La celebrazione davanti alla piccola “Maestà” seguendo un rito “antico”

Festa dell'Assunta al santuario di Canoscio

Era il 15 agosto 1854. Sul colle di Canoscio si celebrava la festa dell’Assunta nella piccola chiesa costruita (1406 e ingrandita verso la metà del Seicento) a protezione della Maestà ad abside edificata nel 1348 con il lascito testamentario di Vanne di Jacopo di Canoscio per lo scampato pericolo della “peste nera” ricordata dal Boccaccio. Nel catino di questa Maestà era stato affrescato il “Transito” (o Dormizione) della Madonna circondata dai dodici apostoli e, nella parte superiore, la sua incoronazione a Regina da parte del figlio Gesù, dopo essere stata assunta in Cielo. Il padre Luigi Piccardini, superiore dei Filippini di Città di Castello, chiamato a tenere l’omelia, parlò ai numerosi pellegrini accorsi dai paesi vicini e in particolare da Castiglion Fiorentino, dalla vicina Toscana, e raccolti fuori dalla chiesetta (lunga m. 8, larga m. 5) in mezzo agli alberi. Ispirato lanciò la proposta di costruire, al posto di questa minuscola, una grande chiesa per onorare la Vergine Madre di Dio Assunta in Cielo. E costruì il santuario, che fu “dedicato” il 7 settembre 1878 dal card. Raffaele Monaco La Valletta, mandato dal papa Leone XIII che, vescovo di Perugia, aveva divisato di venire di persona. E i fedeli accorsero sempre più numerosi per onorare Maria e accostarsi ai sacramenti della Confessione e Comunione. La festa dell'”Assunzione della beata Maria” (accolta come tale a Roma dall’Oriente nel VII sec.) era celebrata a Canoscio, fin dagli inizi, davanti alla piccola “Maestà”, con il concorso di molti fedeli, con molti sacrifici: non c’erano strade sul colle. La costruzione della ferrovia Arezzo-Fossato di Vico (inaugurata completa il 15 agosto 1886) facilitò l’afflusso dei fedeli dalle diverse zone della Valtiberina fino a Fabbrecce da dove proseguivano a piedi fino al Santuario, spesso compiendo la “Via Crucis”, fatta costruire da padre Piccardini fino alla Pieve. Quelli provenienti da Castiglion Fiorentino e dintorni non avevano altri mezzi che il “biroccio” e i piedi o, al massimo, la bicicletta. Ricordo, prima della 2a guerra mondiale, la lunga fila di pellegrini provenienti dalla Toscana, che venivano al Santuario la sera precedente pregando e cantando, dormivano all’addiaccio, pronti, all’alba, per confessarsi, partecipare alla Messa e ricevere la Comunione; poi, fatta colazione al sacco, la maggior parte ripartiva per tornare a casa. Nemmeno la guerra e le sue distruzioni del 9 luglio ’44 hanno impedito l’afflusso di pellegrini: è aumentato quando il Santuario è risorto più vivo e accogliente, fornito dell’acqua preziosa tanto desiderata, centro di ristoro e servizi vari. L’avvento e la diffusione dei mezzi di locomozione, moto, auto, pullman, hanno reso il flusso più comodo, facile, scorrevole. Il 6 settembre 1998, il card. Achille Silvestrini è venuto a Canoscio per la proclamazione ufficiale del Santuario a “Basilica minore”, degno riconoscimento di Giovanni Paolo II alla notorietà e importanza del Tempio. E i pellegrini, individuali e in comitive, parrocchiali e diocesani, da ogni regione d’Italia, anche nei giorni feriali, sono sempre più frequenti: vanno a ritemprare lo spirito accostandosi all’altare e il corpo respira l’aria pura dei boschi e delle pinete. Quest’anno, nella festa dell’Assunta del 15 agosto, l’orario delle messe è il seguente: ore 7.00-8.00-9.30-11.00-17.00-18.30; Rosario ore 16.30. Il 16 agosto, come di consueto, c’è la bella e simpatica festa dei bambini, tutti attorno alla Mamma celeste per ricevere la benedizione divina. L’orario delle messe è come il 15 agosto.

AUTORE: Vincenzo Pieracci