In questi giorni Diego è stato sempre accanto alla madre Lia, venuto appositamente da San Paolo del Brasile, la città natale di sua moglie Tatiana. Si sono trasferiti lì due anni fa, con i figli Tomas di 7 anni e Isabella di 2. Diego è un professore universitario che parla con un deciso accento inglese acquisito nei dieci anni vissuti in America. Somiglia molto a suo padre. Non posso fare a meno di chiedergli se nel “racconto” e nella celebrazione che si sta facendo di Vittorio, riconosce il padre che lo ha cresciuto.
“Lui era schivo, – risponde Diego – era una persona estremamente timida che sempre rifuggiva dall’esposizione in pubblico e penso che non avrebbe voluto tutta questa attenzione. Però, ad un certo punto son cose che vanno al di là di quello che vogliamo noi, di quello che vuole la famiglia. Ormai anche noi cerchiamo semplicemente di sottometterci alla volontà del Vescovo, delle altre persone coinvolte con questa causa. Comunque sì, lui sarebbe stato molto a disagio in questa situazione”.
Che impressione fa sentire dire di lui che “testimoniava” la sua fede? L’ho conosciuto e di lui ricordo che con molta semplicità viveva quello che lui era…
“Sì, esattamente. È una sensazione strana, perchè essendo cresciuto con lui per me era una cosa normale, non c’era niente di strano in quello che faceva. Ora però crescendo mi capita di dirmi ‘aspetta un attimo, quello che mio padre ha fatto non è così banale, non è così ovvio’. Adesso quando toccano a me certe scelte, anche su scala molto più ridotta, mi chiedo cosa avrebbe fatto lui e in effetti mi rendo conto di come sia straordinariamente difficile vivere in maniera semplice, in modo quotidiano le scelte che ha fatto lui. È questa una nuova chiave di lettura che sto acquisendo con il tempo. Prima ero più titubante rispetto a tutte queste attenzioni. Probabilmente perchè lo vedevo come uno normale e perchè in qualche modo c’è un processo di alienazione da questa figura che diventa più pubblica che non privata! Però crescendo mi sto rendendo conto di come c’è veramente un senso in quello che sta succedendo, perchè vivere così semplicemente con scelte forti, chiare, senza tergiversare, senza volgere lo sguardo indietro, penso sia cosa più difficile di quanto non mi sembrasse”.
Si è detto che Vittorio non faceva le prediche su Dio. Come ti ricordi tuo padre?
“Così come era timido con gli altri lo era anche con noi. Non mi ricordo prediche nè lunghi discorsi. Gli aggettivi che mi vengono in mente per dire mio padre sono: “libero” perché era una persona libera da qualsiasi condizionamento, quello che pensava faceva, quello che voleva faceva, senza nessun riguardo, e in questo senso non era timido per niente! Il secondo aggettivo penso che sia “giusto”per come abbia sempre cercato i presupposti che portano alla pace: giustizia e pace”.
Si dice anche che vicino ad un grande uomo c’è una grande donna…
“Esattamente! Senza mia madre sicuramente non sarebbe stato così! Sono persone con talenti complementari che si perfezionano a vicenda e davvero senza mia madre non sarebbe successo niente di quello che è successo!”.
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