Tutti, anche la Chiesa, a difesa dell’acciaio

AST. Forte adesione allo sciopero generale di protesta

ast-prima-cmykUna città solidale, unita per difendere il lavoro: le Acciaierie in primo luogo, e con esse l’intero tessuto produttivo ed economico di Terni e della regione. Una manifestazione colorata e partecipata – le stime parlano di 12.000 persone presenti al corteo – e un’adesione pressoché totale da parte dei lavoratori, ma anche dei commercianti, che hanno chiuso i loro negozi per l’intera mattinata. Sulle vetrine un cartello: “Chiudiamo oggi per non chiudere per sempre”. Il rischio che la vicenda della vendita delle Acciaierie ternane possa danneggiare pesantemente l’economia regionale è reale, proprio perché l’industria ternana è una delle maggiori produttrici di acciaio in Europa e del 40% dell’intero fabbisogno nazionale di acciaio speciale, alla quale è collegato tutto un indotto a livello locale di notevole estensione. Lo sciopero generale ha portato in piazza non solo l’orgoglio degli operai ma la richiesta forte di tutta la comunità, che chiede fermezza e un futuro. “Dobbiamo chiedere al Governo e all’Europa – ha detto al palco il segretario confederale Cisl, Pietro Cerrito – di non retrocedere di fronte ai Paesi emergenti e di costruire un piano per la siderurgia. Ognuno di noi, allora, deve giocare il proprio ruolo. Nessuno si chiami fuori nella difesa del comparto siderurgico, vitale per l’Italia. Non accetteremo mai la vendita al buio, o a pezzetti, dell’Ast di Terni”. Alla manifestazione erano presenti i Sindaci di Terni e Perugia, i gonfaloni dei Comuni dell’Umbria, la Presidente della Regione Umbria, le delegazioni delle città siderurgiche: Taranto, Piombino e Civitavecchia. Nel corteo anche i politici, da Massimo D’Alema ai deputati e senatori dell’Umbria, di tutti gli schieramenti.

“Qui a Terni oggi – ha detto la presidente della Regione Umbria Catiuscia Marini – c’è l’Umbria in tutte le sue espressioni istituzionali, politiche, economiche e sociali, che intendono dire con forza, in modo unitario, e in ogni sede, che vogliamo difendere le Acciaierie anche per difendere il futuro economico e industriale di tutta la regione, e anche della stessa nazione. È giunto il momento che il Governo italiano faccia sentire la sua voce a Bruxelles, così come la stessa Commissione europea è chiamata ad agire e dare risposte urgenti in difesa dell’Ast. In questo momento – ha proseguito la Marini - ciò che ci preme di più non è tanto l’aspetto economico delle offerte degli acquirenti, bensì il profilo industriale del soggetto acquirente. Non possiamo in alcun modo correre il rischio che il sito integrato di Terni, assolutamente sano economicamente, non sia più parte di un gruppo industriale di livello internazionale e adeguato alle sue capacità, e venga ridimensionato nelle sue funzioni e capacità di mercato”. A concludere la manifestazione in piazza della Repubblica gli intereventi dei rappresentanti istituzionali e dei sindacati, unanimi nel ribadire un intervento incisivo da parte del Governo in sede Europea. “Oggi a Terni – ha detto il segretario generale della Cgil Susanna Camusso – si è ritrovata l’Umbria democratica, che sa che innanzi tutto la democrazia si difende garantendo il lavoro ai cittadini. Uno sciopero come questo non avremmo mai voluto vederlo a Terni per difendere una delle aziende che vanno meglio in questo Paese, una delle straordinarie ricchezze ed eccellenze. L’attuale Governo delle larghe intese deve sbattere il pugno sul tavolo della Commissione Ue per difendere le Acciaierie di Terni: non si può essere diplomatici quando stanno saltando gli assetti industriali del Paese. Non si può dire sottovoce che bisogna decidere, ma bisogna dirlo con la forza di un Paese che ha la seconda produzione industriale, e non è disposto cederla ad altri”.

I Vescovi umbri solidali con gli operai dell’Ast

“La Chiesa umbra è vicina e solidale con gli operai della Ast di Terni che si stanno mobilitando per difendere una delle aziende più importanti dell’Umbria e d’Italia, quella degli Acciai speciali. L’Europa ha deliberato in merito alle quote di produzione dell’acciaio per impedire posizioni dominanti; in questo quadro, ancora una volta, si tende a colpire un’area ed un’azienda che, dati alla mano, è altamente produttiva ed esprime la migliore qualità del gruppo. Ancora una volta sembrano prevalere interessi di carattere principalmente finanziario, che rischiano di essere pagati dai lavoratori e, in questo caso, da un intero territorio regionale. Come Vescovi delle Chiese umbre, chiediamo ai competenti organi di Governo regionali e nazionali di mettere in atto tutte le iniziative possibili per salvare l’azienda ternana, garantire un futuro lavorativo agli operai, e frenare il declino industriale della nostra regione, già drammaticamente testimoniato dalla chiusura di molte aziende piccole e grandi”.

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AUTORE: Elisabetta Lomoro