Lo Stato sociale, e oltre

In forma di litote, due indicazioni politiche preziose da parte di un Isaia che profetizza nel fragore dei carri di Assur che scorazzano sotto le mura. Governare – questo dice la prima indicazione – vuol dire sanare le fratture delle canne incrinate. Governare – questo dice la seconda indicazione – vuol dire rianimare i lucignoli fumiganti. C’è qui, in nuce, l’intuizione dello stato sociale. In controluce sui comportamenti qualificanti del futuro Re/Messia appare la convinzione che la giustizia può essere perseguita solo schierandosi dalla parte del più debole. L’imparzialità, il riservare a tutti lo stesso trattamento, non fa altro che perpetuare l’ingiustizia. Pierino del Dottore e Gianni lo Zuccone; seduti sul primo banco, il primo giorno di scuola della prima elementare. Dal grembiulino che indossano Gianni e Pierino sembrano uguali. Ma il fiocco azzurro vistoso non impedisce a don Milani di cogliere il carico di ingiustizia che già a sei anni separa i due bambini. Pierino del Dottore, in termini di opportunità di crescita culturale, dalla vita ha già avuto moltissimo: l’hanno accudito tre diverse colf, che parlavano tre lingue diverse, per casa circolano libri d’arte, i discorsi che si fanno a tavola hanno la quieta affabilità di chi rilancia con la dovuta leggerezza i temi de La grande storia in TV; a casa di Gianni si parla solo dialetto, le uniche stampe che circolano sono quelle dell’ipermercato che magnificano gli sconti prossimi venturi, le uniche storie che circolano senza commento sono quelle lacrimevoli che la sempreverde Raffaella Carrà ammannisce a mo’ di manicaretti per i semplici; l’unico contributo culturale che Gianni ha avuto da suo padre bracciante è stato quando lui chiamava “lalla” la radio, e suo padre gli ha detto: “Non si dice lalla, si dice aradio”. Tra Pierino e Gianni il maestro può promuovere giustizia in un solo modo: dedicandosi a Gianni, e invitando Pierino a fare altrettanto. L’intuizione/base dello stato sociale. Ma quello politico nella Bibbia è sempre solo un risvolto. La Bibbia non teorizza mai la politica, e nemmeno la solidarietà. La Bibbia narra le grandi opere di Dio: chi ha occhi per vedere e orecchie per intendere ne tragga quanto gli occorre per sottrarre alla banalità la sua vita privata, e il suo impegno per e con gli altri. . Sullo sfondo ultimo delle parole di Isaia si staglia Colui che, pur essendo di natura divina, non considerò un tesoro geloso il suo essere uguale a Dio, ma svuotò se stesso per diventare uno di noi.