Paglia: “vorrei fosse un treno di preghiera per la pace”

Due 'treni bianchi' portano a Lourdes 1.300 persone. Don Giovannini ricorda i cento anni di storia dell'Unitalsi

A Lourdes dal 21 al 27 giugno il pellegrinaggio regionale Unitalsi

Venerdì due treni partono da Terni e da Perugia con 1300 pellegrini diretti a Lourdes. Malati, Sorelle di carità, barellieri (volontari che si offrono per assistere e trasportare i malati), accompagnatori, avranno come compagno e guida del viaggio il vescovo di Terni – Narni – Amelia, mons.Vincenzo Paglia, che si fa pellegrino con i suoi fedeli: circa 600 della sua diocesi e gli altri provenienti da tutta l’Umbria, secondo la tradizione Unitalsi che fa in modo che ogni anno una diocesi sia protagonista del pellegrinaggio. Con loro viaggia Elisabetta, collaboratrice di questo giornale. Con il suo aiuto nel prossimo numero racconteremo di questa esperienza.

Il saluto di mons. Paglia ai pellegrini

Sorelle e fratelli carissimi, mentre ci accingiamo a intraprendere il nostro pellegrinaggio a Lourdes, sono lieto di porgere a voi tutti il mio saluto e il mio augurio perché questi giorni siano per noi tutti un momento di grazia e di edificazione. Ogni pellegrinaggio ha il suo valore e il suo senso. E quelli di voi che lo hanno già compiuto altre volte (penso a tutti i collaboratori dell’Unitalsi che vorrei pubblicamente ringraziare), lo hanno sperimentato personalmente. Ma quello di questo anno penso abbia un particolare significato. È il primo pellegrinaggio dell’Umbria dopo la tragedia dell’11 settembre e avviene dopo l’incontro di preghiera per la pace che il Papa, Giovanni Paolo II, ha fatto ad Assisi il 24 gennaio scorso.

Stiamo assistendo ancora a giorni drammatici per il mondo e per la Terra Santa. Vorremmo partire dall’Umbria andando verso Lourdes avendo davanti agli occhi l’immagine di quel giorno di Assisi piena di speranza. Ricordate tutti: abbiamo accolto i pellegrini di pace che passavano nelle nostre stazioni ferroviarie e li abbiamo salutati con grande gioia e affetto.

Oggi partiamo per recarci al santuario di Lourdes dove Maria, già tanti anni fa, chiedeva alla giovane Bernadette Soubirous di pregare per la pace. Sì, vorrei che il nostro treno fosse un treno di preghiera per la pace, soprattutto per la pace in Terra Santa. È il treno dell’Umbria, è il treno dello “Spirito di Assisi” che si fa pellegrino per le città italiane e francesi sino a giungere a quella grotta da dove ancora oggi sgorga speranza di forza e di guarigione.

Noi tutti, malati e sani, giovani e adulti, uomini e donne, ci facciamo pellegrini di pace e di preghiera. Certo pregheremo per noi, per le nostre famiglie e per le nostre chiese diocesane, ma soprattutto invocheremo la pace per la terra di Gesù e di Maria, degli apostoli e della prima comunità cristiana da cui abbiamo ricevuto la fede. Care sorelle e cari fratelli, buon viaggio. Sono certo che questo nostro pellegrinaggio porterà frutti per tutti, per le nostre diocesi e per il mondo. E il Signore benedica la nostra partenza.

Tra i tanti volontari Unitalsi il ternano Giunio Tinarelli: L’umbria fece il primo “treno bianco” nel 1951

Nella nostra regione l’Unitalsi ha iniziato il suo cammino nel 1937, con la contessa Angelica Faina che compì il primo pellegrinaggio a Loreto. Sarà proprio la contessa Faina insieme al fratello Mauro e alla sorella Camilla la fondatrice della sezione umbra Unitalsi.

Nel 1951, a sette anni dal centenario delle apparizioni dall’Umbria partì il primo treno bianco. Erano allora pellegrinaggi “eroici”: i treni con la locomotiva a carbone, le ore di viaggio circa 30. In genere in una stazione francese dove la sosta era di qualche ora, veniva allestito un altare lungo i binari e dai finestrini i malati che potevano, assistevano alla messa. Arrivati a Lourdes, neri per il fumo della locomotiva cominciava il grande lavoro della sistemazione.

La gioia di poter poi raggiungere la Grotta ci compensava della grande fatica sostenuta. Nella memoria passano i volti cari che hanno speso la vita per l’Associazione e per dare ai malati la gioia di un’esperienza unica. Sono i volti di tante sorelle di carità, di tanti barellieri giovani e meno giovani, di tanti fratelli disabili e malati e di tanti pellegrini che hanno condiviso con noi l’avventura del pellegrinaggio.

Tra i tanti non possiamo dimenticare il giovane operaio della Terni, Giunio Tinarelli, cofondatore dell’Unitalsi della sua città, eroica vittima di un male misterioso che lo ha inchiodato per 18 anni ad una barella. Prossimamente verrà aperta la causa di beatificazione. Ma insieme a lui l’Unitalsi umbra esprime tutta la sua gratitudine per quanti hanno dato generosamente e nascostamente la vita al servizio dei fratelli.

AUTORE: G.G.