futuro che non sia una mera miopia sbiadita del presente. Il progetto non può non ripartire dal fatto che la comunità religiosa di Narni è sproporzionalmente “vecchia” rispetto alle rispettive comunità di Terni e Amelia, dal momento che delle persone che abitualmente frequentano la messa il 16% viaggia tra i 65 e i 75 anni e il 25% sta ormai, e Dio li protegga ancora a lungo!, oltre i 75 anni. I giovani sono praticamente assenti. Solo l’1,56 % sta tra gli 11 e i 15 anni, nessuno tra i 16 e i 19 anni, il 4,69% tra i 20 e i 25 anni. (Ci sembra però che qualcosa non quadri bene nella portata reale dei dati!). Ci consta tuttavia che almeno alcuni della parrocchia non gradiscono l’impostazione data alla liturgia e per questo vanno in altre parrocchie. Don Roberto avrà avvertito questo rilievo che viene mosso all’azione pastorale! La domanda del questionario che chiedeva se per vivere meglio la messa domenicale bisognasse togliere la mensa eucaristica dal basso, sta ad indicare, a nostro avviso, qualche rumore di fondo arrivato all’orecchio del parroco; e la risposta affermativa data dal 12.50% dei fedeli, siamo sicuri, sarà ben interpretata da don Roberto e dal Consiglio pastorale. Interessante constatare come alla domanda: “quali figure consideri più importanti nella Chiesa cattolica”, le risposte,in ordine, danno: il Papa per il 18,41%, tutto il popolo di Dio per il 15,29%, la Madonna per il 13,73%, i preti per l’8, 24%, i missionari per il 6,27%…ecc. Fa piacere vedere collocare al secondo posto “tutto il popolo di Dio”: segno che la catechesi nata dal Concilio Vaticano II ha dato i suoi frutti. E, ancora, positivo il dato, che si aggira sul 48% che sa collocare la celebrazione del Concilio Vaticano II nel giusto periodo (prima metà degli anni Sessanta): anche se formata in prevalenza da anziani la comunità narnese non manca degli aggiornamenti a cui fare riferimento nella vita di fede.
Narni: una parrocchia “anziana” e a bassa religiosità
Poco più del 6% dei giovani tra gli 11 e i 25 anni frequenta la messa
AUTORE:
Gianni Colasanti