Ho visto la Star Cup… e ve la racconto

La riuscita formula di gioco, formazione e preghiera portata avanti dalla Pastorale giovanile e dal Csi
Un momento della Star Cup 2014
Un momento della Star Cup 2014

“Quello che ho visto… vi racconto!”. Questa frase nella sacra Scrittura è ricorrente: è la testimonianza per eventi vissuti, ed è la chiave dell’evangelizzazione. Gli apostoli sono testimoni e annunciatori di ciò che hanno visto e vissuto.

Nel mio piccolo, anch’io vorrei raccontarvi qualcosa. Sono le 19.30 di domenica 27 aprile, seconda domenica di Pasqua: l’evento di oggi è memorabile: Giovanni XXIII e Giovanni Paolo II sono santi! Due campioni della fede e due “rivoluzionari” nella Chiesa, che con loro è radicalmente cambiata, passando da una Chiesa piramidale a una Chiesa “popolo di Dio”; passando da una Chiesa statica a una Chiesa lievito in mezzo alla gente, con l’affabilità del Papa Buono e poi la lungimiranza e generosità di Giovanni Paolo. Ma non di questo vorrei raccontarvi…

Sono appunto le 19.30 e sto per tornare in quel di Olmo (Perugia), dove don Riccardo e il suo staff hanno organizzato per conto della Pastorale giovanile, e quindi per conto della diocesi, la quattro-giorni della Star Cup. È successo che lo scorso anno gli animatori dell’oratorio “Insiemeper…” mi hanno trascinato in questa avventura iscrivendo una squadra, e quest’anno addirittura tre. Viva i giovani, che fanno sentire giovani anche i preti che giovani non sono più!

“Ma che vuoi che sia – può dire qualcuno -: si fanno delle partite di calcio, le fanno in tanti…”. Non è così. Intanto, dalla mattina alla sera, per quattro giorni vedi costantemente mille e più ragazzi, in quell’età difficile ma fondamentale che è l’adolescenza. L’organizzazione, che ne sa una più del diavolo (ci mancherebbe che non fosse così) comunica all’ultimo momento gli orari delle partite, così tutti rimangono sul posto, e nel frattempo si propongono catechesi, testimonianze e l’adorazione eucaristica guidata, talmente guidata che poi i ragazzi ti vengono a dire che quella in parrocchia è… insopportabile.

Non so chi inizialmente qualche anno fa abbia avuto l’idea e poi abbia pianificato la formula, ma credo abbia colto nel segno.

Per grazia di Dio, ma anche per il lavorio espresso, in diocesi attualmente ci sono decine e decine di oratori: è la migliore evangelizzazione che si possa fare con i giovani.

La mia esperienza mi ha portato negli oltre trenta anni a servizio del Centro sportivo italiano (che tra l’altro è partner attivo con la Pastorale giovanile nelle Star Cup) a vivere molte esperienze sportive-educative, anche con numeri impegnativi. Ricordo corsi di formazione vissuti con centinaia di giovani, ma devo dire che questa strategia che abbina gioco-formazione-preghiera è unica.

Spero vivamente che nessuno sottovaluti il tutto con frasi tipo: “Non c’è niente di nuovo, tanto non cambia nulla” e via via… Scendere sul terreno dei ragazzi in questo caso, un terreno vero e proprio, il campo da gioco è strategico.

In questi giorni, andando a tozzi e bocconi, ho anche avuto il tempo di mettermi su un angolo e osservare. È stato bello, ogni ragazzo ha una storia, obiettivi, speranze, ansie, progetti, problemi. La Chiesa – come dicevano Giovanni XXIII e Giovanni Paolo II – ama i giovani.

AUTORE: Don Leonardo Romizi consulente eccl. Csi