C’è bisogno di maggiori risorse e di più spazio per la ricerca. L’inaugurazione dell’anno accademico dell’università di Perugia, il 694′ ha ricalcato la tradizione anche se la presenza del vicepresidente del Consiglio, Gianfranco Fini, ha provocato la protesta di un centinaio di esponenti del Perugia Social Forum che all’esterno dell’aula magna hanno gridato il loro “$no alla guerra”.
Nella sua relazione, il magnifico rettore dell’Università di Perugia, prof. Francesco Bistoni, ha posto l’accento sulla necessità di avere maggiori finanziamenti e sull’urgenza della ricerca, per la quale si è registrato un investimento di circa 37 miliardi, 11 dei quali finanziati direttamente dall’ateneo umbro.
I numeri mettono in evidenza l’importanza economica dell’università per la città ed il territorio. Gli studenti sono più di 32mila iscritti, mille in più rispetto allo scorso anno, con 2.494 dipendenti e 1.157 tra docenti e ricercatori. Il bilancio è di 500 miliardi e il 40 per cento degli iscritti proviene da fuori regione. Bistoni ha sottolineato che l’ateneo rappresenta “un grande patrimonio culturale e scientifico” per tutta l’Umbria.
Ma c’è bisogno del collegamento con le istituzioni locali. Ha rilevato l’importanza che “Comune, Regione e le istituzioni pubbliche, mettano in campo ogni energia non solo per un’adeguata politica di accoglienza incrementando alloggi e mense universitarie”. Nonostante gli sforzi compiuti finanziari, portati avanti da enti locali e governo (per il polo unico al Silvestrini, per la creazione del polo universitario a Terni e il consolidamento dei corsi a Foligno, Spoleto, Orvieto, Assisi) Bistoni ritiene che l’impegno non sia sufficiente.
“Ritengo che si debba e si possa fare di più”, ha aggiunto. Un esempio? I fondi insufficienti per il programma edilizio per l’anno accademico 2001-2002. Nel suo intervento Fini ha ricordato che il governo “farà la sua parte” per rilanciare le università che però dovranno collegarsi più strettamente con i privati. Questi ultimi potranno beneficiare, nel caso di collaborazione, di agevolazioni fiscali. Ha rilevato inoltre che le risorse per la ricerca sono scarse ma non bisogna assegnarle più a pioggia ma sulla base della “qualità”. Il vicepremier ha parlato anche della necessità di “sburocratizzare” gli atenei per restituire ai docenti il ruolo di ricerca e didattica.
Le proteste del “Perugia social forum”, oltre che per la presenza di Fini, si sono indirizzate anche il rettore per la sua decisione di non far entrare nell/aula magna una piccola delegazione di manifestanti, per leggere un breve comunicato. Lo stesso organismo ha ritenuto “eccessiva la militarizzazione dell’Università e della città a fronte di una manifestazione totalmente pacifica ed esclusivamente dimostrativa”.
Nel tradizionale incontro col Senato accademico dopo la cerimonia d’inaugurazione, svoltosi a palazzo Donini, la presidente della Regione, Maria Rita Lorenzetti, ha ricordato al rettore, al corpo docente e a una rappresentanza degli studenti, “l’interesse della Regione per un’Università forte. La ricerca – ha detto – è elemento strategico per la competitività territoriale, soprattutto in una regione piccola come l’Umbria, dove la qualità deve essere parametro fondamentale per conseguire lo sviluppo”.
Maria Rita Lorenzetti ha auspicato che sia stretta la collaborazione tra Regione e Università: “su questo terreno – ha detto – possiamo fare di più e meglio, anche se un pezzo di strada l’abbiamo già fatto”.
Pastorale universitaria
Come è tradizione di alcuni decenni, esattamente dal 1958, l’ inaugurazione dell’anno accademico ha inizio nella Chiesa dell’Università, chiamata anche Cappella universitaria che fa corpo con la sede centrale storica dell/’Università stessa. Quest’anno ha celebrato l’arcivescovo Mons Giuseppe Chiaretti assistito dai responsabili della pastorale universitaria don Elio Bromuri e padre Pietro Messa. La chiesa era gremita e vi erano rappresentate tutte le componenti del mondo universitario. Una celebrazione intensamente partecipata anche per il gesto di carità che è stato compiuto raccogliendo una somma per studenti bisognosi.
Nell’omelia sui testi liturgici del giorno che avevano per tema la sapienza e lo scandalo dei piccoli il celebrante mons. Chiaretti ha avuto modo di approfondire il senso e le condizioni della vera sapienza che non è fatta di sofismi che allontanano la mente dalla verità e di richiamare a quei comportamenti morali che sono coerenti con la ricerca del vero e del bene propria di coloro che esercitano la professione intellettuale ai massimi livelli. Il coro dell’Università magistralmente diretto dal maestro Silivestro ha animato la liturgia.