Dopo le Twin towers un salto di civiltà

I musulmani nel mondo sono circa un miliardo. E’ azzardato pensare, come fa qualcuno per ignoranza mista a buona fede, che siano tutti disposti ad atti terroristici e a seguire l’esempio biblico del famoso “muoia Sansone con tutti i filistei” .La religione islamica inoltre è diffusa in tante nazioni e Paesi con lingue e culture diverse. E’ presente in quantità non indifferente anche in Europa. Un gruppo determinante, ma non esclusivo, è costituito dai Paesi arabi. In questo vasto “mare magnum” è presente una corrente fondamentalista che si collega con il terrorismo in generale e con quello dei kamikaze. Di questo gruppo.nessuno sa esattamente il quanto il dove e il come. Ed è su questo settore che si deve fare luce per prendere poi le decisioni del caso. Sarà bene non dimenticare che gruppi di terroristi organizzati si sono avventati contro altri musulmani moderati ed hanno ucciso migliaia di persone innocenti e di capi politici. Ciò serva ad allontanare l’idea che sia in atto una guerra di religione tra cristiani e musulmani. Sono in molti, compreso il presidente francese Chirac a chiedere di usare altri termini, quali conflitto o azione internazionale di polizia piuttosto che mettere in circolazione la terribile parola “guerra”. Comunque è certo che nessun cristiano oggi è intenzionato a fare la guerra contro l’Islam, non certo il Papa, né i vescovi, né vi è alcuna dichiarazione o documento che possa avvalorare l’idea di una crociata. Si può dire che anche le grandi masse dei fedeli musulmani e delle correnti politiche e culturali moderate siano intenzionati a fare una guerra, sia per motivi religiosi che non la consentono contro gli “uomini del libro” e in particolare contro i cristiani, che non sono considerati “infedeli”, sia per motivi di interesse economico e politico generale. La stessa considerazione dei kamikaze come martiri non è consentita dalla teologia islamica ortodossa, anche se in quella religione non c’è un’unica autorità magisteriale tranne quella del Corano. Ha fatto bene, pertanto, il presidente Bush a recarsi in visita al Centro islamico di Washington e a dichiarare che non è in programma nessuna guerra antimusulmana. L’Osservatore romano, quotidiano della S. Sede, ha messo la fotografia dell’incontro e la notizia della visita al Centro islamico in prima pagina ed è il segnale che questa linea politica è apprezzata dal Vaticano, come è considerata meritevole.la voglia di rinascita di tutti i cittadini statunitensi. La grande paura e le immediate reazioni iniziali si aprono gradualmente allo spazio della riflessione, della solidarietà e della operosità ed anche ad uno slancio di preghiera. Chi crede che Dio può trasformare il male operato dagli uomini in occasioni di bene può auspicare e sperare che da questo tragico evento, che sarà sempre davanti alla coscienza delle moltitudini attraverso le immagini che saranno ritrasmesse migliaia di volte, possa costituire uno sviluppo positivo della coscienza umana chiamata tragicamente, ma irreversibilmente a trovare strade di riconciliazione di comprensione e di collaborazione globale, facendo così un salto di civiltà ed evitando altrimenti di precipitare nel caos totale.

AUTORE: Elio Bromuri