All’udienza generale di mercoledì in piazza San Pietro, Papa Francesco, dopo l’interruzione della settimana scorsa per fornire una riflessione sull’inizio della Quaresima, ha ripreso le catechesi sui sacramenti. Il tema è stato il sacramento dell’Ordine (testo integrale su www.vatican.va).
“Ci sono due sacramenti – ha esordito – che corrispondono a due vocazioni specifiche: si tratta dell’Ordine e del matrimonio. Essi costituiscono due grandi vie attraverso le quali il cristiano può fare della propria vita un dono d’amore, sull’esempio e nel nome di Cristo, e così cooperare all’edificazione della Chiesa”.
“L’Ordine – ha quindi soggiunto -, scandito nei tre gradi di episcopato, presbiterato e diaconato, è il sacramento che abilita all’esercizio del ministero, affidato dal Signore Gesù agli apostoli, di pascere il Suo gregge, nella potenza del suo Spirito e secondo il Suo cuore. Pascere il gregge di Gesù con la potenza non della forza umana, la propria potenza, ma quella dello Spirito e secondo il suo cuore, il cuore di Gesù, che è un cuore di amore”.
Anzitutto, “coloro che vengono ordinati sono posti a capo della comunità. Sono ‘a capo’, sì, però, per Gesù significa porre la propria autorità al servizio, come Lui stesso ha mostrato e ha insegnato ai discepoli con queste parole: ‘Voi sapete che i governanti delle nazioni dominano su di esse e i capi le opprimono. Tra voi non sarà così; ma chi vuole diventare grande tra voi, sarà vostro servitore, e chi vuole essere il primo tra voi, sarà vostro schiavo…’. Un vescovo che non è al servizio della comunità non fa bene. Un sacerdote, un prete, che non è al servizio della sua comunità non fa bene. È sbagliato”.
“Un’altra caratteristica che deriva sempre da questa unione sacramentale con Cristo è l’amore appassionato per la Chiesa… In forza dell’Ordine, il ministro dedica tutto se stesso alla propria comunità e la ama con tutto il cuore: è la sua famiglia. Il vescovo, il sacerdote, amano la Chiesa nella loro comunità e la amano fortemente. Come? Come Cristo ama la Chiesa. Lo stesso dirà san Paolo del matrimonio: lo sposo ama sua moglie come Cristo ama la Chiesa. È un mistero grande di amore, questo del ministero e quello del matrimonio, i due sacramenti che sono la strada per la quale le persone abitualmente vanno, come sacramento, al Signore”.
Infine, “quando non si alimenta il ministero, il ministero del vescovo, il ministero del sacerdote, con la preghiera, con l’ascolto della Parola di Dio e con la celebrazione quotidiana dell’eucaristia, e anche con una frequentazione del sacramento della penitenza, si finisce inevitabilmente per perdere di vista il senso autentico del proprio servizio e la gioia che deriva da una profonda comunione con Gesù… Per questo, dobbiamo aiutare i vescovi, i sacerdoti a pregare, ad ascoltare la Parola di Dio che è il pasto quotidiano, a celebrare ogni giorno l’eucaristia e ad andare a confessarsi abitualmente. E questo è tanto importante perché va alla santificazione proprio dei vescovi e dei sacerdoti”.
Papa Bergoglio ha concluso a braccio: “Come si deve fare per diventare sacerdote? Dove si vendono le entrate? No, non si vendono. Questa è una cosa in cui l’iniziativa la prende il Signore. Il Signore chiama: chiama ognuno che vuole che diventi sacerdote, e forse ci sono alcuni giovani, qui, che hanno sentito nel loro cuore questa chiamata. La voglia di diventare sacerdoti, la voglia di servire gli altri nelle cose che vengono da Dio, la voglia di essere tutta la vita al servizio per catechizzare, battezzare, perdonare, celebrare l’eucaristia, curare gli ammalati… tutta la vita così! Se qualcuno di voi ha sentito questo nel cuore, è Gesù che lo ha messo lì! Curate questo invito e pregate perché questo cresca e dia il frutto in tutta la Chiesa!”.