Necessari miglioramenti funzionali per il tribunale

L'edificio, che ha trenta anni, appare inadeguato

Ha trenta anni e esteticamente li porta molto bene. Ci riferiamo al palazzo del Tribunale di Terni il quale, inaugurato nel 1971 su progetto degli architetti Luisa Anversa Ferretti, Cleto Morelli e Gabriele Belarbelli, presenta, però, nei quattro piani che lo caratterizzano, problemi di vario genere nelle strutture interne. In primo luogo c’è da rilevare che l’edificio è diventato “stretto”, dopo il trasferimento degli uffici della ex Pretura che si trovavano in uno stabile d’epoca di via Fratini. Per sopperire alle necessità dovute a questo trasferimento, nel Tribunale sono stati realizzati, negli spazi di disimpegno, box e “gabbiotti” che ne hanno alterato, internamente, gli spazi e le volumetrie architettoniche. Ora il Tribunale “scoppia” ma un suo ampliamento non appare, al momento, ipotizzabile. Dopo trenta anni, però, si sono evidenziati vari altri problemi. Necessita, infatti, di interventi di adeguamento e messa a norma di quasi tutte le strutture di servizio. Tanto per fare un esempio: i due ascensori che si trovano addossati alla parete che guarda verso corso del Popolo, da molti mesi sono “legati” da un nastro in quanto fuori uso. Se ne possono utilizzare – quando va bene – i quattro che si trovano nell’ingresso secondario, due nel vestibolo e gli altri due nello spazio antistante la sala delle udienze dei giudici unici penali. Ora qualcosa sembra muoversi. Il Ministero di Grazia e giustizia ha fatto sapere che concederà al Comune di Terni, che per legge è tenuto a effettuare interventi di manutenzione nella sede giudiziaria, un finanziamento di otto miliardi e mezzo di lire. Con tale importo, quando ovviamente sarà concesso, il Comune provvederà a far funzionare gli ascensori, a abbattere le barriere architettoniche, a rifare gli impianti elettrici, antincendio, di condizionamento e di riscaldamento. La stessa Amministrazione comunale ha già predisposto un progetto di massima per attuare questi interventi che – finanziamenti arrivati – potrebbero iniziare entro il corrente anno. Naturalmente questi interventi, pur necessari e improcrastinabili, non risolvono certo quello relativo a una maggiore funzionalità di spazi dell’edificio. Il problema dell’ampliamento del Tribunale, in effetti, era stato, a suo tempo, sollecitato all’allora ministro della Giustizia Piero Fassino che aveva garantito il proprio impegno. Poi i governi sono cambiati, e certi impegni si sono dissolti. Il problema, in ogni caso, resta. E interventi concreti e funzionali, per il palazzo di Giustizia del secondo capoluogo umbro, non sembrano troppo dilazionabili nel tempo.

AUTORE: Mino Valeri