Traguardo e partenza: sono questi i due concetti che possono sintetizzare lo stato d’animo di don Lorenzo Romagna, 29 anni, ordinato presbitero domenica 4 maggio nel duomo di Orvieto. L’ordinazione ha rappresentato il traguardo di un lungo percorso di vocazione che affonda le sue radici nell’amato Trentino, terra natale, dove Lorenzo ha trascorso i suoi primi 20 anni di vita, e si è rafforzata poi, da un punto di vista spirituale e teologico, a Orvieto e a Roma. Ma si tratta anche di una partenza perché rappresenta l’inizio della missione presbiterale con la quale don Lorenzo ha deciso di servire la Chiesa. Il rito stesso dell’ordinazione racchiude in sé questo binomio: infatti solo dopo la conferma, da parte del presbitero incaricato, dell’idoneità dell’ordinando, passata attraverso la narrazione del suo iter formativo e vocazionale, e la dichiarazione degli impegni dell’eletto, il vescovo mons. Benedetto Tuzia ha proceduto nel rito dell’ordinazione sancendo per lui l’inizio di una nuova vita, quella sacerdotale. Un inizio concretizzatosi nella concelebrazione del mistero eucaristico con il Vescovo, seguita, il giorno dopo, dalla prima messa celebrata da don Lorenzo. In questo giorno straordinario molte persone hanno desiderato essere presenti: soprattutto i suoi familiari, amici e conoscenti che in massa si sono portati a Orvieto dal lontano Trentino. La gioia di questo evento non poteva non essere vissuta anche a Ivano Fracena (Tn), paese d’origine, dove don Lorenzo, domenica 11 maggio, nella sua chiesa e fra la sua gente, ha celebrato la prima messa solenne. Tanti i presenti, forte l’emozione, intensa la partecipazione dei fedeli che hanno accolto e festeggiato con sincero affetto e orgoglio il loro giovane don Lorenzo.
Lo stesso dicasi per don Emanuele Frenguelli, che ha celebrato la sua prima messa solenne sempre domenica 11 maggio, la domenica vocazionale per eccellenza, quella in cui l’evangelista Giovanni presenta la figura e la missione del Buon Pastore. Alle 11.30, don Emanuele ha presieduto la concelebrazione eucaristica nella chiesa parrocchiale di Fratta Todina, suo paese natale, quel giorno doppiamente in festa a motivo del patrono san Michele e del ritorno da prete di un suo figlio e concittadino, il primo che si ricordi da qualche secolo. Ad accogliere il prete novello, i suoi genitori e la sua famiglia, visibilmente commossi, il parroco padre Andrea, tanti compaesani ed amici, le suore del Centro Speranza e tantissimi giovani, molto attenti e partecipi alla liturgia, tra cui gli esperti chierichetti della parrocchia tra i quali Emanuele è cresciuto sotto la guida materna e premurosa di suor Gemma. Grande è stata la commozione nel vedere don Emanuele varcare la soglia della chiesa con l’abito sacerdotale. Visibilmente emozionato, ma sorridente, ha raggiunto quell’altare, intorno al quale in passato – come detto – ha tante volte svolto il suo servizio di ministrante. Ha quindi presieduto questa sua prima eucaristia umilmente consapevole di essere comunicatore di grazia, di portare al mondo l’annuncio di un Amore che salva, l’annuncio di una pienezza di vita e, con Cristo, anche il dono di se stesso. Al termine della celebrazione si è svolto il caratteristico bacio delle mani. La venerazione per le mani consacrate è un’espressione delicata di fede: si riconosce che quelle mani possono rendere presente il Signore a tutta l’umanità. Nel pomeriggio, alle 18, secondo appuntamento solenne, ad Acquasparta, dove don Emanuele presta servizio già da qualche tempo. A fargli corona, numerosi sacerdoti guidati dal parroco don Alessandro e da don Mario Venturi, il quale ha tenuto l’omelia di questa importantissima messa, e tanta gente di Acquasparta e del Tuderte che lo stima e lo ha sempre accompagnato con una preghiera sincera e un affetto squisitamente familiare. Una menzione particolare va ai catechisti e agli animatori, che hanno condiviso con Emanuele tante esperienze estive e non solo, e che hanno saputo dare con il loro canto un tocco particolarmente solenne a questa festa, nella speranza che, per Emanuele e Lorenzo, così come per tutti i sacerdoti, ogni giorno della loro vita sacerdotale sia una festa ancora più bella e piena di gioia e di entusiasmo!