Mons. Chiaretti: “Il primo martire della giustizia in Umbria”

L'ultimo saluto a Luca

“Il primo martire della giustizia in Umbria” ha detto martedì mattina l’arcivescovo monsignor Giuseppe Chiaretti celebrando le solenni esequie di Stato nella cattedrale di San Lorenzo. In tanti erano a dare l’ultimo saluto al giovane padre di famiglia colpito a morte nel compimento del suo dovere, l’agente scelto di Polizia Luca Benincasa. Accanto ai familiari della vittima, c’erano la gente e il parrocco di Collestrada, i colleghi della Polizia e le autorità dello Stato: il ministro dell’Interno, Claudio Scajola, il capo della polizia Gianni De Gennaro, il prefetto Gianlorenzo Fiore, il presidente della Regione Maria Rita Lorenzetti, il questore Vincenzo Indolfi, il comandante provinciale dei Carabinieri Luigi Lastella, il sindaco di Perugia Renato Locchi ed i presidenti delle province di Perugia e Terni Giulio Cozzari e Andrea Cavicchioli. Fuori e nella cattedrale in mesto e addolorato silenzio la folla dei perugini. Luca Benincasa, 28 anni, è stato ucciso venerdì scorso a Corciano da alcuni rapinatori in fuga dopo il colpo alla banca di Camucia. Nello scontro era rimasto ferito gravemente anche il collega Lamberto Crescentini, ora fuori pericolo ma ancora in ospedale, che ha ricevuto la visita dei ministri La Loggia e Scaiola. L’Arcivescovo, con il parroco di Collestrada don Ugo Scappini, sulla soglia della cattedrale ha accolto la salma portata a spalla dai colleghi di Luca dalla Sala dei Notari dove era aera stat allestita la camera ardente. All’omelia ha avuto parole di conforto, chiamadoli per nome, “per la moglie Anna e il figlioletto Francesco, il fratello Paolo, il papà Franco e la mamma Maria Teresa”, e si è fatto interprete del “dolore per questa giovane vita stroncata così ferocemente” e della preoccupazione per “questa escalation della malavita e di delitti contro la persona”. “Non esistono più isole felici e regioni idilliache. Siamo anche noi travolti dal diffuso marasma sociale che ha molte cause, ed una in particolare: il crollo dei valori etici fondamentali, senza dei quali non c’è degna coesistenza umana né pace sociale”. Ma, ha aggiunto mons. Chiaretti, “coloro che agiscono in dispregio della vita e degli elementari criteri di buona convivenza li chiamiamo “balordi”: ma balordi non si nasce, si diventa”. E se “il desiderio di tutti è quello di dare un volto a questi balordi e di garantire a Luca giustizia e a tutti sicurezza” occorre anche guardare al futuro e ed impegnarsi cominciando “ad esigere da tutti, e sempre, serio rispetto di quei valori umani e cristiani che sostanziano la nostra cultura; a guardare con più attenzione ai processi educativi, alle sofferenze della famiglia e della scuola, alle dinamiche sociali emarginanti, alla carenza sempre più vistosa di speranza e di futuro”. Parole nelle quali la preseidente della Regione Maria Rita Lorenzetti ha letto “una sollecitazione nell’ azione di governo ed un incoraggiamento” a governare quei “processi di modernizzazione” che coinvolgono anche l’Umbria. “In queste due ultime settimane, Perugia e l’Umbria sono stati al centro di eventi luttuosi che hanno scosso le coscienze e colpito profondamente l’opinione pubblica – ha detto il sindaco Locchi – Perugia e l’Umbria sono cresciute e divenute crocevia di interessi e punto di passaggio anche della più crudele e spietata malavita. Riconfermiamo il nostro grande sostegno all’opera delle forze dell’ordine. E un pensiero particolare è per i familiari delle vittime della violenza assassinai”. Il sindacato autonomo di polizia ha lanciato la sottoscrizione di un fondo per la famiglia dell’agente. Il conto, n’21702 della Banca Nazionale del Lavoro, verrà mantenuto aperto fino al 15 maggio.

AUTORE: U.M. - M.R.V.