Una classe elementare, forse una quinta, passeggia per le vie di una città d’arte. Una maestra grida guardando in faccia un ragazzo: “ti ho detto di spegnerlo! che lingua parlo? come te lo devo dire? Sei sordo?” La voce della maestra è aspra e stridula, ma forte e incisiva tanto che si è sentita nella piazza e la gente si è voltata. Non so se si riferiva ad una radiolina o ad un telefonino. Fatto sta che a qualcuno è venuta in mente quella ragazza che si è scagliata contro un’insegnante con un coltello. C’è nell’aria un senso di frustrazione da parte degli adulti quando si interrogano sul come affrontare un dialogo efficace con i figli o gli alunni, rischiando, sulla base delle notizie dei telegiornali, di fare propria una concezione pessimistica degli adolescenti e di nutrire sentimenti di preoccupazione e di paura. Il rapporto tra le generazioni non è mai stato semplice ed ovvio. L’età evolutiva comporta fatica ed esige il superamento di ostacoli per la realizzazione della crescita fino alla maturazione della personalità. Una particolare riflessione si impone proprio in questo periodo che segna l’inizio delle vacanze. La scuola chiude i battenti e i ragazzi si trovano con maggiore tempo libero, senza un orario che disciplini la loro giornata e la loro mente. Un periodo lungo, forse anche troppo. Cessano anche molte delle attività parrocchiali, quali il catechismo per la cresima e le comunioni, mentre i genitori continuano per la maggior parte a lavorare. Le loro vacanze, quando possono prenderle, sono molto più brevi. Ed, inoltre spesso non sono in grado di organizzare la vita dei loro figli più piccoli; i più grandicelli preferiscono gestirsi da soli. C’è la televisione, ma anch’essa non offre molto per questo tipo di pubblico, quando non propone trasmissioni del tutto inadatte. E tuttavia, nonostante tutto, se andiamo a vedere le feste, i saggi e le mostre di fine anno, le recite, gli spettacolini preparati per la conclusione delle lezioni, troviamo delle splendide sorprese: la scuola riesce ancora a insegnare, a formare delle personalità che, pur in erba, nella loro ingenuità, si esprimono con sicurezza, disinvoltura, senso di ironia, capacità comunicativa, proprietà di linguaggio, eleganza di movimenti. La scuola riesce a creare gruppo, a far apprezzare determinati valori. Ho visto una mostra sulla natura fatta da ragazzi di scuole elementari, con i mezzi classici del disegno e dell’elaborato e con altri strumenti nuovi, come il computer e la telecamera ed ho notato l’entusiasmo condiviso da maestri (più maestre), che vi hanno profuso energie e passione. Si tratta ora di riempire il tempo vuoto con proposte adatte. Non bastano i cosiddetti “compiti per le vacanze”, anche se utili. Direi piuttosto che dovrebbe essere suggerito un compito, un progetto, che includa il gioco educativo, l’apprendimento di quello che la scuola non può offrire da sola, l’integrazione degli insegnamenti ricevuti, il contatto e la scoperta della natura, e soprattutto il dialogo. Ascoltare e parlare, senza prevaricazioni da una parte e dall’altra. E’ la parola sana e giusta che aumenta la luce interiore e suscita il richiamo della verità. Lo dice anche un salmo, riferito a Dio: se tu taci, io sono come un uomo caduto nella tomba. Vale anche per un padre e una madre. A tutti i ragazzi e ragazze, Buone vacanze!
Buone vacanze!
AUTORE:
Elio Bromuri