Festa doppia quest’anno per il “Sentiero di Francesco” da Assisi a Gubbio, il pellegrinaggio che ricalca il cammino percorso del Santo quando rifiutò l’autorità del padre e, fra lo stupore generale, si spogliò delle sue ricche vesti per abbracciare la povertà. Quest’anno, infatti, l’ottava Giornata nazionale per la custodia del creato del 1° settembre, promossa dalla Conferenza episcopale italiana, si terrà proprio in Umbria, tra Assisi e Gubbio, in concomitanza con la tre-giorni di cammino sulle orme di Francesco (1-3 settembre). La notizia è stata annunciata sabato scorso a Trento in occasione del X Forum dell’informazione cattolica per la salvaguardia del creato, organizzato da Greenaccord onlus dal 27 al 30 giugno sul tema “Il creato e le vie di comunicazione vecchie e nuove”.
L’edizione 2013 del Sentiero di Francesco, come ha spiegato a Trento il responsabile dell’ufficio Pellegrinaggi della diocesi di Gubbio, Domenico Piano, celebrerà la Giornata nazionale fin dal pomeriggio del 31 agosto con un convegno, una veglia di preghiera e attraverso le testimonianze di riconciliazione con la fede avvenute proprio lungo il tracciato dove Francesco maturò la sua vocazione. “Sono già in tanti a essersi prenotati – ha riferito Piano – per percorrere con noi, passo dopo passo, il sentiero che porta a Gubbio, nel luogo dove Francesco ammansì miracolosamente il lupo, e in qualche modo camminerà con noi anche Papa Bergoglio: dovrebbe essere proprio il Pontefice a dare il via al nostro viaggio durante l’Angelus del 1° settembre”.
La “via di Francesco” – un itinerario geografico che è anche e soprattutto un percorso del cuore – è oggi forse più attuale che mai, perché in sintonia con una rinnovata sensibilità per la natura espressa dagli ultimi tre Pontefici, in particolare da Papa Francesco. Lo hanno messo in luce a Trento i relatori che sabato mattina hanno affiancato Domenico Piano. Come per i pellegrini del sentiero di Francesco, anche per Karol Wojtyla immergersi nel silenzio della natura significava attingere alla propria spiritualità più profonda.
“Spesso – ha ricordato al Forum il direttore del Corriere trentino, Enrico Franco – ‘scappava’ in montagna come antidoto agli impegni vaticani, con gli scarponi da passeggiata e il bastone per affrontare anche i sentieri più complessi”. E ha ripetuto le parole che Wojtyla pronunciò durante la messa nel rifugio “Le Lobbie” sull’Adamello: “La grandiosità di queste montagne ci parla di Dio”. L’attenzione vigile nei confronti del creato si è trasformata in Benedetto XVI nella preoccupazione consapevole per le crisi ambientali.
“Come ci ha ricordato il Papa teologo nell’enciclica Caritas in veritate, non possiamo aspettare con le mani in mano che arrivi un politico illuminato che abbia come priorità l’ecologia”, ha evidenziato il presidente del Comitato di Banca etica, Leonardo Becchetti. “Sono le aziende e i consumatori – ha aggiunto – che decidono le sorti dell’economia, perché hanno la capacità di scegliere e premiare chi sa produrre profitti rispettando l’ambiente e l’uomo”. Jorge M. Bergoglio è forse in questo senso il Pontefice che ha espresso in modo più diretto l’urgenza di queste questioni.
Secondo il vice direttore dell’Osservatore Romano, Carlo Di Cicco, “il ‘Papa dei poveri’ è stato chiaro: i problemi ecologici e la lotta alla povertà sono strettamente connessi, perché se si specula sulla natura i primi a risentirne sono i poveri che non hanno mezzi per difendersi”. Bergoglio lo sa bene: nella sua Argentina “l’esaurimento delle risorse del territorio, tra cui l’acqua e le foreste, e l’erosione del suolo derivano da un’industrializzazione che non tiene in nessun conto la tutela del creato”. Percorrere il Sentiero di Francesco rappresenta così un’occasione per tenere a mente che il creato è la casa dell’umanità, e che l’uomo deve essere custode responsabile della sua vita sulla terra. Mantenendo sempre, come diceva il Santo di Assisi, “gli occhi fissi allo spettacolo di Gesù Cristo”.