Castello e Perugia puntano sulla ferrovia Roma-Venezia

La proposta dei sindaci per far uscire l'Umbria dall'isolamento

Nei giorni scorsi presso l’aula consiliare del Comune di Città di Castello la Protiferno, presieduta da Ermanno Bianconi ha tenuto una tavola rotonda sul tema: ‘L’Umbria e la Strada ferrata Roma – Venezia’. Erano presenti il sindaco di Città di Castello Fernanda Cecchini, il sindaco di Perugia Renato Locchi, il rag. Graziotti in rappresentanza del sindaco di Sansepolcro, Marcello Panettoni, presidente dell’Apm e l’ing. Luigi Marino, esperto progetti ferroviari. Bianconi, coordinatore della tavola rotonda ha introdotto il tema sintetizzando che più che un problema di comuni si tratta di un problema di comprensorio in quanto il ripristino, laddove è possibile, del trasporto ferroviario al posto di quello su gomma, risulterebbe estremamente benefico per le persone e per l’ambiente. Se nell’immediato dopoguerra per fare rifiorire il paese e quindi il commercio, il trasporto su gomma si rivelò indispensabile, alla lunga, il moltiplicarsi indiscriminato di grossi mezzi di trasporto ha prodotto danni fra poco tempo irreversibili. Già dal 1877, edito dalla Scipione Lapi, era stato presentato dall’ing. Romano un progetto di strada ferrata da Roma a Venezia, che sfondando l’Appennino passasse attraverso il Savio, una strada naturale perchè Roma e Venezia sono sullo stesso meridiano. In Parlamento il progetto venne bocciato perchè si temeva che avrebbe potuto servire agli Austriaci per tornare in Italia. Nel 1944 venne smantellata anche la linea a scartamento ridotto che collegava Sansepolcro ad Arezzo. L’ing. Luigi Marino ha fatto notare che nel 2001 si sono avute 6.500 vittime sulle strade, pari alla popolazione di un piccolo paese. Il rilevante numero di feriti fa comprendere quale alto numero di ore lavorative sia andato perduto. I morti per cancro sono in tragico aumento in tutto il territorio data la sua struttura morfologica e l’alto tasso di inquinamento. Marcello Panettoni rileva l’inadeguatezza dei nostri porti, che non sono competitivi, come i porti del nord Europa, dove, tramite collegamento ferroviario scaricano direttamente i grossi containers, che talora trasportano anche merci nocive e, di norma, la ferrovia è lontana dal centro abitato. Il mercato europeo ha 500 milioni di utenti. La strada ferrata dovrà essere la via prevalente e, per quanto possibile, dovrà essere inserita nella rete preesistente per evitare il formarsi di rami secchi. Il tracciato Roma – Orte – Perugia – Città di Castello – Sansepolcro – Pennabilli – Repubblica di San Marino – Rimini – Ravenna – Padova – Venezia ha il vantaggio di offrire un collegamento con il Nord e con l’Est. Collegamento, estremamente prezioso, viste le possibilità di scambio con i mercati dell’Est, a brevissimo termine. Da Sansepolcro a Rimini vi sono 185 km. da attivare con un costo previsto di circa 5000 miliardi. Molti tratti potrebbero essere affrontati dai governi interregionali, come è avvenuto per la riqualificazione della Ferrovia centrale umbra. Sia il rag. Graziotti, che il Sindaco di Città di Castello e il sindaco Locchi si dichiarano favorevoli alla costruzione di quella che viene definita una: ‘metropolitana di superficie’. Per il sindaco di Perugia Locchi è di primaria importanza trovare uno sbocco immediato per le numerose aziende che producono merci e prodotti di ogni tipo. Conclude il sindaco Cecchini definendo la Roma – Venezia una finestra sul futuro e collega all’impegno della realizzazione di questo obiettivo la necessità di portare a termine quanto prima la E 78, che contribuirà a togliere l’Umbria dall’isolamento storico-geografico di regione interna.

AUTORE: Adria Chimenti Augusti