Una giornata all’Eremo delle carceri di Assisi

Una "piccola" comunità di francescani che vive con coerenza lo spirito di minorità

Attraverso l’angusta porta dell’Eremo entrano ed escono ordinatamente pellegrini e turisti: uno straniero, con disarmante semplicità, suona la campanella d’ingresso destando attenzione e distrazione a quanti sono raccolti, nel piccolo chiostro, intorno a due pozzi adorni di gerani multicolori. E trecce di gerani traboccano da un alto loggiato che si apre verso la vallata, rivelandosi come tardiva sovrapposizione. Il romitorio si è sviluppato infatti nei secoli intorno alla grotta dove più volte si ritirò in meditazione frate Francesco con alcuni compagni che occupavano altri scomodi anfratti sparsi nel bosco. La brezza serale diffonde dalla selva un vocìo indistinto, un cinguettìo insistente e fremiti di ali. Tra il folto del fogliame sembra avanzare la minuta figura di padre Amedeo, umile e paziente, recentemente scomparso presso l’infermeria interna al convento della Porziuncola. Il ricordo corre a quella sua esperienza cinematografica, quando lui frate recitò con maestria il ruolo di frate integrando liberamente la sceneggiatura. L’albero della predica agli uccelli desta stupore. Volteggiano rondini e bianche colombe. Un bambino biondissimo si affaccia da un pertugio dell’Eremo sul leggendario fosso delle Carceri, coperto da una vegetazione sempre più cupa, man mano che si allontana dallo sperone roccioso. Una giovane coppia si scatta a turno foto a ripetizione: lei sorride accanto alla porta dell’oratorio di S. Bernardino. Padre Salvatore e suor Raffaella, accompagnati da un comune amico laico, si affrettano verso l’uscita, richiamati dalle incombenze imposte anche ad altri frati e suore, dal campo di spiritualità per soli adolescenti, organizzato dagli Animatori Vocazionali e la Gioventù francescana presso il Cenacolo: esperienza di preghiera e “riflessione nei luoghi santificati dalla presenza di Francesco e Chiara d’Assisi”. Torna il silenzio con l’inizio dei Vespri celebrati nella Cappella che ospita la tradizionale veglia natalizia. Il guardiano dell’Eremo padre Sergio accompagna con l’organo i canti. Ricopre l’incarico da 2 anni coadiuvato da altri 3 santuaristi: padre Fulvio, padre Marco e frà Alessandro. Non si sente “superiore” ma piuttosto un fratello qualsiasi: “Cerco di vivere con coerenza lo spirito di minorità che rappresenta uno dei fattori distintivi della nostra Regola”. La comunità vive grazie alle offerte – né richieste né sollecitate – dei visitatori: numerosi ma pur sempre minoranza rispetto al flusso di gente che normalmente frequenta i luoghi della città. L’espletamento di svariati servizi è favorito dalla collaborazione di 3 suore appartenenti all’Ordine delle Clarisse Francescane del Santissimo Sacramento. La giornata inizia di primo mattino con l’ufficio delle letture, le Lodi e quindi la Messa alle 7.30. Prendono il via successivamente le visite guidate che non possono essere basate su semplici nozioni e informazioni, perché interessa soprattutto veicolare l’essenza del messaggio francescano. Occorre poi rendersi disponibili per singole persone che richiedono la confessione o un colloquio per gruppi che desiderano un incontro religioso. Una parte del tempo viene dedicata alla meditazione ed inoltre alla preparazione e allo studio: di norma i giovani frati frequentano l’Istituto Teologico di Assisi. In occasione dell’Avvento o della Quaresima qualcuno lascia il convento per una missione presso una parrocchia. E’ necessario far fronte anche a lavori di manutenzione, alle pulizie, alla cura dell’orto, piuttosto avaro perché scarseggia l’acqua. Soltanto con la cena e dopo la cena sopraggiunge una pausa di distensione, troppo breve invero: le ore volano in fretta verso una nuova alba.

AUTORE: Francesco Frascarelli