Brusco stop per l’Università di Perugia

Il nuovo Rettore e la nascita dei Dipartimenti dovevano contribuire a dare nuovo slancio all’ateneo. Ma adesso tutto si complica
Il Rettore, il Pro Rettore e i Presidi delle Facoltà per l’inaugurazione dell’Anno Accademico
Il Rettore, il Pro Rettore e i Presidi delle Facoltà per l’inaugurazione dell’Anno Accademico

L’atmosfera fredda di una primavera che stenta ad arrivare sembra il simbolo della situazione dell’Università di Perugia, in questo periodo che dovrebbe essere di rinnovamento in vista di un rilancio di quella che – per Perugia e l’Umbria – costituisce l’istituzione culturale più prestigiosa, nonché una delle più importanti “aziende produttive” (è stato calcolato che, in maniera diretta e indiretta, muove più di 40 mila persone). Le difficoltà attuali dipendono in primo luogo dalla mancanza di fondi necessari per il fuzionamento della didattica e della ricerca. È stato rilevato, tra l’altro, che gli stessi fondi previsti non sono sufficienti a garantire una programmazione che per forza di cose non può essere ristretta a un solo anno accademico, ma deve poter prevedere progetti pluriennali.

La difficoltà ulteriore ora si trova nelle modalità concrete per l’elezione del rettore, che – per legge – deve essere preceduta dall’elezione di tutti i rappresentanti delle componenti universitarie. In questa ultima fase si è posto un ostacolo a causa delle liste degli organismi studenteschi e delle loro associazioni, alcune delle quali, essendo state dichiarate inaccettabili per vizi formali o altro, hanno fatto ricorso al Tribunale amministrativo regionale. Su questo problema si sono avute alcune prese di posizione che riportiamo. Il 13 giugno il mondo accademico era chiamato a eleggere il nuovo rettore per il sessennio 2013-2019. Il 15 giugno, invece, sarebbero diventati ufficialmente attivi i 16 nuovi Dipartimenti (che vanno a sostituire le Facoltà) e avrebbe preso il via l’iter per l’elezione dei rispettivi Consigli e Direttori di dipartimento. In entrambi i casi, però, il condizionale è d’obbligo dopo i recenti sviluppi.

I programmi dei candidati alla carica di rettore

GIANNI BIDINI – classe 1954, dal 2008 preside della facoltà di Ingegneria – guarda all’Università come a “un’impresa culturale che pone i suoi obiettivi di investimento, controlla i suoi processi, misura costantemente i suoi risultati e soprattutto reinveste”. Nel suo programma elettorale, Bidini propone di introdurre lo strumento del Bilancio sociale per valutare i risultati dell’ateneo, e un Osservatorio permanente con compiti di controllo e revisione. Ma si impegna anche a offrire tutta una serie di servizi per studenti e dipendenti, che vanno dalle agevolazioni per i trasporti alla ricreazione culturale e la residenzialità, ad un sistema di welfare interno (creazione di asili nido aziendali, agevolazioni sulla mobilità dei dipendenti e dei loro figli, prestazioni sanitarie convenzionate, ecc.).

FAUSTO ELISEI – classe 1955, attuale preside della facoltà di Scienze matematiche, fisiche e naturali. Per Elisei le tre parole chiave per il rilancio dell’ateneo sono “autonomia, qualità e competitività”. Il preside punta a ripristinare un Fondo di ateneo destinato alla ricerca e nuove risorse al sistema bibliotecario. Sul fronte studenti, propone la riorganizzazione del servizio di segreteria, la formazione di un Tavolo permanente tra docenti universitari e delle scuole superiori per aiutare l’orientamento dei diplomati, e l’incentivazione degli scambi internazionali, grazie anche a un efficiente servizio di foresteria e accoglienza (convenzioni con strutture ricettive come collegi, alberghi e agenzie immobiliari).

FRANCO MORICONI è dal 2005 preside della facoltà di Medicina veterinaria. Moriconi aspira a un ateneo in sinergia con la città, anche attraverso un impegno nella riqualificazione del centro storico di Perugia e nella sua candidatura a Capitale europea della cultura 2019. Agli studenti, Moriconi vuole poi offrire nuovi spazi e agevolazioni per vivere e spostarsi in città, rivedere segreterie e mense, puntare alla riapertura nell’acropoli di un cinema gestito o cogestito dall’Università o da cooperative studentesche. Tra i suoi progetti, anche quello di costituire un Centro di sviluppo e coordinamento della ricerca (Cescor), con compiti d’informazione puntuale e capillare sui bandi nazionali e internazionali, di sostegno alla formulazione dei progetti di ricerca, di facilitazione dei compiti di amministrazione e rendicontazione.

MAURIZIO OLIVIERO è professore ordinario di Diritto pubblico comparato presso l’ateneo perugino e, dal 2009, amministratore unico dell’Agenzia regionale per il diritto allo studio universitario (Adisu). Tra le sue proposte principali, la razionalizzazione degli uffici amministrativi in tre grandi aree (didattica, ricerca e internazionalizzazione), la nascita di uno Sportello unico per lo studente e la riduzione delle dirigenze, le cui attività saranno vigilate nei risultati e nei costi. Per favorire l’internazionalizzazione, infine, Oliviero annuncia la creazione della prima Piattaforma internazionale di cooperazione universitaria, con l’obiettivo di costruire una stabile collaborazione con le principali Università del mondo e favorire la circolazione di studenti, docenti, ma anche di imprese e ricerche.

Nove liste di studenti ricorrono al Tar

In questi giorni gli studenti dell’Università di Perugia avrebbero dovuto eleggere la propria rappresentanza nei cinque organi dell’ateneo: il Senato accademico, il Consiglio degli studenti, il Consiglio dei 16 dipartimenti, il Consiglio di amministrazione dell’Università e la Commissione di controllo degli studenti.

Tutto è bloccato, però, in seguito al ricorso al Tar da parte degli studenti le cui liste non sono state ammesse alla competizione elettorale: “Sinistra universitaria – Udu”, “Liberamente per il polo di Terni”, “Unimerito”; “Alleanza universitaria”, “Idee in movimento”, “Associazione studentesca apolitica”, “Agraria per tutti”, “Rinascita universitaria” e “Student’s office Universitas”.

Così, alla vigilia delle elezioni, il giudice amministrativo ha accolto la richiesta di sospendere la tornata elettorale, puntando il dito sull’assenza delle motivazioni che hanno portato alla inammissibilità delle liste, e ha fissato l’udienza al 5 giugno.

“La cancellazione della competizione elettorale è segno di una crisi profonda su cui speculano anche i grandi partiti che, in seguito alla riunione della commissione elettorale dell’ateneo, hanno visto escluse le liste delle loro associazioni giovanili”, ha commentato Ciro Fulli, portavoce della lista “Narni universitaria”, dopo aver appreso la decisione del Tar. “Teniamo a riaffermare l’intimo legame che sussiste tra il principio di rappresentanza democratica e il rispetto delle regole ad esso sotteso, senza il quale il primo perderebbe qualsivoglia forma di legittimità” hanno commentato i rappresentati di “Impegno critico”, l’altra delle due sole liste ammesse.

Sul fronte degli esclusi, invece c’è chi grida a un attacco alla democrazia. “Quanto accaduto è inammissibile – spiega in una nota Tiziano Scricciolo, coordinatore dell’Udu Perugia – e ha segnato una delle pagine più tristi della storia dell’Università”.

 

La voce dei docenti

Trovare un accordo subito, o sarà la catastrofe

Il 28 maggio il Senato accademico dell’Università ha accolto e fatto proprio l’appello dei “Tis” (Top Italian Scientists, migliori scienziati italiani) presenti in ateneo, i quali auspicano una soluzione concordata dell’impasse che sta bloccando l’elezione del nuovo rettore. Per la precisione, i Tis sono gli accademici che si distinguono per la loro elevata valutazione scientifica a livello internazionale. A questo proposito, in Italia, l’Università di Perugia si colloca al quinto posto a pari merito con Bologna e Roma II, e prima di altre più famose ‘colleghe’ quali Pisa e Roma I. “Questo è un risultato importante – commentano i 35 firmatari dell’appello -, spesso oscurato dalle notizie sulle difficoltà burocratiche o procedurali nelle quali si dibatte il nostro ateneo. In questi giorni, proprio a causa di queste difficoltà si rischia di dissipare il patrimonio di eccellenza che abbiamo accumulato grazie all’eredità lasciata dai nostri predecessori in oltre settecento anni di storia. Come è noto, infatti, l’Università di Perugia si trova ad affrontare un passaggio delicato ed importante: il rinnovo dei suoi organi di governo e il passaggio dalle vecchie Facoltà ai nuovi Dipartimenti, come previsto dal nuovo Statuto. È l’atto finale di un cammino che è stato lungo e non facile, teso a traghettare la nostra Università verso un futuro di eccellenza. Questo cammino è oggi interrotto a causa della sospensione delle elezioni delle rappresentanze degli studenti negli organi di governo dell’ateneo. La sospensione è conseguenza del ricorso presentato al Tar da alcune delle liste studentesche escluse dalla competizione per difetti procedurali in fase di presentazione. Tale sospensione rischia di bloccare nell’immediato tutte le elezioni in corso e di farle slittare in autunno, con il rischio concreto di non riuscire a varare i Dipartimenti e ad eleggere il nuovo Rettore entro fine ottobre, provocando inevitabilmente il ricorso al commissariamento esterno. L’avverarsi di questo scenario sarebbe catastrofico per la nostra Università poiché condurrebbe ad una paralisi delle attività, con conseguente peggioramento della valutazione già in corso a cura dell’agenzia Anvur, e quindi con ulteriore pesante decurtamento dei fondi trasferiti dal Governo. Senza contare la pessima immagine che la nostra Università proietterebbe sul piano nazionale ed internazionale. Le conseguenze sarebbero gravissime non solo per l’Università in sé ma anche per il territorio in cui essa si trova. Per questi motivi, in quanto scienziati attivamente impegnati nel promuovere l’eccellenza dell’Università di Perugia nel mondo, pur comprendendo le legittime ragioni che possono aver condotto le liste escluse a presentare il ricorso al Tar, al solo fine di scongiurare un futuro drammatico per il nostro ateneo, ci appelliamo alle componenti in campo affinché coloro che hanno presentato i ricorsi si impegnino a ritirarli e le altre liste si dichiarino disponibili ad una soluzione che sia inclusiva della più ampia rappresentanza. Comprendiamo il sacrificio che chiediamo, e siamo convinti che solo unendo le forze per superare le difficoltà del momento possiamo sperare di avere nel futuro un ateneo migliore, più democratico, più efficiente e trasparente. L’alternativa è il disastro, e noi non siamo disposti ad assistervi”.

AUTORE: Maria Rita Valli (hanno collaborato alla pagina Laura Lana e Andrea Coli)

2 COMMENTS

  1. Nel 1936 un giovane Indro Montanelli scriveva che Perugia era la Oxford d’Italia e fino al 1946 aveva 5.000 studenti universitari, la sua fama era talmente buona e la laurea di Perugia così prestigiosa che sarebbe ora di ritornare ad essere un piccolo ma prestigiosissimo ateneo non vi pare? Vi prego per non far chiudere l’Ateneo di massa ritornate alla formula ateneo d’elite. Uno l’Italia se lo potra’ permettere vero?

    • Ne dubito. Oggi purtroppo la quantità prevale sempre sulla qualità e anche questa è spesso finalizzata per fare aumentare i numeri, che significa, aumentare le iscrizioni e le entrate. La vera sfida sarebbe di fare una università di alta quelità compatibile con la massima diffusione dei suoi servizi didattici e della sua ricerca scientifica. È una sfida che solo le persone in quanto persone potrebbero accettare e sostenere. La vera ricchezza e la vera risorsa, come sempre e dappertutto sono le persone.

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