L’Umbria è un territorio molto fertile per l’agricoltura biologica, settore verso il quale c’è un crescente interesse del mercato, come conferma l’assemblea generale regionale dell’ Associazione italiana per l’Agricoltura biologica, tenutasi a Corciano il 16 marzo. Ma in periodi come quello della “mucca pazza” il biologico è diventato persino di moda, ed è forte in questi casi il rischio di una sua banalizzazione e di una sua riduzione a semplice tecnica produttiva priva di qualsiasi altro significato culturale ed etico che invece sono alla base della nascita dell’Aiab. L’idea che l’associazione porta avanti afferma l’agricoltura biologica come strumento essenziale per lo sviluppo rurale e ribadisce il ruolo di tutela e promozione che l’azienda agricola biologica svolge sul territorio, chiedendo il riconoscimento politico ed economico della multifunzionalità dell’azienda agricola.
Come tiene a precisare il presidente regionale dell’Aiab, Alessandra Oddi Baglioni, “Noi vorremmo che la Regione non finanziasse semplicemente chi non utilizza i fitofarmaci, ma facesse un passo ulteriore finanziando chi investe in aziende”. Nell’ultimo anno infatti è entrato in vigore il Piano regionale di sviluppo agricolo, che prevede fondi europei che dovrebbero aiutare da qui fino al 2006 tutte le aziende agricole della regione ad agire secondo i criteri dell’ecocompatibilità. L’obiettivo di lavoro che l’Aiab si pone è quello di passare dalla “conversione aziendale alla conversione del territorio”, che significa anche affrontare i problemi concreti delle singole aziende (assistenza tecnica, servizi commerciali, ricerca, politica dei premi), all’interno di un quadro di riferimento che cerca di dare una strategia all’agricoltura, collegandola strettamente al territorio.
Il riconoscimento politico ed economico si deve basare perciò su concetti precisi: sulla territorialità delle produzioni e sulle varietà tipiche locali, sulla certificazione a garanzia del consumatore, sull’ambiente, su di un’offerta turistica legata all’ambiente, sull’alimentazione e sulla cultura ad essa collegata. L’associazione italiana per l’Agricoltura biologica è in Umbria il punto di riferimento per il 60% delle 1250 aziende che operano rispettando le disciplinari della produzione eco compatibile. Sono infatti 750 le imprese ad essere certificate dalle sue strutture tecniche. Ma più che con i numeri, per concludere, vogliamo farvi riflettere con i contenuti, e perciò vogliamo riproporvi la frase che abbiamo letto in un volantino dell’Aiab: “…insegnate ai vostri bambini, quello che noi abbiamo insegnato ai nostri bambini è che la terra è nostra madre. Qualunque cosa accade alla terra accade ai figli della terra. La terra non appartiene all’uomo è l’uomo che appartiene alla terra” (Capo degli indiani di Seattle-1854).