La Pasqua è il grande “segno” che interpella e pungola la nostra coscienza. Cristo, che muore e risorge, non può essere facilmente accantonato nei rispostigli della storia, perché Lui, mediante l’eucaristia – che fa la Chiesa – rimane in mezzo a noi, fino alla fine dei secoli. Ogni domenica ci regala il Pane che dà la vita al mondo. Oggi l’Occidente è in crisi, perché ha abbandonato questo Pane e va in cerca di un companatico inquinato, che inietta nella società “la concupiscenza della carne, la concupiscenza degli occhi e la superbia della vita” (1Gv 2,16). L’uomo “evoluto” – quello dei Lumi, prima, e quello tecnologico, poi – col suo disincanto ha tentato di costruire da solo il suo futuro. Il risultato è sotto gli occhi di tutti: non solo assistiamo all’eclissi del senso morale, ma anche alla “notte della ragione”, cioè alla perdita della consapevolezza critica nei confronti di ciò che si crede o si pensa. Di fatto, la separazione tra fede e ragione è il dramma della nostra epoca, perché ha distrutto la capacità di ragionare, sottraendo alla dinamica sociale la possibilità di valutare le proprie scelte. Lo dimostra anche l’incapacità di intesa tra gli schieramenti politici emersi dall’ultima competizione elettorale: di fronte alle emergenze che strangolano le aziende e privano le nuove generazioni del loro futuro, si è continuato a “menare il can per l’aia”. Anziché collaborare – magari turandosi il naso – per evitare il peggio, si è messa in campo una tattica politica di basso profilo, che insegue le onde emotive del momento, mortificando le storiche potenzialità creative e imprenditoriali del nostro Paese. L’Italia è una grande nazione, e rischia di essere sbeffeggiata all’estero per la miopia di uno Stato prigioniero di una partitocrazia egocentrica, che ha affogato la cultura identitaria italiana nelle acque melmose della cultura libertaria e post-marxista.
L’Italia porta nel suo Dna l’innesto romano-cristiano, che ha avuto un ruolo fondamentale nello sviluppo della civiltà in Europa e nel mondo. Per questo, la Pasqua settimanale è divenuta componente strutturale nel processo formativo dell’autocoscienza civile. Oggi, purtroppo, tutto questo rischia di andare in frantumi, perché l’ideologia laicista – sconfitta dalla storia – è dura a morire. La Regione Umbria, abitata da gente “di pasta buona”, è chiamata a mettersi in prima fila nel rinnovamento della Chiesa, sulle orme di san Francesco e dei tanti martiri che, col loro sangue, hanno irrigato questa terra benedetta dal Signore. Senza la fede in Gesù Cristo, morto e risorto, non si va da nessuna parte. Ma Cristo, oggi, vive nella sua Chiesa mediante l’eucarestia. Pertanto, è ora di guardare in faccia la realtà annunciata da Gesù: “Io sono il pane vivo disceso dal cielo. Se uno mangia di questo pane vivrà in eterno e il pane che io darà è la mia carne per la vita del mondo” (Gv 6,51).