PERUGIA. Le monache celebrano i 50 anni di Benedetto patrono d’Europa

Il monastero di Santa Caterina a Perugia
Il monastero di Santa Caterina a Perugia

In molti luoghi benedettini, il 21 marzo scorso è stato ricordato san Benedetto (Norcia 480 – Montecassino 547); tra questi, il monastero delle Benedettine di Santa Caterina a Perugia. Nell’antico edificio, dove attualmente vivono e lavorano dieci monache di clausura, si svolgono i riti liturgici caratterizzati dal canto gregoriano antico, sempre ispiratore di preghiera ed esaltazione della Parola.

Quest’anno la festa del 21 marzo – legata al transito di Benedetto da questo mondo al cielo – ha visto due particolari circostanze: la crisi dell’Europa nei suoi vari aspetti, compresi i fatti dell’Ucraina, e il 50° anniversario della proclamazione di san Benedetto a patrono d’Europa decisa da Paolo VI con la lettera apostolica Pacis nuncius (24 ottobre 1964). Prendendo lo spunto dalle letture del giorno, il celebrante a “Santa Caterina” ha descritto la prima parte della vita di Benedetto come una continua fuga dal paese natio, da Roma, da Subiaco, e in continuo cammino per costruire un movimento che sarà apportatore di vitalità e rinnovamento nella Chiesa di quel tempo e dei tempi successivi.

L’altro aspetto che rende Benedetto forte e sicuro nella lotta contro l’ignoranza, l’idolatria, la corruzione e la violenza è – come ammoniva i monaci – “non anteporre nulla all’amore di Cristo”. L’insegnamento di Benedetto e la sua opera di evangelizzazione ha inciso sullo sviluppo delle civiltà europea e mondiale con la croce, il libro e l’aratro.

Non disdegnando il “mondo”, ma anzi con l’esempio e la fatica giornaliera ha insegnato a non fuggire di fronte agli invasori, e a rispettare la natura intesa come creazione divina dalla quale non possiamo allontanarci da Cristo.

È stato eseguito durante la liturgia il canto Chi ci separerà, come una preghiera e una sfida che dovrebbe riguardare tutta l’Europa perché non perda la ricchezza della sua cultura cristiana e ritrovi lo slancio unitario e solidale dei Padri fondatori, che al termine del terribile conflitto mondiale vollero gettare le basi della convivenza pacifica tra nazioni diverse, che spesso in passato si erano trovate in conflitto tra loro.

Il 40° di suor Lissy

Il 25 marzo è stata festa grande al Monastero benedettino di Santa Caterina per la solennità dell’Annunciazione e per i 40 anni di professione di suor Lissy. Suor Lissy (Teresa di Lisieux) viene dal Kerala (India), ed è della congregazione Casa Santa Marta che si occupa di ospedali, scuole, anziani. La collaborazione con il monastero è iniziata con l’accoglienza di alcune suore che dovevano studiare la lingua italiana, poi è arrivata lei. La badessa del monastero, suor Caterina, a nome della comunità, le ha espresso gratitudine e gioia: “Grazie, suor Lissy! Grazie a nome della comunità, della parrocchia, della diocesi in cui, undici anni or sono, sei arrivata per la tua missione in mezzo a noi! Missione di obbedienza: prima di tutto a Dio che, per mezzo della tua Madre generale, ti ha inviata qui per una nuova esperienza di vita. Missione di dedizione quotidiana nella vita condivisa nelle gioie  e nei momenti meno felici, con sorelle consacrate a Dio come te, ma con una finalità diversa, eppure unite dall’unico ideale: servire Cristo”.

AUTORE: E. B.