Orvieto: Sant’Andrea ha 1.000 anni

La Collegiata celebra l’anno giubilare
La messa nei sotterranei dove è stata incensata la prima pietra
La messa nei sotterranei dove
è stata incensata la prima pietra

Il 12 maggio, nel clima festoso dell’ascensione di Gesù al cielo, segnato altresì dalla celebrazione delle prime comunioni di 10 ragazzi, la parrocchia di S. Andrea in Orvieto ha dato inizio ai festeggiamenti per l’anno giubilare della parrocchia, più esattamente per il primo millennio dell’attuale chiesa Collegiata dei Santi Andrea e Bartolomeo. Il rito è stato presieduto dal parroco don Luca Conticelli, coadiuvato da don Danilo Innocenzi. Nelle settimane precedenti tutta la comunità parrocchiale si è potuta preparare a questo evento, con le benedizioni delle famiglie, proseguite per tutto il tempo pasquale, e i numerosi incontri del Consiglio pastorale e del Consiglio per gli affari economici, e i tradizionali incontri serali per famiglie e adulti: la lettura dei documenti del Concilio Vaticano II il martedì e, il giovedì, la lectio divina sulla Parola di Dio. La celebrazione è iniziata con una breve processione che, dalla sacrestia, ha portato i comunicandi e una ristretta rappresentanza di tutta la parrocchia nei sotterranei della chiesa fino all’altare della prima basilica paleocristiana di Orvieto, sulla quale vennero poste le fondamenta dell’attuale tempio consacrato proprio mille anni fa da papa Benedetto VIII e che nei secoli ha visto momenti di grande importanza per la vita religiosa e politica della città, quali la canonizzazione di san Pietro Parenzo, primo podestà di Orvieto, l’incoronazione di papa Martino IV, la nomina cardinalizia di Benedetto Caetani di Anagni, il futuro Papa Bonifacio VIII, e quella di Nicolò IV. In questi sotterranei, il nostro parroco ha dato inizio alla celebrazione della messa, incensando la prima pietra dell’attuale Collegiata, e ha evidenziato la stretta correlazione fra i cristiani di ieri e quelli di oggi, sottolineando, nello stesso tempo, che la fede della comunità cristiana non deve essere legata ad un manufatto, per quanto bello e storicamente importante come la chiesa di S. Andrea, ma alla certezza dell’amore che Dio ha per noi, sua vera Chiesa. Dopo un momento di raccoglimento e l’aspersione dei presenti con l’acqua benedetta, la processione è tornata in superficie e la messa è proseguita in un clima di partecipazione attiva dell’assemblea liturgica, in particolare i genitori dei comunicandi che hanno proclamato le letture e i Salmi dal pulpito prospiciente la navata centrale. Belle è commoventi sono state le intenzioni dei ragazzi che, apprestandosi a ricevere il Signore, hanno comunicato a tutti i fedeli, nella semplicità della loro età, la volontà di essere dei veri cristiani insieme ad una grande gioia di incontrarsi con Cristo per la prima volta. Al termine della celebrazione, in un clima festoso, l’assemblea tutta si è aperta in forte applauso quale evidente apprezzamento del lavoro svolto dai catechisti e dai sacerdoti, che hanno saputo trasmettere l’essenza del sacramento ricevuto da questi bambini, nella città di Orvieto, città che festeggia il Giubileo eucaristico.

 Un po’ di storia

Il podio della Collegiata racchiude uno spaccato della città etrusca Velzna e i resti della sua distruzione, avvenuta nel 264 a.C. ad opera dei Romani, i quali deportarono gli abitanti lungo il lago di Bolsena. Nel VI sec., i cristiani di Volsinii Novi, per sfuggire ai barbari, tornarono sulla loro Urbs Vetus, dedicando la prima chiesa a S. Andrea. Di questa basilica paleocristiana, che testimonia lo spostamento della sede vescovile da Bolsena a Orvieto, è visibile tutta la pavimentazione mosaicata con la base dell’altare al centro dell’abside. Su queste storiche fondamenta venne realizzata la nuova Collegiata dei Santi Andrea e Bartolomeo, consacrata da papa Benedetto VIII nel 1013. L’impianto originario della struttura è romanico, su cui poi si sono sovrapposti diversi stili, armonizzati durante il restauro operato dall’architetto Gustavo Giovannoni nel 1926-29 insieme alla torre dodecagonale; splendido il rosone elaborato dal maestro Ilario Ciaurro.

AUTORE: Francesco Pacelli Marcella e Federico Savoia