Il Papa rilancia il tema di Francesco e della povertà: che dice la storia?

san francesco si spoglia dei beniLa scelta del nome “Francesco” da parte di Papa Bergoglio e la sua richiesta che la Chiesa sia “povera e per i poveri” hanno riacceso un po’ ovunque l’interesse per questi temi. Ne fa fede il noto esperto di spiritualità medievale padre Pietro Messa, che ha qui sintetizzato le domande e le risposte che lo hanno visto coinvolto in questi ultimi giorni.

Cosa era per san Francesco la povertà?
“Francesco d’Assisi nel 1226 e viene canonizzato nel 1228; solo da quel momento è denominato santo e la sua vita viene narrata in stile agiografico. Quindi sarebbe bene distinguere ciò che afferma ‘frate Francesco d’Assisi’, ad esempio nei suoi scritti, e ciò che invece narrano i successivi biografi, alcuni tendenti ad esaltare l’aspetto della povertà, come il famoso Sacrum commercium che narra di un patto sponsale tra il Santo e la Povertà. Chiarito questo, si deve prendere atto che, quando nel Testamento Francesco riepiloga la sua esistenza, è assente l’aspetto della povertà, mentre centrale risulta il fare misericordia ai lebbrosi”.

Quale era l’atteggiamento di san Francesco verso i poveri?
“Quando Francesco, poco prima di morire, narra il cambiamento della sua vita, rimanda all’incontro con i lebbrosi avvenuto dieci anni prima. Alcuni si sono chiesti se quel gesto avesse un significato religioso, oppure se fu semplicemente umano; ma tale dilemma è mal posto, essendo anacronistico, perché per Francesco non esisteva la distinzione tra sfera naturale e soprannaturale”.

Che cosa afferma santa Chiara?
“Chiara nei suoi scritti afferma che centrale è vivere ‘l’altissima povertà nella santa unità’. Altissima povertà è riconoscere che tutto è dono del Padre delle misericordia – come lei lo denomina – e quindi passare dalla gratitudine per l’amore espresso nei doni dell’Altissimo alla gratuità verso gli altri vivendo la santa unità, ossia la comunione. Oggi, grazie alle Fonti clariane appena publicate in traduzione italiana, possiamo scoprire che Chiara d’Assisi fu una grande donna con un proprio pensiero e spiritualità, e il suo riconoscere il ruolo importante avuto nella scelta evangelica dell’esempio e delle parole di san Francesco non le impedì di crescere in una propria originalità tipicamente femminile”.

Come vivere oggi l’esempio di san Francesco verso i poveri?
“Anche in Francesco d’Assisi ci furono dei passaggi nella vita; e negli ultimi tempi, dopo varie traversie, evidenzia che centrale è la misericordia. Ad esempio, ad un certo punto richiama i frati a non criticare coloro che vivono ‘in morbide vesti’; infatti nella Regola scrive: ‘Li ammonisco, però, e li esorto a non disprezzare e a non giudicare gli uomini che vedono vestiti di abiti morbidi e colorati e usare cibi e bevande delicate, ma piuttosto ciascuno giudichi e disprezzi se stesso’. Segno che vide come la povertà, diventando una ideologia, può distruggere la carità. Questo richiamo alla misericordia, che comprende la predicazione del Vangelo fonte di salvezza, significa lasciarsi conformare sempre più all’amore di Gesù, che spinge a prendersi cura dell’altro non solo quando è povero. Su questo possiamo ricordare madre Teresa di Calcutta che, spinta dall’amore eucaristico, non solo ebbe uno sguardo misericordioso per i più poveri tra i poveri, ma anche per persone come Lady Diana. Se l’amore fosse per il povero, nel momento che diventa ricco, finirebbe; ma se la passione è per la persona concreta, lo sguardo di benevolenza avvolge tutta l’esistenza.
A questo punto inviterei ad approfondire la conoscenza di Francesco d’Assisi leggendo – prima di passare direttamente alle Fonti francescane – qualche introduzione, come ad esempio André Vauchez, Francesco d’Assisi tra storia e memoria, Torino 2010; Paolo Martinelli, Dammi fede diritta. Con Francesco d’Assisi per ricominciare a credere, Assisi 2012; Leclerc Éloi, La sapienza di un povero, Milano 2004”.