In occasione del Convegno pastorale diocesano la Consulta di Pastorale giovanile ha organizzato un’indagine tra gli studenti universitari. Dico “indagine” perché definirla ricerca sarebbe presuntuoso; anche se si è cercato di fare le cose seriamente, è stato necessario portare a termine l’intera operazione in poco più di due mesi (tanto è il tempo intercorso dalla indicazione del titolo alla celebrazione del Convegno). Obiettivo del lavoro era quello di affrontare il tema del Convegno dal punto di vista dei giovani. Immaginando il rapporto tra comunità cristiana e universitari come un dialogo, ci si è messi dalla parte di questi ultimi, per analizzare i diversi elementi della comunicazione: come vedono i giovani la Chiesa, quando entra in contatto con loro? Comprendono e apprezzano i linguaggi e i contenuti proposti? In quale “ambiente” (luoghi, tempi, “disturbi”) si svolge questo dialogo? Metodo scelto è stato quello detto delle “interviste di gruppo”: far parlare attorno ad una serie di argomenti alcuni gruppetti di studenti, per poi estrarre dalla discussione (guidata, osservata e registrata) elementi per conoscere la loro opinione. Un lavoro basato non sulla quantità delle persone consultate, ma sulla qualità del confronto, attraverso un faticoso lavoro di dialogo, di ascolto e di interpretazione. Al di là dei risultati, il metodo ha sortito l’effetto di creare momenti piacevoli e profondi, che hanno fatto nascere un confronto che è proseguito anche dopo l’intervista. I circa 40 studenti coinvolti (sia perugini che di fuori città e regione) si sono sentiti cercati e ascoltati seriamente dalla Chiesa; è questo non è poco. Ma cosa pensano, infine, gli studenti universitari riguardo alla Chiesa perugino-pievese? Come vedono e vivono la relazione con la comunità cristiana? L’indagine ha messo in luce un rapporto difficile, ma tutt’altro che impossibile. Ci sono – è vero – parecchi fenomeni che i giovani avvertono con fastidio: un annuncio del vangelo moralistico e arido; una certa chiusura delle comunità parrocchiali alle esigenze dei giovani; la povertà di linguaggio in rapporto alla ricchezza di espressività presente nel mondo giovanile; una inadeguata (quando avvertita come assente, indiscreta o invadente) presenza di Chiesa negli ambienti universitari. Al di la di tutto questo, però, gli universitari hanno manifestato una disponibilità a lasciarsi interpellare e coinvolgere. Più di tutto, sentono il bisogno del contatto personale, di una proposta che nasca dall’amicizia, dall’accoglienza disinteressata e incondizionata. Il linguaggio più efficace è quello dell’attenzione, della disponibilità, della presenza al loro fianco. In tutto questo, l’ “amico cristiano” e il prete rimangono figure da cui i giovani si aspettano ancora molto. Nonostante la franchezza a proposito delle incoerenze e delle inadeguatezze rilevate, i giovani hanno manifestato una sincera ricerca di punti di riferimento e un’altrettanto sincera stima per coloro che riescono ad offrire una tale testimonianza. Gli studenti ascoltati hanno anche chiesto un annuncio del Vangelo che sia essenziale e piccante, ma al tempo stesso “pensato” e calato nei problemi della società e della cultura contemporanee. Emblematica questa frase di Igor (26enne studente di ingegneria): “Io ho conosciuto la Chiesa non con inviti, non con cose, ma tramite il comportamento di alcune persone che mi piacevano. Vedevo queste persone che vivevano diversamente da come vivevo io e un giorno mi sono detto: potrei vivere come loro. Avere l’esempio di queste persone vicine, che però non ti pressavano… a te non te ne frega niente, ma magari un giorno… col tempo e con lo stare insieme nasce l’esigenza di avvicinarti a questo mondo, anche se loro non ti dicono niente”. Molte altre cose sono state registrate nelle interviste, ma non possono essere qui riassunte. Il gruppo degli intervistatori è uscito dall’esperienza con la convinzione che davvero esiste “un popolo numeroso” per il Regno di Dio tra gli universitari. Serve solo trovare il modo giusto per aprire un dialogo con questi giovani ed attraverso loro con il mondo contemporaneo. Per delineare i tratti di questa “conversione pastorale” le comunità cristiane della diocesi si troveranno insieme durante il Convegno pastorale.
Come i giovani vedono la Chiesa quando entra in contatto con loro
Un'indagine condotta dai giovani della Consulta in vista del Convegno
AUTORE:
Paolo Giulietti