Pieve Confini: un complesso benedettino da recuperare

La comunità di Tuoro sul Trasimeno richiama l'attenzione delle autorità competenti

Tra gli abitanti di Tuoro sul Trasimeno e degli altri comuni limitrofi, non sono pochi coloro ad essere stati battezzati e/o uniti in matrimonio nell’antichissima e suggestiva chiesa di Santa Eurosia del complesso benedettino di Pieve Confini, uno degli angoli più pittoreschi del Lago. Questo luogo non è solo memoria visiva del passato della sua gente, è soprattutto tesoro di arte, cultura e fede custodito in gran parte nelle mura cadenti della chiesa. Chiesa tutt’oggi consacrata e chiusa al culto da oltre trent’anni, una delle poche superstiti risalenti intorno all’anno mille che conserva quasi tutta la struttura originale a tre navate con muri perimetrali in pietra. Sono questi, in sintesi, i motivi che hanno indotto la comunità parrocchiale di Tuoro a ripristinare l’antica “festa di Santa Eurosia” di Pieve Confini, affinché richiami l’attenzione e faciliti il recupero storico-architettonico e religioso sia della chiesa che dell’intero complesso. Un processo di recupero era già stato avviato con l’approvazione della variante al Prg, che avrebbe reso possibile il rapido accoglimento dei progetti di restauro attualmente in corso di redazione da parte dei tecnici della famiglia proprietaria. “Purtroppo delle persone apparentemente interessate ai beni ambientali – commentano alcuni parrocchiani – sono ricorse al Tar bloccando tutto e adesso la speranza è riposta nel Consiglio di Stato affinché non faccia crollare la nostra Pieve”. L’iniziativa di promuovere una festa e non una “manifestazione di protesta” – sottolinea don Aldo Gattobigio, parroco di Tuoro sul Trasimeno – ha voluto essere un segno di fiducia e la riconferma della volontà di una comunità che non vuol mandare in rovina un pezzo imperante della sua storia, della sua tradizione. E’ una comunità che prende le distanze da un intervento non benemerito, non apprezzato e non proveniente da chi “ama” l’arte, la storia e la cultura, che ha ritardato l’evento tanto sospirato di un restauro del complesso di Pieve Confini dalle sue fondamenta”. E’ un luogo che sta davvero a cuore ai fedeli, infatti, “nell’organizzazione territoriale della parrocchia strutturata in “mini zone pastorali” – dice il parroco – la Pieve di Santa Eurosia viene indicata come “segno della fede” dell’ottava zona”. La festa si è svolta dal 28 al 29 giugno. Venerdì c’è stata la processione dalla chiesa parrocchiale di Tuoro a quella di Santa Eurosia, annunciata dall’accensione dei falò e dallo spettacolo dei fuochi pirotecnici. Sabato si è svolto il convegno “Pieve Confini tra storia, arte e fede”, nel corso del quale si è fatto il punto sulle prospettive del complesso. Nel pomeriggio c’è stata la visita guidata al complesso con documentazione fotografica, proiezione di vecchi filmati e un’esposizione di pitture ispirate dalla Pieve. Concluderà la festa la messa celebrata dall’arcivescovo mons. Giuseppe Chiaretti. L’Ufficio diocesano per i beni culturali ecclesiastici ha commentato positivamente l’iniziativa, perché coinvolge e sensibilizza la popolazione locale nella salvaguardia, nel recupero e nella fruibilità di un bene, sia pur di proprietà privata, di grande valore storico-artistico testimone della tradizione cristiana.