Una settimana fa, ho scritto il mio commento quando nulla faceva immaginare gli sconquassi che ci sarebbero stati; ho tracciato un profilo ideale del nuovo Presidente della Repubblica. Nella mia mente, quell’identikit era la fotocopia di Napolitano (però pensavo che dovesse essere un altro, anche se non avrei saputo dire chi). Adesso lui è stato rieletto: dovrei essere contento? Il fatto è che la grande crisi non è stata risolta, è stata solo congelata in attesa di tempi migliori: la crisi politica, dico, perché quella economica non è congelata per nulla, anzi corre sempre, quindi peggiora. Hanno deciso di non decidere. Per il partito democratico, una via d’uscita (solo temporanea) dalla spirale autodistruttiva in cui si era cacciato. Per il centrodestra (Lega inclusa) una via non per uscire, ma anzi per rientrare in un gioco dal quale sarebbe stato definitivamente estromesso con una eventuale elezione di Prodi o di Rodotà; di più, la prospettiva di tornare presto alle elezioni, vincerle, e a quel punto eleggere un nuovo Capo dello Stato “amico” (Napolitano si dimetterà non appena il quadro politico si sarà chiarito). Sin qui, abbiamo parlato dei giochi delle poltrone. Ma i grandi e serissimi problemi dell’Italia sono sempre là, anzi – come ho detto il tempo – li aggrava. Molti sembrano pensare che la soluzione di tutti i problemi dell’Italia stia dietro l’angolo, e che tutta la difficoltà consista nello scoprire dov’è; anzi nell’indovinare il nome della persona da mettere al governo. Magari fosse così semplice, ma purtroppo non lo è. Ci vorrebbero capacità sovrumane, e nessuno le ha. L’economia italiana si è autodistrutta, decennio per decennio, puntando sull’indebitamento, sull’assistenzialismo, sui guadagni comodi ma illusori della speculazione finanziaria nella quale sono stati bruciati i capitali sottratti agli investimenti produttivi. La vita politica attira, insieme a tante brave persone, una buona quota di carrieristi che in un altro lavoro non sarebbero presi sul serio. Non a caso, il meglio che si è trovato è un uomo di 87 anni.
Si è deciso di non decidere
AUTORE:
Pier Giorgio Lignani