La Pentecoste, il giorno della discesa dello Spirito santo sugli apostoli, assume sempre un significato speciale, soprattutto nella città di Orvieto dove ogni anno i ragazzi delle parrocchie cittadine ricevono il sacramento della cresima e a mezzogiorno, sulla piazza del Duomo, viene rievocata la tradizionale Festa della palombella: una colomba bianca, simbolo dello Spirito santo, che scende, nel frastuono dei “mortaretti”, sugli apostoli “rifugiati” nel Cenacolo.
Quest’anno, poi, un altro evento, eccezionale e straordinario, ha arricchito la festa di domenica 19 maggio; infatti, nell’ambito delle manifestazioni del Giubileo, il sacro Corporale, sorretto dalla confraternita del Ss. Sacramento di Orvieto, al suono delle chiarine e dei tamburini del Corteo storico di Orvieto, ha lasciato il duomo per trasferirsi nella basilica di Santa Cristina per i festeggiamenti del Giubileo della città di Bolsena.
Facciamo però un passo indietro, perché la festa della Pentecoste ha vissuto il suo primo momento significativo nella serata di sabato, quando il Vescovo, il presbiterio cittadino e l’assemblea convenuta, composta in gran parte da coloro che fanno parte delle aggregazioni laicali orvietane, si sono riuniti intorno al fuoco acceso di fronte all’ingresso del percorso giubilare.
Dal fuoco benedetto sono state accese le sette lampade, simbolo dei sette doni dello Spirito santo. Dopo la processione giubilare e il passaggio della Porta santa, è iniziato il rosario meditato, guidato dal Vescovo e dedicato a Maria, donna totalmente eucaristica, alla quale è stato reso omaggio al termine della funzione, nella cappella della Madonna di S. Brizio avvolta in una nuvola di incenso. La mattina della domenica i cresimandi si sono radunati nella cappella del sacro Corporale per poi sfilare nella processione di ingresso durante l’Inno del Giubileo.
Dopo la lettura del Vangelo, una catechista ha chiamato uno ad uno tutti i trentasei cresimandi che, alzandosi in piedi, hanno risposto “eccomi”, come l’“eccomi” di Maria. Una risposta che è anche un impegno a essere testimoni con l’aiuto dei doni dello Spirito. Un’attenzione particolare sottolineata anche dal nostro Vescovo che, per la prima volta, ha celebrato la Pentecoste nella sua cattedrale e che, durante l’omelia, ha ricordato don Italo Mattia, il quale, fino all’ultimo momento, ha sostenuto i “suoi” ragazzi con la preghiera.
Alle 11.45, come da tradizione, il Vescovo si è recato al balcone del palazzo dell’Opera del duomo da dove, sventolando un fazzoletto bianco, ha dato il via alla discesa della palombella. In piazza, oltre ai figuranti del Corteo storico di Orvieto, i balestrieri del Palio della palombella, agli sbandieratori di Firenze e i vessilliferi di Marostica, migliaia di persone hanno atteso l’arrivo della colomba. La colomba, in deroga alla tradizione, è stata donata alla famiglia di don Italo, il parroco che con tanta passione e fede ha sempre contribuito alla realizzazione della festa.
A conclusione della giornata, poi, il trasferimento del sacro Corporale nella basilica di Santa Cristina. In una teca posta su un moderno pick-up, la reliquia ha attraversato le vie del centro storico, fino a giungere a Ponte del Sole, storico luogo di incontro fra papa Urbano IV e il Corporale, dove il sacro lino ha ricevuto il saluto della comunità locale.
Saluto ripetuto anche nelle altre soste con le comunità di Porano, Sugano, Castelgiorgio e Torre San Severo.