I pilastri delle religioni possono essere “vie della pace”

Ad Assisi un convegno interreligioso organizzato dai benedettini di Parma

Ci sono state alcune sostituzioni di relatori e poca partecipazione, ma l’argomento e l’iniziativa sono state molto interessanti. Per noi ha partecipato al convegno suor Maria Colocotsa, che essendo religiosa di nazionalità lingua e cultura greca è particolarmente adatta a comprendere la necessità oltre che la possibilità di un dialogo e di una collaborazione, del resto già in atto in molti modi in Umbria, tra cattolici ed ortodossi. Da lei abbiamo avuto alcune relazioni messe a disposizione dai relatori. La prima di carattere fondamentale del padre Cipriano Carini osb ha messo in evidenza la storia del dialogo, la sua struttura, il significato teologico e pastorale, gli organismi della Chiesa preposti a questa attività e i documenti principali.Di carattere più specifico la relazione di padre Mario Cappelletti osb sulla figura dell’ ebreo polacco, vissuto per la maggior parte della vita negli Stati uniti, Abraham Heschel (1907-1972). Un uomo di eccezionale intelligenza e cultura e soprattutto di profonda sensibilità spirituale nel trattare le cose che riguardano Dio e l’essere umano creato ad immagine di Dio. Chi ha letto il suo classico “Dio alla ricerca dell’uomo” (ed italiana Roma 1983) ne è rimasto segnato per sempre. In questo libro, per affermare quanto Dio abbia interesse per l’uomo egli afferma paradossalmente che in qualche modo si può dire che “l’uomo è il dio di Dio”. La presenza di un relatore islamico, Adnane Mokrani, ha portato la riflessione sul tema “Le vie della pace”. Il relatore oltre che esperto in teologia islamica nella quale è dottore ha anche esperienze internazionali di dialogo interreligioso e sta frequentando il Pontificio Istituto di Studi Arabi e islamistica (Pisai) a Roma. La sua relazione parte dalla domanda se le religioni sono strumenti di pace oppure cause di guerra. Egli collega questa ad un’altra domanda se l’uomo è fatto ad immagine di Dio o Dio ad immagine dell’uomo. In altre parole si chiede se le religioni sono opera umana o divina, per concludere che le religioni pur ispirate da libri sacri sono composte di persone concrete condizionate dall’ambiente in cui vivono per cui uomini che appartengono alla stessa religione in un paese sono pacifici e in un altro sono violenti e gli uni e gli altri sono tentati di piegare la lettura del testo sacro in risposta alla loro condizione reale. Mokrani indica in fine tre pilastri della fede islamica su cui fondare la pace: il concetto di Dio misericordioso, il riconoscimento del pluralismo religioso e la responsabilità verso ogni essere umano. Altro interessante contributo di conoscenza è venuto da Kipoy-Pombo, sacerdote cattolico africano, che ha svolto una relazione sulla cultura tradizionale africana, imbevuta di sentimento religioso. Dio è creatore e sorgente della vita e la sua presenza penetra ovunque e si comunica ai viventi attraverso la mediazione degli antenati, degli spiriti degli antichi eroi e una serie di esseri intermedi. Se volessimo trarre una conclusione complessiva si può riferire quanto ha sintetizzato suor Alessandra, che ha partecipato anche lei al convegno; “Ebraismo, Islamismo, cristianesimo, Tradizione religiosa africana, tutte hanno sottolineato che la via della pace è uno solo: Dio, che parla ‘verso’ Mosè e si fa geloso del suo popolo; che è al-Haqq, al- Adl, al-Salam, ossia verità, giustizia, pace; che è vicino ad ogni uomo ed è padre di tutti per cui tutti sono fratelli; che è principio di Vita, di comunione con gli uomini e degli uomini con lui”. Il convegno, organizzato dai benedettini di Parma, ha il merito di avviare i religiosi e le religiose ad una dimensione di spiritualità e di preghiera che non è normalmente inclusa nei programmi propri della loro tradizione ed a varcare con la mente le soglie dei loro conventi e monasteri.

AUTORE: E.B.