Lasciando l’ eremo delle carceri, il Papa si è fermato per salutare la cinquantina di coraggiosi che sono saliti a piedi o in bicicletta fino all’ ingresso del santuario (4 km in salita) per la sua visita privata. Con molta informalità il Santo Padre ha aperto il finestrino della Panda per benedire la gente che lo applaudiva e alcune persone si sono avvicinate. Tra loro c’era anche Mercedes, una sudamericana che – ha raccontato poi ai giornalisti – l’ aveva conosciuito in Argentina. In braccio aveva una delle due nipotine, Maria, di un anno e mezzo. Il Papa – ha detto ancora – mi ha riconosciuto ed ha benedetto la bimba. “Sono venuta appositamente in questo posto, il più bel luogo francescano, perche’ era qui che sognavo di incontrarlo”. Massimo e’ invece venuto da Torino per consegnare una lettera a papa Francesco, ed anche in questo caso il suo sogno si e’ avverato.
“Il suo e’ stato un pellegrinaggio silenzioso” ha raccontato ai giornalisti ll francescano padre Oronzo dopo la visita privata del papa. “E’ venuto da pellegrino nel luogo dove Francesco ha respirato l’ amore di Dio. Ci ha solo salutato,ci ha ringraziato e ci ha invitato a pregare per lui”.
Tra la gente salita a piedi o in bicicletta fino all’ Eremo c’era anche Enrico arrivato ieri sera da Cagli, nelle Marche. Ha trascorso la notte in auto sulla strada davanti all’ Eremo. Dopo di lui alle nove di stamani era arrivata a piedi una coppia di Foligno con due bambini piccoli. Quando dopo ore di attesa il papa era arrivato c’era stata un po” di delusione tra la gente. L’ auto del pontefice, in ritardo sul programma, aveva imboccato il viale del santuario senza rallentare e Papa Francesco non si era visto. Poi pero’ all’uscita con il suo sorriso e la sua cortesia ha ampiamente ripagato la fatica della salita e la pazienza di chi lo aveva atteso per tante ore.