Con la crisi economica perdurante aumentano le situazioni di povertà e diminuiscono le risorse per farvi fronte. Anche per questa ragione il Comune di Perugia e la Caritas diocesana hanno lavorato in questi mesi per verificare la possibilità di raccordare gli interventi (evitare, per esempio, che una famiglia riceva aiuti da entrambi e un’altra da nessuno) e unire le forze. Il risultato è il protocollo d’intesa firmato mercoledì da Caritas diocesana di Perugia – Città della Pieve e Comune di Perugia, con l’obiettivo di realizzare “un sistema integrato di azioni e di risorse e costituire un Tavolo di solidarietà responsabile”. La firma rappresenta un salto di qualità nella organizzazione dell’assistenza ai poveri singoli e famiglie, italiani e stranieri. Sia il Comune che la Caritas mettono a disposizione del progetto risorse economiche necessarie a sostenere gli interventi diretti ma la parte più complessa della collaborazione sarà quella relativa all’accompagnamento delle persone al fine di aiutarle a uscire permanentemente dalla situazione di necessità. Il sindaco Wladimiro Boccali ha messo in evidenza come la molteplicità dei servizi debba essere messa in condizione di funzionare in modo che non vi siano sovrapposizioni e confusioni. L’arcivescovo mons. Gualtiero Bassetti ha evidenziato l’opportunità di questo accordo anche in vista della prossima apertura della nuova sede Caritas diocesana, il “Villaggio della Carità”, nella quale vi saranno spazi adeguati anche per nuovi servizi. Il protocollo costituisce un passo in avanti rispetto alla assidua collaborazione già esistente tra la rete dei servizi sociali territoriali del Comune ed il Centro di ascolto della Caritas diocesana e i Centri di ascolto parrocchiali. Si vuole in sostanza, tramite questo strumento che permette di progettare e mettere in atto azioni condivise, sviluppare una più efficace strategia di contrasto dei fenomeni di povertà e di forme di esclusione sociale. Il “Tavolo di solidarietà per la realizzazione di un sistema integrato e partecipato di azioni e di risorse” resta comunque aperto all’adesione e collaborazione di altri soggetti pubblici e privati presenti nel territorio comunale. Erano presenti alla firma anche l’assessore Andrea Cernicchi, il direttore della Caritas Daniela Monni, il vicario generale mons Paolo Giulietti, i dirigenti del Comune Roberta Migliarini e Carla Trampini. Presente anche il colonnello Vincenzo Tuzi (Guardia di Finanza), sia perché la GdF destina alla Caritas i capi di abbigliamento e altri prodotti sequestrati per il reato di contraffazione e abusivismo, sia perché “le risorse – ha detto Tuzi – nell’ottica di una corretta destinazione dei fondi e dei servizi devono andare a chi ne ha davvero bisogno, ed a questo la GdF lavora con i suoi controlli”.
I CONTENUTI DEL PROTOCOLLO
Nell’ambito e nel rispetto “delle reciproche competenze e responsabilità”, Comune e Caritas si impegnano a collaborare “al fine di condividere un sistema di procedure e prassi che permetta di ottimizzare l’erogazione degli interventi a favore di situazioni di disagio individuale e familiare”, ed anche una “significativa parte delle rispettive risorse economiche destinate a persone che vivono una condizione di fragilità sociale”.
Viene quindi costituito:
– un Fondo di solidarietà, che nella fase iniziale prevederà la condivisione di risorse tra il Comune di Perugia e la Caritas diocesana, e che successivamente potrà essere implementato da ulteriori contributi di altri soggetti sociali che intendono aderire al Tavolo di solidarietà;
– un Gruppo di coordinamento per la progettazione, gestione e monitoraggio degli impegni sottoscritti,
– i Comitati di solidarietà territoriale costituiti presso gli Uffici di cittadinanzacon compiti operativi per la realizzazione e valutazione dei singoli interventi;
– un sistema di interventi erogabili tramite voucher o carte per il pagamento delle utenze;
– un sistema di condivisione delle informazioni.
Le tipologie di intervento:
per l’acquisto di beni di prima necessità (alimentari, prodotti per l’igiene della persona e della casa; corredo scolastico), per farmaci, ausili e presìdi sanitari, carta di pagamento per utenze relative a servizi (servizi idrici integrati, gas per uso domestico e riscaldamento, energia elettrica), contributi economici a parziale copertura per le spese di mantenimento dell’abitazione (affitto e condominio, rata del mutuo), erogazione diretta di beni alimentari e altri generi, secondo quanto previsto dalla normativa meglio conosciuta come “legge del Buon Samaritano”, buoni lavoro mirati da una parte all’attivazione di progetti di accompagnamento al lavoro o di partecipazione a corsi di riqualificazione professionale finalizzati al reinserimento lavorativo, dall’altra ad esperienze di “utilità sociale” nell’ambito di progetti sociali individualizzati.
Come fare per …:
Per l’accesso agli interventi le persone interessate potranno rivolgersi agli Uffici della cittadinanza del Comune e/o ai Centri di ascolto delle Caritas parrocchiali (e, in via straordinaria, al Centro di ascolto della Caritas diocesana). Dopo un primo colloquio, ed eventuali piccoli interventi di emergenza, i richiedenti saranno invitati a presentare domanda presso gli Uffici della cittadinanza, servendosi dell’apposito modulo e fornendo la necessaria documentazione.