Disoccupazione, lieve diminuzione

LAVORO. I recenti dati dell’Istat relativi all’Umbria. Ma la Cgil non li trova ancora tranquillizzanti

Giovani-e-lavoroLa situazione del lavoro in Umbria è in graduale ripresa, e questa volta non lo dicono soltanto i politici, ma anche le statistiche. Il tasso di disoccupazione infatti, anche se non è sceso sotto la soglia del 10%, indica un lieve miglioramento. Nel primo trimestre del 2013, i dati Istat confermano quasi 1.000 persone in meno alla ricerca di un lavoro, passando da 42 a 41 mila unità, con un tasso di disoccupazione che scende dal 10,5 al 10,4%. I dati umbri sono in linea con il quadro nazionale. Alla fine di luglio, in Italia, si contavano 22,5 milioni di lavoratori, cifra invariata rispetto al mese precedente e in diminuzione dell’1,9% su base annua (-433 mila). Il tasso di occupazione, pari al 55,9%, rimane invariato in termini congiunturali e diminuisce di un punto percentuale rispetto a dodici mesi prima. Il numero di disoccupati, pari a 3 milioni 76 mila, diminuisce dello 0,3% rispetto al mese precedente (-10 mila) ma aumenta dell’11,8% su base annua (+325 mila). Il tasso di disoccupazione si attesta al 12,0%, invariato rispetto al mese precedente e in aumento di 1,3 punti percentuali nei dodici mesi. Se letti in senso assoluto, tutti i dati a livello occupazionale indicano piccoli e graduali spostamenti di trimestre in trimestre e, dopo 12 mesi, le cifre diventano interessanti: i disoccupati in Umbria passano da 46 mila a 41 mila, e il tasso di disoccupazione scende dall’11,4% al 10,4%. Sono piccoli segnali di ripresa che vanno letti e aggiunti ad altri indici di miglioramento, come la crescita del numero delle imprese nel territorio. Questi segnali non sono ancora sufficienti per tranquillizzare le organizzazioni sindacali. Dalla Cgil infatti fanno sapere che i dati Istat “evidenziano il sommarsi di più criticità: in primis la disoccupazione giovanile che sfiora il 40%, e poi quella di lunga durata, che si sovrappone a un tasso di inattività che, come visto, in Umbria è sopra la media nazionale. I nuovi dati dell’Istat – sottolineano dal sindacato – non fanno altro che confermare l’allarme che la Cgil dell’Umbria, come quella nazionale, lancia da tempo: è necessaria una radicale inversione di tendenza nelle politiche economiche nazionali ed europee, mettendo al centro dell’azione politica un Piano del lavoro, sul quale la Cgil rafforzerà la propria iniziativa e mobilitazione nei prossimi mesi”.

AUTORE: Andrea Coli