Il 27 giugno a Spagliagrano di Todi, a conclusione dell’anno pastorale, si è svolto l’ultimo ritiro del clero. Dopo la preghiera dell’ora media, i partecipanti si sono ritrovati nella sala convegni per ascoltare il vescovo mons. Benedetto Tuzia, che a conclusione del suo primo anno di ministero pastorale ha voluto verificare con il clero il cammino percorso e indicare alcuni obiettivi pastorali per l’immediato futuro.
Il Vescovo ha ricordato l’inizio del suo ministero nella Chiesa particolare di Orvieto-Todi, che ha imparato ad amare e servire pur tra le sensibilità particolari di queste due diocesi, da fondere sempre di più. “Ho visitato senza sosta le comunità parrocchiali, le Unità pastorali, i gruppi, le associazioni, i sacerdoti ammalati, alcune strutture di assistenza. Le mie giornate – ha detto – sono state quasi un pellegrinaggio pastorale per incontrare, ascoltare, conoscere”.
Il dialogo tra Vescovo e preti è stato ampio, nel rispetto della storia di ciascuno e delle spiritualità diverse. “Ovunque – ha ricordato – tanto lavoro, tanta fatica e tanta generosità. Talvolta le difficoltà, la fatica hanno prodotto ferite che hanno sollecitato e sollecitano rapporti fraterni e collegiali per scongiurare pericolose chiusure”.
Mons. Tuzia ha poi dato l’annunzio che da settembre il vicario mons. Carlo Franzoni, per unanime decisione della Conferenza episcopale umbra, è stato chiamato ad assumere l’incarico di rettore del Seminario regionale di Assisi. “Credo che dobbiamo essere orgogliosi – ha detto il Vescovo – per la scelta di un sacerdote di questa diocesi da parte della Ceu. Personalmente mi viene meno la collaborazione competente e responsabile, leale e sapiente di don Carlo. Il Signore ricompenserà”.
Guardando al prossimo anno, mons. Tuzia, che ha indicato l’evangelizzazione come tema prioritario, ha esortato a porre attenzione a tre impegni: la qualità della fede, ricollocando al centro Gesù e la sua Parola; la fraternità vera sostenuta dalla carità; il servizio efficace alle nostre comunità.
Il Vescovo ha quindi ricordato la necessità di gestire la preghiera delle piccole comunità e si è domandato quali nuovi ministeri dovranno essere individuati per seguire queste piccole comunità. Ha poi auspicato che, con l’impegno di tutti, la Chiesa di Orvieto-Todi sia aperta alle nuove istanze e sia pronta a dialogare con le sue periferie geografiche ed esistenziali.
“Solo una Chiesa che sa prendere il largo sulla parola di Gesù – ha detto – sarà in grado di uscire dal piccolo gregge per andare ad incontrare gli altri e portare Cristo vivo”.