Umbri un po’ pigri…ma non troppo

Si è svolta a Perugia la V Conferenza regionale per lo sport

Si è tenuta a Perugia nella sala convegni di Villa Umbra in località Pila la V Conferenza regionale per lo sport. L’iniziativa, promossa ed organizzata dalla Regione e dal Coni regionale, in collaborazione con le Province di Perugia e Terni, aveva come tema “L’Umbria e lo sport nel III millennio”.Durante la conferenza sono emersi due dati alquanto contrastanti: se da un lato la nostra regione spicca come una delle realtà con il maggior numero di impianti sportivi nel rapporto impianti/abitanti, dall’altro, secondo uno studio curato dall’Irres, una buona parte degli umbri non pratica alcuna attività fisica (il 34%, pari a 272 mila persone circa); se però questo dato viene paragonato alla media nazionale risulta che su mille umbri, oltre 142 fanno sport, contro l’80 su mille del resto dell’Italia. Fra i praticanti predominano i saltuari e i meno assidui (15,5%) rispetto a chi svolge attività fisica due o più volte alla settimana e, tra questi, ancora meno sono coloro che fanno sport agonistico in una delle 1.600 società sportive della regione: oltre 100 mila, il 9,5% dei quali è costituito da giovani tra i 4 e i 14 anni. Tirando le conclusioni del Convegno, l’assessore regionale allo sport Gianfranco Maddoli ha fissato un obiettivo: “Realizzare un ‘sistema sport’ dell’Umbria, che dia vita ad un regionalismo sportivo capace di esaltare le peculiarità territoriali e le tendenze di pratica sportiva dei cittadini”; si tratta, sempre secondo Maddoli, di un obiettivo raggiungibile, al quale devono concorrere i diversi soggetti istituzionali, scuole e università in testa. L’assessore regionale ha inoltre ricordato le iniziative e i progetti realizzati dalla Regione nel triennio di programmazione 1998-2000; in particolare ha affermato che la spesa per la promozione sportiva è stata di oltre un miliardo e 700 milioni, con particolare attenzione alla pratica sportiva giovanile tra i 14 e i 18 anni (quella che, cioè, viene considerata a maggior rischio di abbandono); sforzi ingenti sono stati fatti anche verso l’attività sportiva femminile, e numerose iniziative sono state prese a favore dei disabili e della terza età. Alla Conferenza è intervenuto anche il Commissario straordinario del Coni regionale dell’Umbria Riccardo De Girolami, puntando molto sul fatto che le scuole partecipano attivamente ai campionati studenteschi organizzati dal Coni; ma, secondo De Girolami, tutto questo non deve far pensare ad “una sorta di isola felice: occorre organizzare gli interventi ed i programmi che conducano ad un’armonizzazione del servizio dello sport, inteso come servizio sociale e si deve poi – ha concluso il Commissario del Coni – unire tutti i soggetti interessati e definire insieme un percorso su come fare sport in Umbria”. Un’ultima statistica “curiosa” ci viene sempre dallo studio dell’Irres: lo sport più praticato dagli umbri è, neanche a dirlo, il calcio (24,4%), ma a brevissima distanza segue – e questa è la sorpresa – la ginnastica con il 23,1% di praticanti; quindi il nuoto (14,7%), il tennis (12,9%) e l’atletica (12%).I praticanti di ciclismo e pallavolo si attestano intorno al 7% mentre, fanalini di coda, si trovano le arti marziali, la pallacanestro (3,6% ciascuna) e la pesca (2,7%).Leggendo le ultime notizie dei giornali la domanda da porsi oggi è in che direzione sta andando lo sport. La regione Umbria per mezzo del suo assessore regionale Gianfranco Maddoli ha organizzato la V conferenza regionale per lo sport con il tema “L’Umbria e lo Sport nel III Millennio”. Una conferenza che ha visto interventi validi e preparati da parte di esperti dei diversi settori che ruotano intorno allo sport. Un Sistema sportivo dell’Umbria è un progetto ambizioso che la Regione intende portare avanti per cercare di arrivare ad un obiettivo raggiungibile al quale devono concorrere Enti di Promozione, Coni, scuole, Provincie, Comuni e Regione. La regione nell’elaborazione delle linee guida del secondo “Programma triennale per la promozione sportiva e motorio ricreativa” deve tenere presente che il mondo dello sport è costituito da due settori tra di loro distinti ma importanti che dovrebbero essere complementari nell’interesse della collettività: lo sport di livello ( che punta al risultato tecnico, al profitto, allo spettacolo) e lo sport sociale (che si pone come obiettivo di concorrere alla formazione, educazione, ad uno sport per tutti). A differenza del primo che produce principalmente prestigio, spettacolo, posti di lavoro e denari, il secondo contribuisce alla socializzazione, a formare persone armoniose anche sotto il profilo psico-fisico: persone che attraverso una sana attività sportiva sono attenti ai valori fondamentali della comunità. Durante i lavori della conferenza è stato evidenziato come sia necessario tenere presente che a volte le associazioni sportive non operano scelte chiare in riferimento ai due settori, generando situazioni confuse e come sia indispensabile sapere obiettivi, strategie e metodi delle associazioni. Associazione sportiva da considerare come risorsa per lo sviluppo sociale, culturale ed economico dell’Umbria. Sempre che la stessa sia regolata da un patto associativo che ne definisca obiettivi, metodi e ruoli della struttura organizzativa, che abbia uno staff dirigenziale e tecnico adeguatamente formato in relazione ai ruoli e alle finalità con adeguata certificazione, che sia radicata nel territorio, che sia amministrata con trasparenza. La gratuità e il volontariato dei suoi operatori non dovranno essere sostitutivi della competenza scientifica, ma anzi la competenza dovrà fare da premio sulla gratuità entro i limiti del no profit. Accanto alle condizioni che devono essere presenti nelle associazioni, dal canto suo l’Ente pubblico locale dovrà ragionare secondo alcuni punti. Innanzitutto dovrà considerare come una risorsa la presenza nel territorio di associazioni sportive. Dovrà costruire un dialogo con le stesse con la riduzione al minimo degli adempimenti burocratici e dei balzelli a carico delle associazioni, che spesso determinano l’estinzione per abbandono di validi dirigenti volontari braccati ed ancorati da incombenze e responsabilità. Necessario anche il sostegno economico alle associazioni che si dedicano allo sport sociale, attraverso agevolazioni di vario genere: da procurare una sede adeguata al collegamento con la popolazione, all’uso dell’impiantistica locale, al coinvolgimento in iniziative locali e di collaborazione, ad esempio con il mondo della scuola. Ma il punto più importante toccato nei diversi interventi è stato quello che si riferiva ai due settori: lo sport di livello e quello sociale. Con la creazione di incontri tra le associazioni dei due settori tanto da farli diventare complementari. Ed allora è necessario arrivare ad una programmazione armonizzata degli interventi con tutti i soggetti preposti al sostegno dell’associazione e della promozione ardua. L’obiettivo? La creazione di un “Sistema Sport”, un obiettivo arduo ma che si può ottenere solo con un’azione congiunta e sinergica di tutta l’Umbria.

AUTORE: Francesco Locatelli