Natale è la festa dell’Amore. Lo stesso che ha spinto gli umbri ad impegnarsi per dare aiuto e sostegno a chi ne ha bisogno

Le Chiese dell'Umbria hanno dato vita a molte "opere segno" in questi ultimi anni. Dai centri d'ascolto alla ludoteca per bambini alle cooperative di lavoro

Sembra quasi naturale, nel periodo natalizio, parlare di tutte quelle realtà che nell’ambito della Chiesa umbra si dedicano all’accoglienza e all’assistenza degli ultimi, dei più poveri, di anziani e malati, degli indifesi e abbandonati. Sembra naturale, ma non lo è. Perché il mondo di oggi, soprattutto in periodi come quello del Natale, ci spinge a dimenticare coloro che stanno ai margini.

Quasi ingannando l’occhio umano con i bagliori delle tante luci che nascondono le zone d’ombra. Ma se l’annuncio di gioia per la venuta di Gesù dev’essere pieno e forte, allora nessun cristiano può dimenticarsi dei fratelli più poveri. Non basta tendere la mano una volta o due. La carità dovrebbe diventare pane quotidiano in ogni diocesi, in ogni parrocchia, in tutte le famiglie. Per questo le Caritas diocesane dell’Umbria si sforzano di aprire strutture e attività che possano essere segno per tutti i credenti e invito a rimboccarsi le maniche.

Per fornire aiuto e assistenza nella loro gestione di tutti i giorni. O per dare un nuovo e più fantasioso volto alla carità. Quella che vi proponiamo non vuol essere una rassegna celebrativa di quanto è stato fatto, ma un “repertorio ragionato” di case, centri, strutture e luoghi dove l’accoglienza è quotidiano strumento di amore. In tutte le Caritas diocesane e le Chiese locali umbre in generale, l’aiuto al prossimo comincia sempre con l’ascolto e l’attenzione verso le tante forme di bisogno e di necessità.

Assisi

Nella città del Poverello la Caritas diocesana ha aperto da qualche mese una nuova struttura per il Centro di ascolto e di prima accoglienza. Si tratta di una casa in piazza Donegani a Santa Maria degli Angeli (tel. 075.8043730), dove vengono ospitati poveri di passaggio, famiglie, immigrati e italiani in difficoltà. Diretto da don Franco Pasqualoni, il centro ha 24 posti letto e 50 posti nella mensa collegata.

Fino a qualche tempo fa la casa era proprio in Assisi, ma poi il terremoto ha reso inagibile la struttura del centro di accoglienza, nato nel 1994 su idea di don Francesco Santini, allora direttore della Caritas diocesana, per offrire un letto, una doccia e un pasto caldo ai tanti poveri di passaggio nella zona, promuovendone l’inserimento umano e lavorativo in città. Nei centri più grandi della diocesi (Assisi, Bastia, Nocera Umbra, Santa Maria degli Angeli, Gualdo Tadino) sono attivi alcuni Centri di ascolto e di volontariato sociale attraverso i quali la Chiesa locale vuol essere vicina ai bisogni e alle necessità del territorio. Alcune case destinate all’accoglienza e alla carità sono state seriamente danneggiate dal sisma del 1997 che le ha rese inagibili.

L’intenzione è quella di risistemarle man mano e di riaprirle orientandole ai vari bisogni dei tempi di oggi. Ma lo spirito di prossimità non si esaurisce nelle sole strutture della Caritas diocesana, ma si manifesta anche attraverso altre realtà con un importante ruolo sociale e culturale. Come l’Istituto Serafico di Assisi, in viale Marconi 6 (tel. 075.812411), che ospita minorati psichici e fisici. Città di CastelloLa Caritas diocesana tifernate concentra le sue attività in particolare nel complesso di Santa Croce, che ospita la Casa di accoglienza (in via Santa Croce, 8 – tel. 075.8556719) e la Mensa dei poveri, entrambe coordinate da Francesca Ricciardi.

La casa è nata nel 1993 perché la Caritas voleva dare un proprio contributo all’emergenza immigrazione che si è acuita proprio in quel periodo; ogni anno accoglie circa una quarantina di extracomunitari, con regolare permesso di soggiorno, per un periodo di qualche settimana. La casa, che ha 24 posti letto, è convenzionata con l’amministrazione comunale di Città di Castello. Nella stessa struttura si trova anche la Mensa per immigrati e persone in stato di necessità. È aperta nei giorni di lunedì, mercoledì, venerdì e sabato, dalle ore 11,30 alle 15. Può accogliere circa 25 persone contemporaneamente. La Caritas gestisce anche la Casa di accoglienza di San Pietro a Monte (tel. 075.8553911), frazione del territorio comunale a vocazione agricola. La struttura, nata nel 1996 negli ambienti di una vecchia canonica di campagna, nasce proprio per dare un tetto ai tanti immigrati occupati nei lavori agricoli stagionali, con una capacità di accoglienza di sei/sette persone. Per questo viene utilizzata prevalentemente nei periodi primaverile ed estivo.

Foligno

Il Centro di coordinamento e di ascolto della Caritas diocesana si trova in via San Giovanni Dell’Acqua 7 (tel. 0742.357337), non lontano dal centro storico di Foligno. In questa sede vengono anche organizzati corsi di alfabetizzazione per immigrati, che possono imparare e perfezionare l’italiano per utilizzare meglio la lingua nella vita di tutti i giorni e sul posto di lavoro. In via Flaminia Vecchia 84, nella zona di Sant’Eraclio, c’è invece il Centro di accoglienza per immigrati e persone di passaggio (tel. 0742.355761), nato nel 1984 e coordinato da don Luigi Filippucci, direttore della Caritas diocesana. La parte della casa dedicata al pernottamento (20 posti disponibili) al momento è chiusa per la ristrutturazione post-terremoto.

La Mensa dei poveri, invece, è aperta dal lunedì al venerdì, fra le 17,30 e le 19,30, il sabato e la domenica dalle 11,30 alle 13,30 e può accogliere una quarantina di persone.

Gubbio

Anche nella diocesi eugubina i bisogni e le necessità passano in genere attraverso il Centro di ascolto Caritas, nella nuova sede allestita presso gli uffici della Curia vescovile in Largo Vescovato 1 (tel. 075.9221202). Gli operatori del centro, coordinato da don Benito Cattaneo, sono a disposizione dal lunedì al sabato, tra le ore 9 e le 12. Ogni anno la Caritas diocesana si occupa di 4500/5000 interventi coordinati attraverso il servizio di ascolto e di segretariato sociale.

In attesa della costruzione della nuova casa della Caritas, lungo via Perugina, e delle ristrutturazione di altri spazi a disposizione della Chiesa locale, quella del centro di ascolto è l’attività principale della diocesi eugubina sul versante della carità e dell’accoglienza. Ma la Caritas sostiene direttamente anche realtà come la Casa Shekinà, nata dal lavoro volontario di tanti giovani legati all’Ufficio diocesano di pastorale giovanile.

La struttura, l’ex canonica della frazione di Branca (tel. 075.9256722), viene abitata a turno da giovani famiglie che scelgono l’apertura alle tante forme di bisogno e accolgono gli ospiti per un periodo di tempo variabile. L’attuale responsabile è Giuseppe Filippetti. Nella stessa ottica vengono sostenute anche due cooperative sociali che facilitano l’assistenza e l’inserimento lavorativo di giovani e persone in difficoltà. Si tratta della cooperativa Corinzi 13 (Loc. Semonte – tel. 075.9221147) coordinata da Carlo Carosati e della cooperativa Madre della Divina Provvidenza e Misericordia (Loc. Semonte – tel. 075.9221794), di cui è responsabile Daniele Cacciamani.

Nella diocesi di Gubbio ci sono anche due parrocchie della zona cittadina che si impegnano nell’aiuto agli immigrati e a tutte le persone che attraversano un momento di necessità. La Caritas di Madonna del Prato (presso il centro parrocchiale in via Perugina – tel. 075.9274574) è aperta il mercoledì dalle ore 18 alle 20. Quella di Sant’Agostino (nell’omonimo Borgo del centro storico – tel. 075.9273814) resta aperta dalle ore 10 alle 12 dei giorni di martedì. Entrambe distribuiscono viveri e vestiario, e cercano di andare incontro ad altri bisogni immediati e quotidiani. La Caritas eugubina partecipa anche alla gestione del Centro di accoglienza e segretariato sociale per extracomunitari “Masslo” di Umbertide.

Orvieto-Todi

Quella della Caritas di Orvieto-Todi è una fitta rete di solidarietà che si articola in una serie di Centri di ascolto distribuiti in tutto il territorio diocesano e coordinati da Claudio Sbernicchia (tel. 075.8945345). Le strutture, destinate all’ascolto dei bisogni e all’aiuto per le necessità più urgenti, sono attive a Todi, Orvieto, Ciconia, Bolsena, Montecastrilli, Collevalenza e Ammeto. Da qui, a parte le soluzioni e le risposte più rapide e immediate, le persone vengono poi orientate verso altri luoghi dove la Caritas offre ospitalità e sostentamento per periodi temporanei.

Tra questi, il Centro di accoglienza di via Clementini 4 a Orvieto (tel. 0763.393182), coordinato da Francesco Luciano. La casa può ospitare fino a 15 persone ed è aperta a immigrati e barboni. Si tratta di un’opera voluta dal Vescovo nei locali del Seminario diocesano. È stata inaugurata nel 1997 e oltre all’accoglienza di extracomunitari e senza fissa dimora, accoglie anche carcerati della casa di reclusione di Orvieto e i loro familiari. Nella cittadina di Todi è attivo il Centro di accoglienza “Luigi Crispolti” (in via Cesia 96 – tel. 075.8945345), sotto la responsabilità e la guida di Marcello Rinaldi. Anche in questa struttura vengono ospitati i senza fissa dimora, per una disponibilità totale di 15 posti letto. Il centro si trova nella sede dell’Istituto Crispolti, fondato dal sacerdote tuderte Luigi Crispolti nel 1847.

Perugia

Il Centro di ascolto della Caritas perugina accoglie ogni giorno 35/40 persone con le richieste più varie: dall’alloggio al posto di lavoro, da un pasto caldo alla soluzione di problemi più complessi. Quello della struttura di Piazza Michelotti 1 (tel. 075.5723851), proprio nel centro storico di Perugia, per la Caritas è il primo impatto con un’utenza eterogenea e con i bisogni più diversi. Il coordinamento del centro, aperto dal lunedì al sabato dalle ore 9 alle 13, è affidato a Stella Cerasa. Le strutture destinate all’accoglienza sono poi numerose e diversificate a seconda delle necessità.

La Comunità di accoglienza di Montemorcino (strada San Galigano 10 – tel. 075.40448) nasce nel 1984 su idea di monsignor Cesare Pagani. Con 30 posti letto, accoglie detenuti in semilibertà, in permesso premio, in affidamento, in sospensione della pena, in libertà vigilata, agli arresti domiciliari, in post detenzione. Ma accoglie anche persone in altre situazioni di bisogno. Sempre destinata all’accoglienza di detenuti ed ex carcerati, c’è anche la Casa-famiglia Gesù Redentore nella Zona Elce di Perugia (tel. 075.42350). In questo caso, però, la casa è aperta per le donne che hanno a che fare con un’esperienza di detenzione e per i loro familiari.

La piccola comunità è affidata alle suore di Gesù Redentore. Accoglie donne in difficoltà anche la Casa San Vincenzo, nel centro storico del capoluogo umbro, aperta nel 1995 e affidata alle Figlie della carità di San Vincenzo de’ Paoli, che condividono con le donne e i loro bambini la vita quotidiana segnata dall’ascolto, dal sostegno, dal rispetto reciproco, in un clima familiare. Per immigrati e senza fissa dimora c’è la Casa di accoglienza Sant’Anna dei servitori, in via Vincioli 9 (tel. 075.5730042 – 075.5723851), aperta tutti i giorni dalle ore 18 alle 9 del mattino successivo, con una disponibilità di 15 posti letto.

Un “rifugio” per chi non ha niente, per chi è carico dei propri problemi di vita, per chi non ha un luogo dove poter dormire, per chi a volte ha perso la speranza; offre ospitalità settimanale che può essere rinnovata a seconda delle difficoltà della persona. In via Alessi 15 c’è poi la Casa di accoglienza Sant’Ercolano (tel. 075.5723851), che dal 1994 offre ospitalità a massimo una decina di studenti stranieri che non usufruiscono di alcuna borsa di studio o provvidenza regionale e hanno difficoltà abitative. Gli ospiti partecipano alle spese per i servizi con un piccolo contributo giornaliero.

Dieci anni prima era stata inaugurata una struttura voluta da monsignor Cesare Pagani e destinata ad accogliere i parenti dei ricoverati negli ospedali perugini. Si tratta della Casa di ospitalità Betania di via dal Pozzo 55 (tel. 075.5736922). Alcuni volontari sono a disposizione per piccoli servizi, visite in ospedale, sostegno alle famiglie. È nata, invece, come segno voluto da monsignor Giuseppe Chiaretti per il IV Congresso eucaristico diocesano e vuol essere espressione di attenzione verso i disabili e le loro famiglie, con una disponibilità concreta di circa 20 posti.

È la Casa Emmaus, in Loc. Lidarno (tel. 075.5736922), realtà dove opera l’associazione di volontariato “Quintilio Barberini – Mano nella mano”. La Caritas perugina ha pensato anche a una realtà per l’ospitalità delle persone anziane in difficoltà economiche e sociali. Così, nell’ottobre 1995 è nato il Villaggio Santa Caterina, in Loc. Solfagnano – Parlesca (tel. 075.604746), coordinato da Simonetta Cesarini. Gli ospiti conducono una vita autonoma, ma in certi momenti – come quelli di preghiera e di festa – si ritrovano insieme. Ci sono, infine, tre cooperative sociali sostenute dalla Caritas e funzionali all’inserimento lavorativo di particolari categorie di persone.

È il caso di Artesi (Via Bontempi – tel. 075.5722819), legatoria e copisteria, nata nel 1997 per valorizzare al massimo le capacità dei portatori di handicap e per renderli autonomi anche dal punto di vista economico. La Secomart di Corciano (Via Gagarin 2 – tel. 075.5173087) occupa ex carcerati dal 1994. E la Siembra Umbra (Via Campo di Marte 4/m – tel. 075.5720731), cooperativa agricola per giovani composta per la maggioranza da laureati e laureandi di agraria. Un progetto nato in collaborazione con la consulta di pastorale giovanile e quella di pastorale sociale e del lavoro, con lo scopo di creare occupazione attraverso produzioni agricole biologiche.

Spoleto-Norcia

Ha come scopo la collaborazione e l’attivazione delle risorse presenti nelle unità pastorali della diocesi, valorizzando il ruolo e le possibilità di intervento delle “reti informali” (come il volontariato, le comunità parrocchiali, famiglie, aggregazioni sociali), preoccupandosi di metterle in relazione con la “rete formale” dei servizi pubblici del territorio. Si tratta del Centro di ascolto di via Saffi 13 (tel. 0743.231044), diretto da monsignor Sergio Virgili. E’ aperto il lunedì, mercoledì e venerdì dalle 10,30 alle 12,30 e lavora in stretto collegamento con l’Ufficio immigrazione (sempre in via Saffi 13 – tel. 0743.231044 e 0743.231048), coordinato da Giorgio Pallucco.

La struttura nasce dalla necessità di assistere e accompagnare lo straniero nella realizzazione dei propri bisogni primari, impegnandosi, dove le necessità siano autentiche e legalmente tutelate, a fornire alle persone assistenza per entrare nel corretto rapporto con le istituzioni italiane. L’ufficio è aperto il martedì e giovedì dalle 16,30 alle 18,30 e il sabato dalle 10 alle 12. L’anno giubilare ha lasciato un segno forte nella Casa “Giubileo” (Loc. Terraia di Spoleto – tel. 0743.260989), diretta da Paolo Sebastiani. Una struttura per l’accoglienza di anziani e disabili che si avvale della presenza di personale medico-infermieristico specializzato.

La Caritas diocesana, membro della Fondazione “Giubileo” che gestisce la casa, assicura la presenza e l’animazione del volontariato. E’ invece rivolta a donne in difficoltà e minori a rischio l’attività della Casa di accoglienza San Sabino, nata nel 1977 su proposta di monsignor Sergio Virgili e coordinata oggi da Anna Benedetti. Una struttura di tipo familiare, che opera in stretto contatto con i Servizi sociali e il Tribunale per i minori. Si avvale della presenza di volontari, operatrici qualificate e personale specialistico (medico, psicologo).

Due le iniziative che la diocesi spoletina segue attraverso la Confraternita della Misericordia. La prima è destinata a ragazzi e persone con vari tipi di difficoltà personali e familiari. Si tratta della Casa della misericordia di Castellocchio – Eggi, in piena campagna, dove gli ospiti si dedicano proprio ai lavori agricoli nei 30 ettari di terreno circostanti, sotto la guida del delegato Caritas regionale, don Lucio Gatti. La seconda struttura è la Mensa della misericordia in via Cecili 5 (tel. 0743.45201), coordinata da Ponziano Benedetti.

L’accoglienza e la distribuzione dei pasti caldi, nei 48 posti a tavola disponibili, è garantita da volontari e obiettori in servizio civile presso la Caritas, nei giorni dal lunedì al sabato, tra le ore 17 e le 19. A Roccaporena di Cascia c’è una delle strutture più note della diocesi spoletina. L’Opera di Santa Rita (tel. 0743.76947) affidata oggi a monsignor Dino Pallucchi, presta accoglienza e assistenza a ragazzi orfani o provenienti da situazioni familiari difficili. La volle il vescovo nursino Settimio Peroni, nell’immediato secondo dopoguerra per ospitare i ragazzi e offrire loro la preparazione scolastica dalle elementari all’avviamento professionale.

È sempre destinata ai più giovani, ma in questo caso si tratta di bambini da 0 a 3 anni, la Ludoteca di Santa Maria in Campis (tel. 0743.276175), gestita dalla cooperativa “Il nido delle piccole api”, che offre attività educative, ludiche, di apprendimento e di socialità. Ospita 22 bambini ed è aperta tutto l’anno, con orario flessibile e personalizzato a seconda delle esigenzeI familiari dei degenti presso il Centro di riabilitazione di Trevi possono trovare ospitalità nella Casa di Borgo Trevi (in via Sant’Egidio), coordinata da padre Jose Mecheril.

La casa viene predisposta per essere autogestita dai fruitori del servizio. L’ultima presenza preziosa nell’ambito della carità in diocesi è quella della congregazione delle suore della Sacra Famiglia di Spoleto, fondata nel XIX secolo dal sacerdote spoletino Pietro Bonilli. L’Istituto “Bonilli” (Via Galilei 179, loc. Montepincio – tel. 0743.223264) accoglie e assiste i disabili, offrendo loro un ambiente familiare, con il supporto di personale altamente qualificato e un largo coinvolgimento del volontariato.

L’Istituto Nazareno (Via Interna delle Mura 23 – tel. 0743.221125), accoglie invece le persone anziane, uomini, donne e sacerdoti, autosufficienti e non. Ospita attualmente 45 persone assistite, oltre che dalle religiose, da personale specializzato infermieristico. Il Pensionato “Casa Marini” (Via Vittori 7 – tel. 0743.49600) si dedica – infine – alle donne anziane.

Terni-Narni-Amelia

Nella diocesi ternana, le attività passano tutte per il coordinamento del Centro di ascolto per l’accoglienza (Strada di Valle Verde 22 – tel. 0744.428393 e 0744.430385), diretto da don Salvatore Ferdinandi. La casa di accoglienza “Orlando Parrabbi” (tel. 0744.401553) accoglie immigrati extracomunitari nei 9 posti disponibili nella struttura. È nata nel 1992 ed è collegata direttamente al Centro di ascolto Caritas.

Anche la Casa di prima accoglienza Collestatte (tel. 0744.62191) accoglie stranieri in difficoltà, sempre con circa 10 posti letto a disposizione. E’ stata aperta nel 1995. Infine, tra le strutture che fanno ospitalità c’è anche la Casa di prima accoglienza San Zenone (tel. 0744.428780), che oltre agli extracomunitari, ospita anche nuclei familiari e donne in difficoltà. E’ nata nel 1994 e ha una disponibilità di 14 posti letto.

Nel complesso che ospita il Centro di ascolto della Caritas ternana dallo scorso anno è stata aperta anche la Mensa dei poveri “San Valentino”, intitolata al patrono della città proprio perché possa rappresentare un segno di amore e di vicinanza nei confronti dei più poveri.

La “casa” della Caritas regionaleDa quasi un anno esiste anche una struttura che ospita la delegazione regionale della Caritas, sulla scorta dell’esperienza avviata nel campo di Case Basse di Nocera Umbra per la ricostruzione post terremoto. Il Centro di accoglienza “Il germoglio meraviglioso” (in via dei Cappuccini 1 a Foligno – tel. 0742.340627) è coordinato da don Lucio Gatti e funziona non solo per ospitare persone con problemi vari, ma vuol essere anche un centro di formazione al volontariato e alla condivisione con gli ultimi.

AUTORE: Daniele Morini