Ruini: “Riscoprite le radici cristiane fondate nella fede in Cristo”

Il card. Camillo Ruini ha presieduto alla celebrazione per la solennità dei santi Patroni

Sono state molte le persone che, durante tutta la giornata di martedì scorso, 13 novembre, solennità dei santi Florido ed Amanzio, hanno visitato la cattedrale di Città di Castello che custodisce le spoglie mortali dei due patroni della Chiesa tifernate. E tantissime persone erano presenti, la sera, al pontificale presieduto dal cardinale Camillo Ruini, Vicario del Papa per la diocesi di Roma, che ha celebrato l’Eucarestia assieme al vescovo diocesano mons. Pellegrino Tomaso Ronchi, ai sacerdoti della diocesi e ai diaconi. Numerose le autorità civili e militari presenti in cattedrale: tra i tanti i sindaci dei sette comuni compresi nel territorio della diocesi tifernate.

Porgendo il saluto iniziale mons. Ronchi ha ricordato che l’annuale celebrazione della solennità dei patroni della diocesi #$impone alla comunità religiosa e civile un momento di riflessione e di verifica sul grado di fedeltà a quei valori che, con la ricostruzione morale e materiale dell’antica Tifernum Tiberinum, da parte di Florido e Amanzio, fanno di essi i grandi promotori di quella “civiltà dell’amore che trova il suo più saldo fondamento nel Vangelo di Cristo”.

Nel giorno della festa dei patroni il Vescovo ha consegnato alla diocesi il documento programmatico”Comunicazione della fede e nuovi linguaggi”, scaturito dalla recente assemblea ecclesiale diocesana. Con questo documento – ha sottolineato mons. Ronchi – “vogliamo portare avanti il processo già avviato di una ‘conversione pastorale’, per l’annuncio ed il rinvigorimento della fede nelle persone, nelle famiglie e nel tessuto sociale”.

Durante l’omelia il cardinale Camillo Ruini, manifestando la propria gioia per essere a Città di Castello, ha sottolineato che i santi Florido ed Amanzio sono ancor oggi vivi sia nella gloria di Dio che nella memoria e nel culto. Commentando le letture proposte dalla liturgia, il porporato ha tracciato l’identikit del pastore nella Chiesa, chiamato a essere servitore della comunità e non ad essere da essa servito, proprio come Gesù. “Vescovi e sacerdoti – ha detto il card. Ruini – devono diventare modelli del gregge loro affidato dal Signore”.

Ripercorrendo le vicende storiche della vita del vescovo Florido e del presbitero Amanzio il cardinale ha ricordato che essi hanno edificato la comunità cristiana tifernate con la predicazione del Vangelo, la formazione dei sacerdoti, la riedificazione delle chiese distrutte. L’esempio di Florido e Amanzio è ancora oggi valido: “oggi essi rappresentano un modello non tanto perché ricostruttori materiali della società ecclesiale e civile tifernate. In un mondo che si fa piccolo e interdipendente dobbiamo aprirci – è l/invito rivolto dal Vicario di Roma – alla visione internazionale per costruire quella civiltà dell/amore, della giustizia, della libertà, compresa quella religiosa”.

I patroni di Città di Castello sono dunque attuali sotto il profilo morale e spirituale, ma anche culturale e intellettuale. Concludendo la sua meditazione il card. Ruini ha esortato i fedeli tifernati a riscoprire le radici cristiane, fondate nella fede in Cristo. “Anche le vicende e le preoccupazioni degli ultimi due mesi, una prova e una sfida per tutti, non devono indurci a disperare e rinchiuderci, ma a riscoprire e a recuperare la fisionomia cristiana e umana della nostra società, e a costruire un mondo più pacifico, sicuro e libero”.

La veglia di preghiera dei giovani.

La festa dei santi Florido e Amanzio è iniziata la sera del 12 novembre con il canto dei primi vespri della solennità nella cripta della cattedrale tifernate. Dopo cena, in duomo, si è tenuta una veglia di preghiera, presieduta da mons. Pellegrino Tomaso Ronchi, alla quale erano invitati in modo particolare i giovani della diocesi. Prendendo spunto dal brano evangelico della “tempesta sedata” gli animatori della Pastorale giovanile hanno offerto ai numerosi presenti una riflessione sulla Chiesa, barca che procede con molte difficoltà lungo la storia, ma che è sempre e comunque sostenuta dalla forza della croce su cui Cristo è morto per poi risorgere.

La Chiesa è condotta dal vento dello Spirito lungo itinerari che possono essere incomprensibili agli uomini, ma che rispondono ad un chiaro progetto nella mente di Dio. Ad ogni giovane presente è stato chiesto di pensare alla Chiesa partendo da quella che è nella propria parrocchia. Il Vescovo ha invitato i giovani ad implorare la forza dello Spirito santo per aumentare “la nostra fede evangelica, ma anche per ricevere la forza di far conoscere Gesù a tutto il mondo”.

Oggi servono nuove forme di evangelizzazione e di carità che lo Spirito Santo sarà in grado di ispirare agli uomini. “La fede – ha sottolineato il Vescovo – non è qualcosa di intimistico, ma va condivisa con il fratello”. Occorre ripartire dalla contemplazione del volto di Gesù e dalla carità verso gli altri.

AUTORE: Francesco Mariucci