Il Bingo a Spoleto non

Ludotech manda a casa sei dipendenti su venti

Dopo due mesi appena dalla sua inaugurazione, a Spoleto sembra proprio che il Bingo non decolli. Presenze e giocate non riescono, infatti, a sopportare un peso di dipendenti stimato per altre cifre; dopo il boom iniziale, c’è una lenta ma inesorabile fuga di giocatori e di pubblico che, come è evidente, si trascinano dietro anche alcuni licenziamenti. La Ludotech, la Società che gestisce le sale Bingo a livello nazionale, sembra stia per mandare a casa sei dei 20 giovani che aveva precedentemente assunto. I responsabili, ad ogni modo, non drammatizzano: semplici aggiustamenti e razionalizzazione degli organici fanno sapere. In realtà, si comincia seriamente a parlare di un vero e proprio ridimensionamento del personale e degli stessi orari di gioco e apertura del locale. Le cause di questa debacle? Molteplici. A quelle oggettive, l’eccessiva concentrazione di sale Bingo (basti pensare che in appena 80 chilometri ce ne sono quattro: Spoleto, Foligno, Santa Maria degli Angeli e Terni), sta seguendo un preoccupante calo di presenze per le ragioni che, confermando i nostri sospetti, ci hanno fornito alcuni frequentatori intervistati all’uscita del locale: “Si gioca a tombola e basta, ci aspettavamo di più…; non si riesce a parlare e a scambiare due parole perché ogni partita è così veloce che se non ti concentri non riesci a seguire e perdi anche la possibile vincita…; anche se non ci credevo, mi sono reso conto che si possono perdere – in un paio d’ore – più soldi di quanti me ne posso permettere…; non ci è piaciuto vedere al tavolo da gioco ragazzi minorenni che, seppur accompagnati da almeno un genitore, non erano lì a giocare spensieratamente a tombola, ma con l’accanimento e l’eccitazione che accompagna il gioco “d’azzardo”. Non crediamo che tale atteggiamento sia educativo, anzi ai minori dovrebbero proibire l’accesso…”.Questa una sintesi delle negatività che abbiamo registrato insieme, ovviamente, alla soddisfazione che alcuni “clienti” ci hanno esternato per il divertimento trovato anche se, parole loro, non così a buon mercato come pensavano. A proposito di denaro, non sarà sfuggito a nessuno che all’ingresso del locale, sulla strada, fa bella mostra di sé un bancomat; proprio così, una cassa automatica per prelevare denaro. Giova ricordare che alle sollecitazioni più volte palesate dai cittadini per avere un maggior numero di punti di prelievo, soprattutto in periferia, non vi è stata analoga celerità da parte degli Istituti di credito; e dire che nelle immediate vicinanze della sala Bingo gravitano almeno cinque banche! I promotori di questo “gioco per famiglia” assicurano che il Bingo è solo un gradevole passatempo, un punto di ritrovo, intrattenimento e incontro; ci sono sì 350 posti per giocare, ma anche numerose sale dove colloquiare o essere informati sulle varie possibilità che offre la città e il territorio limitrofo in termini di offerta culturale e d’intrattenimento, oltre i servizi di pubblica utilità. Ma a ben vedere, forse non è proprio così. C’è chi non ha affatto piacere di veder legato il destino di Spoleto al gioco e al gioco d’azzardo come, per contro, chi se ne fa con impegno promotore trovando anche numerosi consensi. Nella nostra città, appena in periferia, esiste già una sala corse per scommettere sui cavalli, i temibili video games praticamente non si contano più, oggi la sala Bingo e domani, se verrà, addirittura il Casinò. Un bel risultato e una chiara tendenza, non c’è che dire. Ad ogni modo, affinché l’aspetto ludico del gioco predomini e prevalga sulle tentazioni per i facili arricchimenti che poi, come sappiamo, sono solo futili chimere, vogliamo fare una provocazione e gettare un sasso nello stagno: perché questi “contenitori”, e ci riferiamo specificamente alla sala Bingo, non possono almeno essere riconvertiti, nel pomeriggio dei giorni feriali quando non c’è molta utenza, in luoghi di aggregazione per i nostri giovani? Vogliamo insomma dare un segnale chiaro che la città interpreta i loro bisogni e le loro necessità? Il posto più strategico di Spoleto, l’area dove giornalmente si raccolgono la stragrande maggioranza dei ragazzi è, guarda caso, proprio quella che fa da cornice all’ex cinema Moderno. Purtroppo va preso atto che nonostante se ne sia fatto un gran parlare, del vecchio cinema non siamo riusciti a farne il “loro” spazio vitale e funzionale, dove poter impegnare tutta quella energia creativa di cui i nostri figli sono portatori. Perché dunque oggi, anche se in ritardo, non sollecitiamo una riflessione convinta per rendere possibile un parziale diverso utilizzo di questo “spazio” con vere alternative educative e sociali?

AUTORE: Aldo CalvaniPina Silvestri