Cosa deve dire un uomo di fede di fronte alla scienza che rivendica la sua autonomia nei confronti della Bibbia, di fronte agli Slipher, ai Friedmann, agli Hubble, al cattolico Lemaitre che, inserendo certe ipotesi semplificative nelle equazioni della relatività generale di Albert Einstein, in particolare quella di omogeneità e isotropia dell’universo (cito da Wikipedia senza capire un’acca quello che scrivo), mandano in pensione il Padreterno di Michelangelo che da quattro secoli volava, placido padrone del suo cielo, per andare a sfiorare con il suo dito il dito di Adamo semiaddormentato, a beneficio della réclamistica dell’Enel? Un uomo di fede deve dire che hanno ragione loro.
Cosa deve pensare un uomo di fede quando la politica rivendica la sua autonomia? Quando Machiavelli chiude la sua indagine su come nel suo tempo la politica possa produrre pace, e con intima sofferenza (“Oh! Se gli uomini fussino buoni!”) ci dice che questo accade solo quando la politica parte da una convinzione salda, che cioè “i nemici s’hanno o a vezzeggiare o a spegnere”? O te li fai amici, o li ammazzi, i nemici.
Che devo dire io, prete che nel versetto dell’invitatorio al mio quotidiano mattutino recito: “Venite, adoriamo Cristo, fonte di ogni sapienza”, cosa devo dire?
Devo dire che è sapienza anche quella di ser Niccolò de’ Malclavelli, ma solo sul piano fattuale. Ha ragione quando addita come sommo esemplare dell’agire politico del sec. XVI in Italia quel delinquente del figlio di papa Alessandro VI, Cesare Borgia, il “Duca Valentino”, che ha realizzato un primo capolavoro quando è riuscito ad avere a cena con sé, a Senigallia, gli esponenti delle famiglie che nel centro Italia gli facevano concorrenza nella corsa al potere, e ha inserito nel menu un piatto imprevisto, il taglio della gola; e un secondo capolavoro l’ha fatto quando ha assunto alle sue dipendenze un uomo “espedito”, sbrigativo e crudele, lo spagnolo Ramiro de Orco, e gli ha lasciato mano libera per massacrare tutti quelli che voleva nella Romagna dalle mille teste calde, e poi, per sviare da sé l’antipatia enorme che quel bestione aveva suscitato, lo ha fatto trovare “segato in dua in su la piazza di Cesena”: e la Romagna da quel momento ha conosciuto un’epoca di pace che non s’era mai vista a memoria d’uomo.
Hanno ragione quelli del Big Bang, ha ragione Machiavelli. Ma le loro ragioni o accettano di diventare tesi per una sintesi superiore, condotta alla luce di quello che Gesù ci ha detto di quel mondo di cui egli è il Verbum, la ratio, il principio ordinatore, o non servono a nulla.
Mille risposte parziali non fanno una risposta globale.