Perché un editoriale comune dei direttori dei settimanali diocesani italiani sull’ambiente? E perché in questa data? È bene farne un po’ la storia. Nei giorni 29, 30 e 31 marzo 2001 l’annuale convegno nazionale della Federazione italiana dei settimanali cattolici – svoltasi a Rovigo in occasione dei cent’anni di vita del Settimanale diocesano locale La Settimana -, svolgendosi a cinquant’anni dalla grande alluvione del Polesine ebbe come tema “Madre Terra”; trattò quindi la tematica della salvaguardia dell’ambiente. Furono tre giorni intensi di confronto di approfondimenti e di dibattiti dai quali emersero alcune indicazioni importanti per tutti.Da quel convegno i direttori uscirono confermati nella consapevolezza che l’ambiente in cui viviamo (terra, acqua, aria, clima, flora, fauna…) è un valore grande, fonte di vita, dal quale dipende anche la salute e il benessere delle persone. Con la consapevolezza quindi che, se è vero che l’ambiente non va assolutizzato né, tantomeno, idolatrato, è altrettanto vero, però, che esso va valorizzato in rapporto a Dio che lo ha creato e in rapporto all’uomo a cui è stato donato. Con una precisazione: l’ambiente non è dato all’uomo perché ne sia padrone, ma perché ne diventi sempre più il custode, anzi. Una seconda convinzione i partecipanti al convegno portarono con sé alla sua conclusione: i danni all’ambiente – che sono sempre danni all’uomo, alla sua vita, alla salute, alla convivenza umana – derivano sì da eventi naturali (come i terremoti o le alluvioni…), ma molto spesso sono frutto delle scelte errate o irresponsabili dell’uomo. Ne deriva che il territorio, l’ambiente, non può essere governato a partire dall’interesse economico da perseguire nell’immediato: questo può dare profitto prontamente a qualcuno e, contemporaneamente, può portare un danno al territorio e l’impoverimento di tanta gente. Nei confronti dell’ambiente il vero interesse economico è nel rispetto e nella attenzione; questo non dà forse vantaggi immediati, ma a lungo termine paga, diventando interesse vero e duraturo non solo di qualcuno, ma di tutta la comunità. La conseguenza di tutto ciò risultava chiara: occorre fare crescere e maturare un’etica ambientale, che va intesa anzitutto come etica del limite, cioè capacità dell’uomo di non abusare di risorse, che non sono infinite; un’etica questa fatta anche di responsabilità e di rispetto verso le generazioni future, alle quali dobbiamo consegnare un ambiente vivibile e non disastrato. Questa etica ambientale deve maturare nella gente, ma anche, con particolare impegno, nelle istituzioni. I settimanali diocesani, in quel convegno misero a fuoco con più chiarezza il proprio ruolo specifico di giornali legati al territorio, giornali della gente. In quei giorni si discuteva molto sulla scelta del presidente Usa George Bush di disdire gli impegni di Kyoto per la difesa dell’ambiente e in particolare dell’aria. Ne derivò la decisione di pubblicare, appena possibile un appello comune, attraverso un editoriale da pubblicare sui nostri settimanali. Circa la data, onde evitare i tempi elettorali e le possibili strumentalizzazioni, si rimandò a dopo l’estate. Per questo si giunse ad oggi ed in una situazione politica mondiale che potrebbe far passare in sordina questo nostro appello. Lo pubblichiamo in fedeltà all’impegno preso a Rovigo. In questa settimana, quindi, tutti i settimanali cattolici pubblicano l’editoriale comune sulla difesa dell’ambiente intesa come difesa vera anche dell’uomo, del suo habitat e della sua vita.
L’Ambiente non è dato all’uomo perché ne sia padrone, ma perché ne sia custode
Il perché di un appello comune dei settimanali cattolici
AUTORE:
Vincenzo Rini