Nel nostro Paese, più che nel resto d’Europa, la povertà colpisce con più violenza le famiglie con minori. È quanto emerge dal meeting “Le forme dell’affido in Europa: cosa sappiamo degli esiti e delle condizioni di efficacia?”, organizzato a Padova dalla Fondazione Emanuela Zancan, con l’associazione internazionale per la valutazione di esito per infanzia e famiglia, la Fondazione Paideia di Torino e l’International Foster Care Research Network.
L’incidenza media delle famiglie in povertà relativa – è uno dei dati del Meeting – passa dall’11,1% al 15,6% quando in famiglia vi sono dei minori, mentre la povertà assoluta sale dal 5,2% al 6,1%. La povertà assoluta tra i minori di 18 anni è un fenomeno in crescita: erano il 4,7% nel 2005, nel 2011 sono saliti al 7% della popolazione minorile. La fascia d’età più colpita è quella da 4 a 6 anni: in questa età i bambini poveri risultano il 7,8% del totale.
A questi numeri fanno da contraltare quelli sulla spesa dei Comuni per la protezione sociale destinata a bambini e famiglia, che in Italia è inferiore alla media Ue. Nel 2010 era mediamente all’8% nell’Europa a 15 e a 27 Paesi, mentre in Italia era pari al 4,6%. La spesa destinata al contrasto della povertà e del disagio economico dei minori e delle famiglie, nel confronto tra Regioni, va da un minimo di circa 3 euro a quasi 18 euro pro capite (la media nazionale è circa 12 euro).
“È un dato che ci dice quanto valgono i diritti dei minori nei territori e quanto siano ancora lontani i livelli essenziali di assistenza per l’infanzia e la famiglia – commenta il direttore della Fondazione Zancan, Tiziano Vecchiato. Un altro punto di riflessione è offerto dall’analisi del rapporto tra spesa per l’infanzia e numero di minori fuori famiglia (a fine 2010): al crescere della spesa tendenzialmente cresce anche il secondo. Per Vecchiato, si tratta di “una doppia disuguaglianza: di capacità di finanziamento delle risposte e di capacità di attivarle”.
Dopo la legge n. 54/2006, che ha introdotto l’istituto dell’affido condiviso, nel 2007 il 72,1% delle separazioni è proseguito con l’affido dei figli minori a entrambi i genitori. Nel 2010 questa percentuale è salita al’89,8%. “È un quadro in espansione, che presenta problemi inediti di tutela dei diritti dei figli – sottolinea Vecchiato – visto che non è affido temporaneo ma duraturo, gestito da entrambi i genitori, che continuano a esercitare le responsabilità genitoriali dopo aver scelto di non essere più famiglia”.