In Rete, sfiduciati e lontani da politica e istituzioni, con ottime capacità di adattamento e una fede incrollabile nel valore della famiglia, sia quella da cui si proviene, sia quella che si vorrebbe creare. È il ritratto dei giovani italiani secondo La condizione giovanile in Italia – Rapporto giovani 2013 dell’istituto Giuseppe Toniolo, presentato venerdì al dipartimento di Filosofia, scienze sociali, umane e della formazione dell’Università di Perugia di fronte a un numeroso pubblico di studenti provenienti, in particolar modo, dal corso di perfezionamento in “Progettazione, gestione e coordinamento dell’oratorio” attivo nell’ateneo perugino.
La ricerca è stata condotta su 9.000 persone tra i 18 e i 29 anni, che verranno seguite continuativamente per cinque anni, così da aggiornare periodicamente la ricerca. Si tratta dei cosiddetti “Millennials”, ovvero di coloro che sono nati a partire dalla seconda metà degli anni Ottanta fino alla fine degli anni Novanta e che, nel corso del tempo, sono stati definiti choosy, “bamboccioni”, “sfigati”.
“Tutte queste definizioni – ha detto Rita Bichi, ordinario di Sociologia all’Università Cattolica del Sacro Cuore, che ha lavorato al Rapporto – non rispecchiano affatto la realtà. Il ritratto che la ricerca ha delineato è quello di giovani che non hanno un lavoro stabile e sono insoddisfatti della propria condizione economica, tanto da dover vivere con i genitori o ricevere aiuti da loro. Ma, nonostante questo, ritengono ancora il lavoro uno strumento di realizzazione, credono nelle proprie capacità e hanno un livello di istruzione maggiore rispetto al resto della popolazione, grazie anche all’uso quotidiano di internet”.
Un aspetto che differenzia i giovani del XXI secolo dai loro predecessori è sicuramente la famiglia. Se il conflitto generazionale era stato una delle caratteristiche della passata generazione, per i “Millennials” non c’è niente di più importante della famiglia, vero sostegno in ogni aspetto della vita nel presente e nel futuro, tanto che circa il 75% dei giovani intervistati vorrebbe almeno due figli.
Decisamente più prevedibile, invece, l’atteggiamento di totale sfiducia nei confronti delle istituzioni e della politica, da cui circa il 28,9% si dichiara addirittura “disgustato” e un sonoro 90,8% boccia senza appello tutti i partiti. Tra le istituzioni e le figure che godono ancora di fiducia, restano il Presidente della Repubblica, le forze dell’ordine e la scuola.
Per quanto riguarda la Chiesa (prima dell’arrivo di Papa Francesco), il 53,2% dei credenti esprime un parere positivo, che scende al 33,9% tra i non-credenti. Discorso a parte per il Pontefice, apprezzato dall’85-90% dei giovani.