A PS: sta tutta qui, dietro tre semplici lettere, l’essenza delle Università della terza età: associazione di promozione sociale. Una definizione giuridica, ma anche la sintesi della filosofia di vita di queste strutture, ovvero educare ed informare, ma anche aprirsi al sociale e alla socialità. Quel “tre”, infatti, che fa parte dell’acronimo con cui gli istituti sono abitualmente definiti – Unitre – non sta ad indicare soltanto la ‘famigerata’ terza età, ma anche e soprattutto il suo essere a tutti gli effetti una “Università delle tre età”. Chi quindi pensa che si tratti di realtà esclusivamente riservate agli “over”, si sbaglia. Dalle Università, infatti, confermano come siano sempre più i giovani che decidono di iscriversi ai corsi delle Unitre, attratti dall’ampia offerta formativa. A conquistare gli studenti più “piccoli” sono soprattutto i corsi di lingue – i tradizionali inglese, francese, spagnolo e tedesco, ma anche arabo e cinese – e poi le lezioni di ballo e ginnastica, compresi yoga, pilates e zumba fitness. Per gli appassionati di arte c’è poi disegno, ricamo, solfeggio, ma anche archeologia, filosofia, ecc. “Nella sede di Perugia – dice Gustavo Cuccini, direttore generale dei corsi e delle attività culturali dell’Unitre del capoluogo – abbiamo circa 1.200 – 1.300 iscritti, e la cosa interessante è che, sempre più, si tratta di giovani. La diversità anagrafica dei nostri allievi contribuisce a creare un clima assolutamente vivo e vitale, e non solo per gli over!”. Vere e proprie famiglie, quindi. Armi spesso fondamentali per combattere la solitudine, dove la compagnia, la solidarietà e l’amicizia sono valori sanciti negli Statuti come obiettivi da perseguire e realizzare. L’esperienza dell’Unitre – fanno notare i promotori – si avvicina molto, in questo senso, a quella dei centri sociali che vogliono rallegrare le giornate di tanti anziani soli. Aggiungendo, in più, la componente culturale e formativa. Anche in queste strutture, però, i contraccolpi della crisi si fanno sentire. “Sicuramente – sottolinea Cuccini – il difficile momento economico che stiamo vivendo ha rallentato la partecipazione dei nostri iscritti, soprattutto a quelle che chiamiamo attività culturali e sociali, ovvero viaggi, visite guidate, momenti di socializzazione che abbiamo sempre organizzato nel corso degli anni. Inoltre, la crisi intacca, ovviamente, anche il volontariato e il supporto che potevamo avere dagli enti pubblici”.
L’associazione nazionale dell’Università della terza età – Unitre (Università delle tre età) si è riunita ieri, giovedì, a Perugia per riflettere sul futuro degli istituti e sugli strumenti più idonei per stimolare l’invecchiamento attivo, tra cui spiccano l’arte e la creatività. L’occasione è stata il convegno nazionale, che si è tenuto presso la sala dei Notari di Perugia, dal tema “Creatività e arte. La dimensione estetica delle tre età”. Filo conduttore della mattinata la convinzione che l’estro artistico e la fantasia non abbiano limiti anagrafici, ma attraversino trasversalmente le generazioni e, quindi, possano essere veicolo per un dialogo stimolante tra le età. Nel corso di convegno si sono succeduti gli interventi e le testimonianze di chi attivamente si occupa di anziani e, in particolare, di invecchiamento attivo. Ad esempio, Luisa Bartorelli, geriatra, e Silvia Ragni, psicologa, entrambe impegnate presso il centro Alzheimer – Fondazione Roma, che hanno riflettuto, rispettivamente, sulle capacità creative dell’anziano e sul valore della musicoterapia. All’incontro seguirà, nel corso di questo fine settimana, un seminario di studio durante il quale si riuniranno il Comitato esecutivo e il Consiglio nazionale dell’Unitre per riflettere sulla realtà sociale, ma anche economica e organizzativa degli istituti e sui loro rapporto con lo Stato e i vari enti locali.
In Umbria
In Umbria sono ben 17 le esperienze di “università della terza età” o “delle tre età”. Le si trova sparse per tutta la regione: dalle città più importanti come Perugia, Terni, Assisi, Città di Castello e Spoleto, ai piccoli centri quali San Venanzo, Avigliano Umbro, Calvi dell’Umbria e Otricoli, Monte Castello di Vibio. E ancora Deruta, Marsciano, Todi, Acquasparta, Alto Orvietano, Amelia, Narni e Orvieto.