Il 25 luglio il vescovo amministratore apostolico della diocesi mons. Ernesto Vecchi celebrerà il 50° anniversario di ordinazione sacerdotale. Una festa che condividerà con la comunità diocesana nella concelebrazione che si terrà nella cattedrale di Terni alle ore 18.30. A sei mesi dal suo arrivo a Terni, mons. Vecchi attraverso una lettera si rivolge all’intera comunità ecclesiale affrontando alcuni aspetti che riguardano la vita della diocesi.
“Colgo l’occasione per chiarire un malinteso che ha suscitato in qualcuno una certa perplessità – spiega il Vescovo nel suo scritto -: la nomina di don Franco Fontana a moderatore della Curia. Questa mia iniziativa, condivisa dalla Conferenza episcopale umbra e presentata al segretario di Stato card. Bertone dallo stesso presidente della Ceu mons. Gualtiero Bassetti, è stata approvata dalla Santa Sede, proprio per un particolare riguardo alla nostra Chiesa. Don Franco non sostituisce nessun ruolo ecclesiale ora in atto, ma va considerato un aiuto diretto alla mia persona, perché io possa svolgere al meglio il mio servizio di amministratore apostolico. La diocesi di Terni ha certamente dei bravi sacerdoti in grado di svolgere questo compito, ma non potevo sottrarre al servizio pastorale un altro sacerdote per metterlo a tempo pieno in Curia. Don Franco è un sacerdote qualificato, che dopo l’esperienza ternana svolgerà funzioni molto importanti nell’Ispettoria salesiana lombardo-emiliana. Qualcuno (che dovrà rendere conto a Dio della sua malafede) ha messo in giro notizie malevole su don Franco. La verità, a me fatta conoscere dall’interessato prima della sua nomina, è questa: don Franco, quando ricopriva il ruolo di vicario dell’ispettore, fu accusato di ‘favoreggiamento’ in una causa per molestie sessuali contro un sacerdote salesiano. Il Tribunale di Milano ha assolto don Franco ‘perché il fatto non sussiste’”.
In riferimento alla situazione della diocesi, il vescovo Vecchi sollecita la massima collaborazione da parte di tutta la Chiesa, che – come è solito dire – è fatta di “gente di pasta buona”, per proseguire il lavoro con serenità e tranquillità ed esprimere al meglio le potenzialità che ci sono. “Cerchiamo di non morderci gli uni con gli altri (cf. Gal 5,15), come scrisse a noi Vescovi Benedetto XVI, se vogliamo mantenere viva la nostra ricca e bella tradizione ecclesiale, e se vogliamo contribuire a risolvere i nostri problemi, che, grazie a Dio, non sono la fine del mondo – scrive ancora il Vescovo -. Il vero problema è la necessità di uscire da una precarietà economica e pastorale che richiede l’impegno di tutti. Non è tempo dei mugugni e dei sospetti, ma della carità pastorale vissuta”.
Una collaborazione che aiuti a risolvere i problemi, portando ciascuno i pesi dell’altro “in modo che questa bella Chiesa che ha prodotto tanti frutti di santità – ricorda ancora mons. Vecchi – possa continuare a farlo, vivendo la fede in profondità e in un modo vero la vita cristiana. Dobbiamo realizzare in pienezza il progetto di Dio. Le necessità sono tante, e dobbiamo pregare e sensibilizzare le persone ad essere generose con il prossimo. Vorrei che l’intera Chiesa diocesana camminasse con il Vescovo per preparare le strade a chi verrà, per essere in grado di realizzare il progetto del Vangelo su cui ci sta orientando Papa Francesco: una Chiesa più sobria, più dinamica, più leggera, una Chiesa consapevole di essere vicina a chi soffre, di dover annunciare il Vangelo a tutti, anche ai lontani, perché tutti siano chiamati alla salvezza”.