“Forse non è un caso che questo tempio dedicato alla Madonna, Madre di consolazione, si trovi qui, tra l’hospice e l’ospedale, che sono rispettivamente santuario della sofferenza e della speranza”. Così l’arcivescovo mons. Renato Boccardo ha sottolineato l’importanza di dare maggior incisività alla chiesa della Madonna di Loreto, erigendola a santuario diocesano. “Non è una novità – ha detto – ma è dare forma pubblica a un fatto che già esiste. Il santuario è un luogo dove la presenza di Dio si fa più forte e dove la Madonna intercede per noi presso suo Figlio”. Domenica 27 novembre, la chiesa spoletina che ricorda la Casa di Loreto era gremita: tanti infatti sono stati coloro che hanno voluto partecipare a questo momento di ‘ufficia- lizzazione’ del tempio quale luogo naturale di preghiera alla Vergine. Ma da dove nasce la forte devozione in questo sito mariano? Nel 1538, in ricordo della Santa Casa di Loreto, Jacopo Spinelli aveva fatto costruire una piccola cappella fuori Spoleto, presso la porta del borgo S. Matteo, e vi aveva fatto dipingere da Jacopo Santoro, detto Siculo, la Vergine Maria fra san Sebastiano e sant’Antonio abate. L’immagine divenne subito oggetto di venerazione, specialmente dal 1571 quando, nella notte tra il 20 e 21 aprile, la città fu scossa da un terribile terremoto, cui seguì uno sciame sismico che sembrava non aver fine. Il popolo terrorizzato ricorse fiducioso all’intercessione della Madre di Dio: le scosse cessarono e gli spoletini chiamarono la Madonna “liberatrice”, decidendo di edificare una chiesa che racchiudesse al suo interno l’immagine, alla stregua della basilica di Santa Maria degli Angeli con la Porziuncola. Il 4 ottobre 1572 venne posta la prima pietra, su progetto dell’architetto Annibale de’ Lippi e con la supervisione di Jacopo Barozzi da Vignola. Il vescovo di Spoleto Lorenzo Castrucci consacrò il tempio il 16 maggio 1621. Da allora la chiesa della Madonna di Loreto, insieme alla cappella della Ss. Icone nella cattedrale, ha costituito – pur se tra alterne vicende – un costante punto di riferimento per la pietà mariana degli spoletini, che qui hanno esperimentato in modi diversi il patrocinio della Madre del Signore. “La rinnovata vitalità spirituale assunta dal luogo mariano dopo la sua riapertura al culto nel 2007 – si legge sul decreto – ci induce ora ad accogliere benevolmente la richiesta di attribuire speciale dignità a questo tempio insigne”. Da qui, l’attribuzione del titolo e della dignità di santuario diocesano, “con l’auspicio – si legge ancora nel testo – che questo santuario divenga ogni giorno di più luogo santo nel quale il popolo cristiano di Spoleto possa godere della protezione materna della beata Vergine Maria ed imparare da lei l’ascolto docile della parola del Signore, l’accoglienza operosa del suo progetto d’amore, il generoso servizio ai fratelli”.
Presenze e ringraziamenti
E stato il vicario generale, mons. Luigi Piccioli, a dare lettura del decreto arcivescovile, nel quale si nomina anche don Edoardo Rossi rettore del santuario. Rossi è alla guida della parrocchia dei Ss. Pietro e Paolo, nel cui territorio si trova anche la Madonna di Loreto. Non sono voluti mancare a questo momento anche i frati Cappuccini e altri sacerdoti della città e non solo e, tra i banchi, anche i malati che hanno ottenuto un particolare ringraziamento da parte del parroco, al termine della celebrazione: “Vi ringrazio – ha detto don Edoardo – perché la vostra preghiera ci sostiene nel cammino della nostra comunità”. Ed esortando tutto il popolo, ha aggiunto: “Qualcosa è stata fatta ma tanto c’è ancora da fare”. Il ringraziamento è giunto anche al Rotary club di Spoleto che si è fatto carico del restauro del dipinto della Vergine e che provvederà, poi, a finanziare la ristrutturazione di tutta la struttura che custodisce la preziosa pala.