Come aveva da giorni annunciato, non essendosi verificato nessun passo in avanti nel processo di delocalizzazione, la Termomeccanica martedì mattina ha dato il via, sospendendoli subito dopo, ai lavori per la costruzione della centrale a biomasse in località S.Chiodo. Naturalmente il Comitato che si era costituito alcuni mesi or sono per impedire la realizzazione dell’opera in un’ area già abbastanza inquinata, si è immediatamente riattivato e la vicenda è di nuovo tornata nelle aule del Consiglio comunale. Nel Consiglio del 6 giugno, il Sindaco ha informato i tantissimi cittadini presenti sull’iter che, di concerto con la Provincia e la Regione, stava seguendo per arrivare in tempi brevi alla tanto attesa delocalizzazione dell’impianto; ha affermato di aver ottenuto dalla Ditta la sospensione dei lavori e ha dato notizia di un incontro che si doveva tenere il giorno successivo. Ha anche riferito che il documento prodotto dalla Provincia, in risposta ad alcuni quesiti posti sulla regolarità dell’iter procedurale seguito per la concessione della licenza edilizia, evidenziava alcune anomalie che gli uffici tecnici del Comune stavano analizzando. Dopo aver riconfermato la volontà delle istituzioni di rispettare le esigenze dei cittadini, il Consiglio è stato aggiornato al giorno seguente in attesa dell’incontro tra le istituzioni. Purtroppo dal summit non sono scaturite novità confortanti, anche se il Sindaco durante il Consiglio comunale del 7 giugno ha tentato di dimostrare il contrario, affermando che si volevano porre in essere tutte le procedure tese a rendere inefficace le autorizzazioni concesse. E’ apparso, infatti, subito chiaro che non si era andati al di là delle solite dichiarazioni di intenti. Infatti, il comunicato stampa del Prefetto, che parlava di disponibilità dell’impresa a interrompere i lavori, si scontrava con il comunicato della azienda stessa che affermava di non aver accettato la sospensione dei lavori fino alla fine del mese: era solo disponibile a prendere in considerazione, entro la fine di giugno, un progetto per la delocalizzazione; considerata la complessità delle procedure necessarie appariva chiaro che questa via era improponibile. La tensione nel frattempo aveva raggiunto il massimo grado, poiché i tantissimi cittadini che gremivano la sala consiliare pretendevano risposte certe. Dopo ore di trattative tra forze di maggioranza e di opposizione, si giungeva alla presentazione di due mozioni, sostanzialmente identiche, nelle quali si ribadiva la necessità di far sospendere immediatamente i lavori ed attivare tutte le strategie necessarie per poter giungere alla revoca della concessione edilizia. La azienda Termomeccanica non ha però tenuto conto, come suo diritto, di un atto che ha soltanto un valore politico e ha continuato i lavori. Pertanto i rappresentanti dei Comitati di S. Chiodo e San Nicolò, insieme ad alcuni consiglieri di minoranza delle forze di Centrodestra e della Sinistra, hanno dato inizio ad una occupazione delle sale del Consiglio comunale a partire da sabato 9 giugno. Soltanto con la mediazione e l’intervento attivo degli esponenti della Regione e della Provincia, si è riusciti a vincere le inesplicabili reticenze del sindaco Brunini che, finalmente, lunedì 11 giugno, dopo estenuanti trattative con l’Assessore regionale Monelli e il Vicepresidente del Consiglio provinciale, ha sottoscritto una richiesta di sospensione dei lavori fino alla fine del mese di giugno. Non è molto: questi giorni serviranno però a studiare e porre in essere strategie concrete, dalla delocalizzazione, alla ricerca di carenze procedurali tali da non rendere nulla la licenza edilizia, in modo tale da risolvere definitivamente un problema che ha sconvolto la città.
Il sindaco Brunini sospende i lavori a S. Chiodo fino al 30 giugno
Aspra tensione tra le istituzioni e il Comitato contro la centrale a biomasse
AUTORE:
Pina Silvestri