La prima biografia completa del fondatore di Comunione e liberazione, Vita di don Giussani di Alberto Savorana (Rizzoli), verrà presentata a Perugia mercoledì 2 aprile al teatro Morlacchi alle ore 21. Interverranno Alberto Savorana, autore del libro e portavoce di Cl, il prof. Massimo Borghesi, ordinario di Filosofia morale all’Università di Perugia, e il prof. Wael Farouq, docente di Lingua e cultura araba all’Università americana de Il Cairo. Precederà il saluto del card. Gualtiero Bassetti, arcivescovo di Perugia – Città della Pieve. L’incontro è organizzato da Comunione e liberazione, in collaborazione con il centro culturale “Maestà delle Volte” di Perugia.
“Don Giussani era cresciuto in una casa – come disse lui stesso – povera di pane, ma ricca di musica; e così sin dall’inizio era toccato, anzi ferito dal desiderio della bellezza. Non si accontentava di una bellezza qualunque, di una bellezza banale: cercava la Bellezza stessa, la Bellezza infinita. Così ha trovato Cristo, in Cristo la vera bellezza, la strada della vita, la vera gioia”. Così si esprimeva l’allora card. Joseph Ratzinger nell’omelia tenuta al funerale di Luigi Giussani, il sacerdote brianzolo (Desio 1922 – Milano 2005) che ha dato vita al movimento ecclesiale di Comunione e liberazione oggi diffuso in decine di Paesi nel mondo.
Don Giussani ha sempre sostenuto che tutto ciò che, nel corso degli anni, è nato dalla sua fede e dalla sua passione educativa affonda le radici nel rapporto con la madre, fervente cattolica, e con il padre, convinto socialista. In particolare, la sensibilità umana del padre divenne per lui la prima, affascinante testimonianza di quella dimensione originale della persona che, divenuto prete e insegnante, egli chiamerà “il senso religioso”.
L’impegno educativo di don Giussani, sin dagli esordi nelle aule del liceo “Berchet” di Milano nel 1954, si focalizza su uno scopo: “Mostrare la pertinenza della fede alle esigenze della vita. Mi ero profondamente persuaso che una fede che non potesse essere reperta e trovata nell’esperienza presente, confermata da essa, utile a rispondere alle sue esigenze, non sarebbe stata una fede in grado di resistere in un mondo dove tutto, tutto, diceva e dice l’opposto”.
Per don Giussani, l’incontro con Cristo vivo e presente ridesta e rilancia le domande dell’uomo, permette di tenere aperta e viva l’attesa della ragione umana e consente così di intercettare e accettare le sfide che la modernità pone alla effettiva rilevanza del cristianesimo nella vita personale, sociale, culturale.