Alle 20 di mercoledì 23 aprile, presso l’hospice “La Torre sul Colle” di Spoleto, è tornato alla Casa del Padre, all’età di 82 anni, dopo breve e fulminea malattia, don Giulio Martelli dei Missionari del Preziosissimo Sangue. Nato a Sonnino il 6 dicembre 1931, era stato ordinato sacerdote il 5 agosto 1956. Appena ordinato presbitero ha svolto il suo ministero a Cento (Fe), poi è stato rettore del Seminario maggiore dei Missionari del Preziosissimo Sangue a Roma e, infine, per quasi quaranta anni all’abbazia di S. Felice a Giano dell’Umbria.
Grazie al suo impegno, il luogo dove san Gaspare del Bufalo nel 1815 fondò la Società clericale di vita apostolica alla quale apparteneva ha ripreso la sua attività di casa per esercizi spirituali. Il funerale è stato celebrato proprio nell’abbazia di S. Felice venerdì 25 aprile, il corpo ora riposa nella tomba di famiglia a Sonnino (Lt).
L’arcivescovo mons. Renato Boccardo – che aveva fatto visita a don Giulio all’hospice di Spoleto il Sabato santo e la Domenica di Pasqua – ha appresso della morte del sacerdote al ritorno dal pellegrinaggio con i sacerdoti della diocesi al santuario del Miracolo eucaristico di Lanciano (Ch) e a quello del Volto santo di Manoppello (Pe): “Esprimo a nome mio personale e dell’intera Archidiocesi sentimento di vivo cordoglio ai Missionari del Preziosissimo Sangue di cui don Giulio era membro. Ricordo con animo grato il suo prezioso, qualificato, solerte e lungo ministero nella nostra Chiesa diocesana: più volte Vicario foraneo, vicario episcopale per la Pastorale e la cultura, segretario generale del Sinodo diocesano (1999-2002), preside della Scuola diocesana di Teologia “don Andrea Bonifazi”, parroco moderatore a Bastardo di Giano dell’Umbria. Egli lascia la testimonianza di una vita spesa nell’adesione coerente e generosa alla propria vocazione, quale sacerdote sollecito per le necessità dei fedeli, specialmente per la formazione di tanti giovani – molti dei quali presbiteri – all’Istituto Teologico di Assisi, dove è stato insigne docente di Teologia fondamentale. Il Signore Buon Pastore gli dia il premio riservato ai suoi servi fedeli”.
Questa dimensione della sua persona di docente merita di essere ricordata. Nel suo insegnamento, secondo l’opinione di qualche suo collega, si deve cogliere l’atteggiamento discreto, attento all’uditorio, sereno, ma anche sicuro e tenace. Egli inoltre era sempre aperto alla ricerca.
Questo collega ricorda di aver avuto da padre Giulio la richiesta di un libro sulla teologia protestante che non riusciva a trovare. Era già un docente affermato e questo è il segno che egli continuava a studiare e a prepararsi per le lezioni con senso di responsabilità e umiltà. L’altro aspetto che emegeva in lui è l’attitudine a fare della riflessione teologica l’occasione per una meditazione spirituale direttamente volta alla contemplazione del mistero di Dio. I suoi studenti pertanto e anche i suoi colleghi lo invitavano a tenere meditazioni in ritiri ed esercizi. La bellissima abbazia di S. Felice di Giano è stata per padre Giulio un buon ritiro e un centro di spiritualità meta anche di tanti giovani che in lui trovavano una guida spirituale e un amico.