Cattedrale gremita, più di tremila presenze (tra cui molte centinai di fedeli di Porto-Santa Rufina) per l’ordinazione episcopale di mons. Gino Reali, già nostro Vicario generale, chiamato dalla fiducia del Santo Padre alla sede vescovile di Porto-S.Rufina. Ampia disponibilità di posti anche nella piazza, gremiti anch’essi. Immagine di ChiesaOltre centosessanta i presbiteri, venti i vescovi concelebranti, oltre l’arcivescovo di Spoleto-Norcia, mons. Riccardo Fontana, che ha presieduto la Concelebrazione nella sua qualità di Vescovo consacrante, assistito dai conconsacranti, mons. Ottorino Pietro Alberti, arcivescovo di Cagliari, già nostro Pastore dal 1973 al 1987 e mons. Antonio Buoncristiani, arcivescovo di Siena, già vescovo di Porto-S.Rufina, nativo della nostra diocesi. Presenti anche molti vescovi del Lazio accanto ai vescovi umbri (tra questi anche gli emeriti di Terni, mons. Gualdrini, e di Foligno, mons. Benedetti). Tutti hanno avuto già in passato lunghi contatti col nuovo vescovo mons. Reali e hanno voluto dirgli, con la loro presenza, la loro soddisfazione e il loro augurio. A rappresentare la Chiesa universale e italiana c’erano il nunzio apostolico in Italia mons. Paolo Romeo e il segretario generale della Cei mons.Giuseppe Betori. Non poteva mancare il card.Roger Etchegaray, vescovo che ha il titolo della diocesi suburbicaria di Roma, Porto – S.Rufina, di cui mons.Reali sarà pastore effettivo. L’omaggio delle autorità Larga anche la partecipazione delle autorità locali, dalla presidente della Regione Maria Rita Lorenzetti (presente anche il presidente del Consiglio regionale Carlo Liviantoni) al presidente dellaProvincia di Perugia Giulio Cozzari, ai sindaci di tutti i Comuni dell’arcidiocesi di Spoleto Norcia e molti dei comuni della diocesi di Porto-S.Rufina. Presenti tra i tanti anche la consigliere regionale Ada Urbani ed parlamentari umbri, tra i quali i senatori Maurizio Ronconi e Pierluigi Castellani (ha presentato il suo omaggio anche l’on. Benedetti Valentini). La Polizia di Stato, presso la cui scuola spoletina mons.Reali è stato ‘cappellano’, ha reso in piazza “gli onori”. Lungo anche l’elenco dei rappresentanti delle Forze dell’ordine, Polizia, Carabinieri, e Guardia di Finanza. Tra i rappresentanti del mondo della cultura, tra professori universitari, artisti e uomini di scienza, tutta la famiglia del maestro Giancarlo Menotti, fondatore del Festival di Spoleto. Piazza e chiesa con maxischermoLa scena – ma il termine è terribilmente improprio – era semplicemente grandiosa: non vi è altro termine, per dire il pieno della Cattedrale, con sullo sfondo la piazza, con due schermi giganti onde consentire di seguire al meglio ogni particolare del rito. Ugualmente soddisfacente, nel tempio e nella piazza l’impianto di amplificazione, anche per godere al massimo – il termine non è iperbolico ma semplicemente oggettivo il magnifico servizio musicale della Cappella del duomo – coro e orchestra – diretto dal maestro mons. Elio Simonelli, parroco del duomo. Grande festa di luci dall’alto, e particolarmente nell’abside, nella gloria della Vergine Assunta in cielo, incoronata dall’Eterno padre, nello splendore del Paradiso, tra gli angeli e i santi. Per tutti i presenti, un indovinato libretto con ogni particolare della celebrazione: copertina e riproduzioni all’interno, nei colori originali, di particolari della pittura del Lippi, il ciclo mariano, dall’Annunciazione alla Glorificazione. La Cattedrale, da sempre dedicata a “Santa Maria”, dopo il rifacimento dell’interno ad opera del card. Francesco Barberini, fu dedicata appunto alla Vergine Assunta in cielo. La singolare elezione della Vergine, immagine e mare della Chiesa, richiama in modo tutto speciale il disegno eterno della Trinità Augusta che chiama ugualmente gli uomini alla collaborazione più larga, come singolarmente, nella Chiesa il Papa e i vescovi. I segni della consacrazione episcopaleLa festa attorno a un nuovo Vescovo vuol essere particolarmente l’evviva al disegno del Padre per la salvezza degli uomini. Superfluo forse ricordare la missione e la figura dei vescovi. La mitra sulla loro fronte – a dire la corona celeste per la loro dignità; il pastorale per la loro missione di pastori; l’unzione crismale, veicolo di una particolare infusione di Spirito santo, come sul Cristo già nel Battesimo al Giordano; l’anello “segno di fedeltà alla Chiesa sposa di Cristo, che il nuovo eletto si impegna a custodire nell’integrità della fede e nella purezza della vita” (dal Rito) fede che si illumina della Parola di Dio, attraverso l’Antico e il Nuovo Testamento, attraverso il Vangelo, un annunzio che si arricchisce di una trasmissione sempre più ricca e coerente attraverso i secoli, tradizione di verità e di santità. L’ordinazione episcopale si attua sempre nel corso della celebrazione eucaristica, nella quale, al momento dell’epiclesi, si invoca lo Spirito santo sul pane e il vino perché “diventino il corpo e il sangue del Signore”.Lo Spirito è invocato sull’Eletto perché, pur rimanendo se stesso, possa accogliere in sé il Cristo, Pastore, Crocifisso e Risorto, per la salvezza dell’uomo. E’ questo il significato e la portata della sacra unzione che, nel rito, segue all’imposizione delle mani di tutti i vescovi presenti e alla professione di fede, unitamente alla consegna delle Insegne episcopali. Il nuovo Vescovo può veramente riandare alle parole della Vergine: “Grandi cose ha fatto per me l’Onnipotente chinandosi sulla mia piccolezza. Ecco allora il suo prostrarsi bocconi sul pavimento – gli altri si inginocchiano appena – mentre viene invocata la protezione di tutti i santi. Per don Gino, in modo particolare il suo e nostro san Benedetto con santa Scolastica, ed insieme chinato sulla mia nullità grandi cose ha fatto in me l’Onnipotente, riguardando i santi della storia millenaria, dai primi martiri ed evangelizzatori, Ponziano, Sabino, Gregorio, Felice, Vincenzo, Emiliano, Feliciano, gli anacoreti Eutizio Spes e Fiorenzo, e i grandi ricostruttori nell’epoca critica del medioevo, Benedetto e Francesco. Con loro le grandi nostre mistiche Rita e Chiara della Croce. Il Coro della cattedraleMomenti di altissima poesia, cui è fondamentale l’espressività fornita dalla musica e dal canto. Abbiamo accennato alla Cappella del duomo. Vogliamo qui ricordare particolarmente i canti d’ingresso, la Missa Iubilaris a 4 v.d., composta proprio per la nostra Chiesa particolare nell’anno del Giubileo, i vari brani eucaristici, il trionfale Alleluja finale dalMessia di HaendelE’ proprio vero che chi canta prega due volte. Grazie dunque ai bravissimi amici della Cappella del duomo, che ci hanno così aiutato a pregare, tanto più che non è mancato il dialogo in canto con l’Assemblea, come al Gloria e al Te Deum finale. Sentimenti di gratitudineCi ripromettiamo di pubblicare sulla rivista della diocesi “Chiesa in cammino” l’Omelia dell’arcivescovo mons. Fontana. Vogliamo dirgli grazie anche perché è soprattutto lui che l’ha guidato in questi anni, fin dal giorno del suo ingresso in diocesi, e sono stati gli anni del terremoto e del Sinodo. Auguriamo a mons. Reali lo stesso dinamismo e spirito di iniziativa, nel fascino della Parola di Dio, oggi giornata della misericordia. Soprattutto due i punti centrali: la comunione più larga con il presbiterio, i religiosi e il popolo da una parte, e l’attenzione ai giovani e ai poveri dall’altra. Solo così la città dell’uomo sarà davvero la città di Dio. E al termine il nuovo vescovo ha tenuto ad esprimere il suo ringraziamento al suo Arcivescovo. Nella Bolla di nomina il Santo Padre lo ha invitato a scegliere liberamente il suo Consacrante. E mons. Reali ha voluto proprio lui, il quale più che un superiore, in questi anni, ha voluto essergli amico nella collaborazione di ogni giorno. “Finora – ha detto mons.Fontana – uniti nell’operare, da oggi uniti nell’essere, come membri di quel collegio episcopale del mondo intero che è una sola cosa sub Petro e cum Petro, testimoni della risurrezione, oltre i chiodi, i flagelli, le spine, la lancia che nelle forme più varie tornano nella vita di ogni Vescovo, pronti sempre a rendere ragione della speranza che è in loro, nella luce dell’ultima beatitudine, di coloro che credono nonostante non vedano. Con il ringraziamento a mons. Fontana e particolarmente anche ai due Vescovi conconsacranti, l’uno già suo Arcivescovo che lo volle suo Vicario, l’altro a lui legato da lunga amicizia. mons.Reali si è congedato dal suo popolo, esprimendo a tutti la sua gratitudine. Il primo saluto benedicente, è stato comunque, per la sua nuova diocesi di Porto Santa Rufina, presente oggi in maniera così eloquente, con le comunità tanto delle città che delle borgate. L’ultimo pensiero è stato per il papà e la mamma, che lo guardano oggi da lassù, il cielo. Un saluto carissimo ai familiari. Concluso così il sacro rito, il nuovo Vescovo ha incontrato, all’uscita, i numerosissimi amici che hanno voluto esprimergli direttamente il loro affetto. Ugualmente noi de La Voce che lo abbiamo avuto finora collaboratore prezioso. Mons. Reali farà ingresso nella sua diocesi domenica 5 maggio. Ci lascia, ma nella preghiera e nel ricordo lo sentiremo sempre a noi vicino.
Don Gino vescovo. L’abbraccio della sua diocesi
Una grande folla ha partecipato alla ordinazione episcopale di don Gino Reali
AUTORE:
Agostino Rossi